Se uno volesse stilare una classifica dei personaggi cinematografici più amati dal pubblico degli ultimi 50 anni, sicuramente quello di Rocky Balboa figurerebbe senza problemi nella Top 10: a quarant’anni di distanza dalla sua uscita, il film diretto da John G. Avildsen ma concepito e sviluppato da un allora sconosciuto Sylvester Stallone ha fatto emozionare generazioni di spettatori in tutto il mondo, rendendo l’attore italo-americano un’icona immortale e senza tempo. Ma chi era l’uomo che ha ispirato la figura di questo leggendario character? A questa domanda risponde The Bleeder, film del canadese Philippe Falardeau e con protagonista un grande Liev Schreiber (Il caso Spotlight, Ray Donovan), presentato a Venezia 73 e ora disponibile in blu-ray e DVD CG Entertainment / IE nonché in streaming su CG Digital.
The Bleeder: un biopic sulla vita del pugile Chuck Wepner
Chuck, originario del New Jersey, è un boxeur dalla dignitosa carriera che un giorno, contattato direttamente da Don King, si ritrova a sfidare nel 1975 Mohammed Ali per il titolo mondiale dei pesi massimi; Wepner perde l’incontro al fotofinish resistendo per 15 faticosissimi round diventando così un idolo per la gente (anche se per poco). La sua storia sembra essere destinata ad essere dimenticata fino a quando non arriverà Sylvester Stallone con il suo film a riportarlo in auge ma la sua indole incosciente e narcisista rischia di portarlo sull’orlo dell’autodistruzione. Una donna rimetterà però tutto in discussione…
The Bleeder è un ottimo esempio di come deve essere costruito un film biografico di qualità
Philippe Falardeau è un regista che sa fare bene il suo mestiere (il suo Monsieur Lazhar ha anche ricevuto una nomination agli Oscar del 2011 come Miglior Film Straniero) e qui dimostra di saperci fare anche con un film su commissione, perché la pellicola scorre via benissimo grazie ad un ritmo narrativo incalzante con toni mai troppo drammatici (di ironia ce n’è a bizzeffe) ed è diretta in maniera classica ma assolutamente impeccabile, riproducendo nella fotografia e nei movimenti di macchina un riuscitissimo sapore di anni ‘70. Azzeccatissimo anche il cast, formato da pezzi grossi come Naomi Watts, Ron Perlman ed Elizabeth Moss.
Ma non si può non parlare di The Bleeder senza sottolineare la splendida prova di Liev Schreiber, il mattatore assoluto del film: il miglior attore shakesperiano della sua generazione, troppo poco utilizzato al cinema, dimostra di essere un trasformista straordinario (se ve lo immaginate nei panni di Ray Donovan, qui non riuscirete a riconoscerlo facilmente) e valorizza un personaggio dall’incredibile umanità. Schreiber, grande appassionato di boxe, ha preso così seriamente questo ruolo che nei combattimenti incassa veramente quando recita sul ring (il regista è arrivato a contare addirittura 800 pugni presi) e questo spiega la grande professionalità dell’attore nella ricerca del massimo realismo (non per niente la donna di Schreiber nel film è la Watts, sua compagna anche nella vita vera).
L’uscita in home video di The Bleeder era lungamente attesa, giacché la pellicola di Falardeau rappresenta per gli appassionati delle grandi storie sportive un film imperdibile.