Nowhere Special, nuovo lavoro di Uberto Pasolini presentato al Festival di Venezia 2020 nella sezione Orizzonti e distribuito nelle sale italiane da Lucky Red l’8 dicembre 2021, è un film assolutamente straordinario, e ci sentiamo di supporre che l’unico motivo per cui il direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera non abbia voluto presentarlo in concorso è per la sua posizione quasi inamovibile sulle pellicole che affrontano il tema della malattia. Ma d’altronde, per quanto il regista e sceneggiatore non faccia nulla per ricercare la lacrima dello spettatore e anzi si mantenga su toni se non distaccati quantomeno discreti, sarebbe stato troppo facile toccare l’animo di pubblico e giuria con un film del genere.
NOWHERE SPECIAL: UN RAGAZZO PADRE MALATO TERMINALE CERCA UNA NUOVA FAMIGLIA PER IL PROPRIO BIMBO
L’ultima fatica del regista del bellissimo Still Life infatti è costruita proprio attorno alle tematiche della malattia, della morte e dell’amore, poiché racconta di un ragazzo padre che, negli ultimi mesi di vita a causa di un tumore, decide di trovare la famiglia perfetta cui i servizi sociali daranno in adozione il suo adorabile bimbo una volta che egli non ci sarà più.
È inevitabile che la storia di Nowhere Special sia un vero turbinio di emozioni: all’insicurezza, l’amarezza, l’impotenza e la disperazione del genitore, fanno da contraltare i timidi sospetti e il senso di smarrimento di un bimbo che per piccolo che sia inizia inevitabilmente a capire che sta succedendo qualcosa che sfugge al suo controllo. Eppure – e qui interviene la mano incredibilmente elegante di Pasolini – un soggetto tanto strappalacrime è reso con una forma sorprendentemente asciutta e quasi severa, nonostante un profondo senso di dolcezza attraversi il metraggio riuscendo anche a sovrastare una malinconia da cui lo spettatore viene inevitabilmente travolto.
UBERTO PASOLINI E UN MIRACOLOSO EQUILIBRIO CHE NON CERCA LA PIETÀ BENSÌ LA SINCERITÀ
Per ottenere un equilibrio tanto mirabile ovviamente bisogna lavorare con una grande attenzione ai dettagli, e così Pasolini quasi non ricorre ad alcuna musica (ad eccezione di un paio di bellissimi passaggi acustici strumentali reminiscenti di Nick Drake), propone colori accesi e vivaci, e soprattutto affida con geniale intuizione il ruolo del protagonista al talentuoso James Norton, il cui aspetto affascinante, mascolino e vagamente rude è anni luce lontano dagli stereotipi cui ci hanno abituati i film sulla malattia.
Nowhere Special non è infatti interessato a impietosire e, lavorando per sottrazione, propone l’approccio di chiusura verso il dolore tipico della psiche maschile, che tanto magnificamente aveva già ritratto Lonergan in Manchester By The Sea. Quello che vuole veramente mettere in scena Pasolini è difatti un amore assoluto e raro tra un padre e un figlio, mettendo di conseguenza lo spettatore di fronte a tutti quelli che sono i dubbi e le priorità della genitorialità (anche indipendentemente dal tumore del protagonista). Mentre una fine ingiusta e spietata si avvicina, non c’è tempo per monologhi strappalacrime o per crolli emotivi: c’è il lavoro, ci sono le giornate al parco, c’è la complicità del gioco, e c’è l’incombenza di incontrare e valutare una dopo l’altra le famiglie proposte dai servizi sociali – una scelta che richiede massima lucidità e grande ponderazione nonostante di tempo non ce ne sia praticamente più. Il regista e sceneggiatore fa di tutto per evitare le lacrime dello spettatore, e forse proprio per questo si viene toccati da una verità e da un’onesta che invece farà singhiozzare buona parte del pubblico per tutta la pellicola.
Uberto Pasolini, già produttore di grandissimo successo con Full Monty nonché nipote di Luchino Visconti, ha una filmografia come regista a dir poco rada (tre film in 13 anni), eppure qui conferma uno sguardo raro, aggraziato e profondo che ci piacerebbe rivedere molto presto sul grande schermo. Uno dei migliori film usciti nel 2021.