Soul, nuovo film della Pixar destinato a finire direttamente in streaming su Disney+ a Natale, sin dal titolo racchiude poeticamente significati plurimi. Nella pellicola presentata come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2020, il regista di Up ed Inside Out Pete Docter (che condivide i crediti alla regia con lo sceneggiatore Kemp Powers) sembra infatti voler dirigere un ensemble di muse che ispirano tragedia, commedia, musica e poesia. C’è molta filosofia nel progetto, e si esprime attraverso una minuziosa ricerca di forme e colori eterei ed inaccessibili, rappresentando un aldilà incomprensibile perché mai esplorato da nessun uomo. Sta al protagonista Joe Gardner destreggiarsi tra la dimensione umana e quella extra-terrena al suono tumultuoso del traffico newyorkese ma soprattutto del jazz.
Soul: un professore delle medie e la sua ossessione per il jazz
Il filo conduttore di Soul è il jazz, amato alla follia dal protagonista Joe, un professore di musica delle scuole medie. Joe Gardner (Jamie Foxx nella versione originale) è un uomo di mezza età, incastrato in un precariato lavorativo e sentimentale, figlio della sarta Libba (doppiata in inglese da Phylicia Rashad) e di un musicista jazz che non ha mai spiccato il volo. Joe è combattuto tra l’accettare il posto fisso e sicuro che la scuola gli propone, oppure lanciarsi nell’avventura della tournee con il quartetto di Dorothea Williams (Angela Basset). Nel momento in cui il destino sembra finalmente offrire a Joe l’occasione della sua vita, una piccola distrazione lo catapulta nell’Ante-Mondo, una dimensione altra in cui le anime si esercitano prima di cadere sulla Terra.
Nel nuovo film Pixar Il cammino della vita umana visto da un’altra prospettiva
Nello spazio dell’Ante-Mondo slegato sia dal cielo che dalla Terra, il professore conosce 22 (Tina Fey), un’anima che sembra vivere un’eterna adolescenza e non riesce a lanciarsi nell’avventura umana. Istruita dalle più grandi menti, da Jung ad Einstein, 22 è una vera e propria causa persa ma con l’aiuto di Joe e dello strambo Spartivento proverà a trovare la sua strada. L’idea geniale di Soul è proprio questo doppio punto di vista, dove l’uomo è messo allo specchio con le sue fragilità ma anche con le sue peculiarità, così differenti da persona a persona ma che valgono sempre la pena di essere vissute.
Soul: ottimo soggetto e grande realizzazione, ma la scrittura potrebbe essere più complessa
Il nuovo film Pixar è oltremodo buono e per la quantità di elementi che vengono racchiusi in poco meno di due ore, tocca vette inarrivabili dalla maggior parte dei progetti animati. Tuttavia i tanti personaggi secondari sono poco approfonditi, pur essendo molto interessanti e caratterizzanti dei rapporti che Joe intrattiene nella sua New York – dal suo barbiere di fiducia alla sartoria della mamma, ad esempio. La doppia colonna sonora rappresenta in musica ciò che è ben realizzato visivamente, un doppio universo dove al di sotto della linea immaginaria si suona il confortevole Jazz, mentre nel mondo sconosciuto riscuona qualcosa di diverso e vagamente inquietante. Non a caso le musiche sono realizzate dal jazzista Jon Batiste, che ha ricreato l’atmosfera newyorkese e da Trent
Reznor e Atticus Ross dei Nine Inch Nails, che hanno ricercato un suono particolare per l’Ante-Mondo. Soul doveva inizialmente uscire al cinema ma, dopo vari rinvii, a causa della pandemia di Covid-19 salterà direttamente l’uscita in sala. È comprensibile che la Disney ora voglia dichiaratamente dare la priorità alla sua piattaforma streaming, ma non avremmo meritato – restrizioni permettendo – di vederlo sul grande schermo?