Lo Stadio Olimpico vuoto e un uomo incappucciato che, solo, è al centro dell’anello che tanto ricorda l’arena dei gladiatori del Colosseo. Francesco Totti appare dal nulla, come unico e solo protagonista di una storia che va al di là del valore calcistico per addentrarsi nella vita privata del Capitano, schivo e riservato quanto amato dai tifosi. Il film Mi Chiamo Francesco Totti è tratto tratto dal libro Un Capitano, scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli), mentre la sceneggiatura e il soggetto sono di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra.
Mi Chiamo Francesco Totti: un ‘biopic ragionato’, che va oltre l’elogio del campione
Il regista di Almost Blue, Alex Infascelli dirige un documentario sul Capitano che non narra esclusivamente la carriera dell’attaccante fantasista della Roma, ma di un uomo, della sua famiglia e della città eterna. Roma con la sua mitologia e maestosità, nel caso di Totti, non è mai una matrigna ma sempre un rifugio accogliente, con i luoghi del cuore, tra cui la scuola elementare Manzoni da cui parte una narrazione umana e professionale che lascia molto spazio ai sentimenti. In fondo il calcio non è altro che passione, sia per chi lo gioca che per chi lo segue e Francesco Totti, fino alla sua ultima partita con l’AS Roma, ha dimostrato che “tirare calci ad un pallone” non è poi una cosa così banale.
Un documentario che è il racconto sincero di 25 anni di carriera
Sullo sfondo della sua ultima notte, prima di abbandonare la carriera calcistica, si delinea un racconto che parla del protagonista ma anche della gente comune. Amici, parenti, colleghi, tifosi e abitanti di Roma, Infascelli segue un iter temporale che va dai primi anni ’90 fino ad oggi. 30 anni in cui i cambiamenti personali, sociali e della comunità si vedono attraverso le immagini di repertorio e il racconto di Totti che sembra essere scritto proprio da quel destino che il calciatore cita numerose volte. La narrazione in prima persona apre al ricordo e in Mi Chiamo Francesco Totti appare sincera e mai ridondante. Insieme alla grande famiglia del Capitano, che negli scorsi giorni ha subito la perdita del padre, c’è la grande esperienza formativa del calcio e dei mentori da Mazzone a Zeman ma anche dalle delusioni, causate negli ultimi due anni di carriera da Spalletti.
Alex Infascelli, oltre il muro dell’idolo romanista
Il più grande pregio di questo documentario è narrare di Francesco Totti come di una persona e non soltanto di un calciatore, tra l’altro vincitore dei Mondiali del 2006, dello scudetto della Roma del 2001 e di moltissimi altri premi. Idolo dei tifosi romanisti e non solo, la tentazione di divinizzare il calciatore poteva essere forte ma l’esperienza e il talento di Infascelli dimostrano quanto sia importante l’insieme degli elementi narrativi per rendere la biografia di un giocatore un film emozionante. Mi Chiamo Francesco Totti viene distribuito nelle sale italiane con una release evento dal 19 al 21 ottobre, per poi approdare su Sky.