Metti una spia inconsapevole, l’atmosfera fumosa delle stanze del potere e l’immancabile contatto proveniente dalla fredda Russia. Tutti ingredienti che finiscono nel calderone di Dominc Cooke, che dirige, su sceneggiatura di Tom O’Connor, l’ennesimo spy movie sulla Guerra fredda. Protagonista (quasi) assoluto è Benedict Cumberbatch, che dopo La Talpa del 2011 ritorna ai film di spionaggio, interpretando il protagonista di The Courier – L’Ombra delle Spie (titolo originale Ironbark), presentato nella sezione Tutti Ne Parlano della 15 Festa del Cinema di Roma.
The Courier è tratto dalla vera storia di Ironbark e Greville Wynne
Il film ripesca dagli archivi una storia vera, quella di Ironbark, la spia russa che permise, con la complicità dell’MI6, di fornire al presidente J.F. Kennedy immagini top secret della base missilistica della Baia dei Porci, a Cuba, permettendo di fermare una possibile guerra nucleare. Ironbark, alias Oleg Penkovsky (interpretato dall’attore georgiano Merab Ninizde) era un colonnello dell’intelligence militare sovietica ed ebbe l’idea di reclutare un comune imprenditore britannico, che facesse da intermediario senza destare sospetti. La storia raccontata in The Courier – L’Ombra delle Spie parte da questo fatto storico per poi entrare nel profondo dei personaggi e della narrazione, in particolare si concentra sul protagonista Greville Wynne (Cumberbatch), una vera e propria spia per caso.
Cooke racconta una storia vera ma con il costante pathos della finzione
Greville è un uomo di mezza età, con un matrimonio in fase critica, un lavoro poco interessante (ma ben pagato) e l’abitudine di socializzare facilmente. Visti i suoi precedenti come rappresentante di materiale meccanico in Europa e anche verso paesi del blocco Est, viene intercettato dall’MI6 e dalla spia della CIA Emily Donovan (Rachel Brosnahan), per fare il corriere delle informazioni rilasciate da Ironbark e non destare sospetti. Le due spie iniziano così a frequentarsi sempre più spesso e i viaggi frequenti a Mosca trasformano Greville da semplice rappresentante ad asso nella manica dell’Alleanza contro i piani di Nikita Krushev. Ad alimentare il desiderio di Greville e Ironbark di portare a termine le delicatissime missioni è soprattutto la paura di un imminente conflitto nucleare, che si trasforma in pochi in pericolo concreto.
Una spy story ben confezionata ma troppo ancorata alla tradizione
The Courier, adattato in italiano come L’Ombra delle Spie, probabilmente per richiamare il successo del film di Steven Spielberg Il Ponte delle Spie (2015) è un film classico, dall’ambientazione fumosa e dai colori caldi e vignettati, tipici dei film di spionaggio degli anni ’60 e ’70. La storia di spionaggio è molto ben costruita, con una sceneggiatura coerente, la giusta collocazione della colonna sonora e un cast eccellente. Benedict Cumberbatch è perfetto nel suo ruolo da britannico annoiato e testardo e l’attore di Sherlock Holmes riesce ad immedesimarsi in Greville Wynne anche nella seconda parte del film, la più violenta e drammatica. Cumberbatch è tra gli attori migliori nel panorama europeo e difficilmente sbaglia le sue scelte. Il coprotagonista Merab Ninizde è altrettanto all’altezza del ruolo, una spia russa non convenzionale, empatica e socievole ma con un chiaro obiettivo da portare a termine. Seppur il film si concentri sui due protagonisti maschili lascia spazio anche a due ottime e promettenti attrici Jessie Buckley, che interpreta la moglie di Greville e Rachel Brosnahan, interprete dell’amata serie Amazon The Marvelous Mrs. Maisel, qui nei panni della recluta della CIA Emily Donovan. The Courier – L’Ombra delle spie, nonostante sia ben scritto e diretto, rimane un film troppo ancorato alla tradizione, in cui la spia buona lotta con tutte le sue forze contro i diabolici russi, con tanto di immaginario collettivo riferito a maschere antigas e rifugi sotterranei. Il film dovrebbe essere distribuito in sala da Eagle Pictures, ma per la data d’uscita dovremmo attendere tempi migliori.