Quattro Vite (titolo originale Orpheline) è un progetto ambizioso che nasce da un’idea del regista e sceneggiatore Arnaud des Pallières ispirata dalla vita della co-sceneggiatrice del film Christelle Berthevas. Presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival nel 2016 e successivamente a San Sebastian e a Rotterdam, il quinto lungometraggio del regista parigino racconta le vicende di una donna attraverso quattro fasi della sua vita; oppure di quattro donne legate da un insolito destino che però non riusciranno mai ad incontrarsi e a diventare un’unica entità.
QUATTRO VITE, QUATTRO DONNE (O FORSE UNA SOLA)
Il film mette in scena le storie (o la storia, a seconda dell’interpretazione liberamente lasciata nelle mani dello spettatore) di una vita femminile scandita da quattro diversi nomi, situazioni e tempi. La struttura del racconto filmico non segue l’ordine cronologico, ma è necessario fare un po’ di ordine laddove il film pecca di più. La prima vita è quella di Kiki (Vega Cuzytek), una bambina di campagna che viene da un contesto familiare non molto felice, una bambina solitaria a cui piace giocare coi suoi due unici amici fino a che un giorno il gioco del nascondino finisce in tragedia. Poi c’è Karine (Solène Rigot), un’adolescente che mente sulla sua età, rivelandosi una ragazzina ribelle attratta dal pericolo e dagli uomini più grandi, con cui intrattiene relazioni sessuali non ben definite. Sandra (Adèle Exarchopoulos), è una ragazza di circa vent’anni che inizia a lavorare nel mondo delle corse di cavalli. Sarà Sandra la chiave di volta in Quattro Vite, proprio a causa dell’incontro con Tara (Gemma Arterton), moglie di uno scommettitore indebitato fino all’osso. La fase più matura è quella rappresentata, invece, da Renée (Adèle Haenel), insegnante di scuola che non riesce a diventare madre e che sarà improvvisamente arrestata dalla polizia, davanti agli occhi del compagno, rivelando a lui e agli spettatori il mistero che darà l’avvio al dramma del film.
DES PALLIÈRES E IL FEMMINILE UNIVERSALE
Con queste quattro possibili vite che potrebbero unirsi in un’unica – quella di Renée – Des Pallières sembra ambire a dipingere il ritratto di un femminile universale. Una donna (più donne) in grado di trascendere lo spazio e il tempo; una pluralità del femminile che si associa all’irruenza e alla mutabilità delle acque di un fiume: donne sempre diverse, eppure le stesse. Le vite del titolo sono forti, ribelli, insolenti e non scendono a compromessi, esattamente come i personaggi che le incarnano. Sandra se ne andrà, a Renée non interesserà guardare la sua ecografia, a Karine verrà detto “hai davvero una faccia di culo”. Des Pallières riesce effettivamente a mettere in scena una serie di donne forti che non vogliono stare alle regole del mondo degli uomini; ed è proprio per questo motivo che vengono, ingiustamente e ignobilmente, punite da quei maschi incapaci di provare amore che mirano a dominare le loro quattro vite.
Il pregio di quest’opera è sicuramente nella caratterizzazione delle protagoniste, che però a volte risulta scevra di coerenza e di unità narrativa. Il racconto frammentato rischia di disorientare lo spettatore, annoiandolo e spostandone l’attenzione sui volti e le espressioni stanche delle protagoniste e sul significato di quelle inquadrature ravvicinate – che Des Pallières trae con buona possibilità dalla sua esperienza come documentarista – fino a far prendere al film una deriva quasi psicoanalitica, come nel momento in cui Kiki viene mostrata all’interno dell’ambito familiare.
Des Pallières traccia quindi il ritratto di quattro vite vissute al massimo, piene di rabbia e di volontà di redenzione. Indaga fra i meandri del mondo femminile riflettendo su tematiche esistenziali e mettendo in scena una storia volutamente sconnessa, frammentata così come lo sono i rapporti umani che le protagoniste hanno con loro stesse e con le persone che le circondano. Il finale del film rivela una plausibile possibilità concreta di cambiamento, di liberazione totale dal passato, che però non può avvenire davanti agli occhi dello spettatore, non a quelle condizioni. Quattro Vite sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.