Alcuni film, pur non sembrando indimenticabili al momento della loro uscita, consolidano la propria identità nel tempo fino ad assumere un’importanza quasi inaspettata. Sicuramente tra questi vi è Borotalco di Carlo Verdone, che a poco meno di quarant’anni dalla sua uscita è diventato un cult della commedia italiana (come molti altri film dell’attore e regista romano) e torna con una nuova versione restaurata in blu-ray e DVD grazie a Mustang e CG Entertainment.
BOROTALCO: CARLO VERDONE DA VENDITORE PORTA A PORTA A PRODUTTORE MUSICALE
Sergio (Carlo Verdone) è un goffo venditore porta a porta di enciclopedie, che vive con l’amico Marcello (Christian De Sica) e si sente intrappolato dal rapporto con la compagna Rossella. La sua vita incede senza grandi slanci finché il caso non decide di dargli un’improbabile seconda chance. A causa di uno strano malinteso e di una buona dose di fortuna, quando incontrata la bella Nadia (Eleonora Giorgi), sua ignara collega ed entusiasta fan di Lucio Dalla, decide di cogliere l’opportunità per fuggire dal grigiore delle sue giornate e di spacciarsi per un produttore musicale di successo. I due si si imbarcheranno così in una sgangherata avventura che li porterà proprio dal cantante bolognese.
CARLO VERDONE DECIDE DI GIOCARSI IL TUTTO PER TUTTO CON UN FILM ‘VERO’
Siamo nel 1982. Borotalco è la terza regia di Verdone dopo Un Sacco Bello e Bianco, Rosso e Verdone. Il comico romano, lanciato dal successo televisivo, aveva debuttato al cinema avendo come mentore niente meno che Sergio Leone. Fino ad allora però i suoi lavori – pur straordinari e benedetti da un grandissimo successo – risentivano del carattere caricaturale ed episodico delle origini nel cabaret, e lui voleva dimostrare ai produttori di poter reggere sulle proprie spalle un film più ‘tradizionale’, con un’unica storia e un unico protagonista.
La ricerca di un’idea per il film si protrasse per più di un anno, finché Verdone e il co-sceneggiatore Enrico Oldoini non furono convinti di aver trovato il giusto soggetto per controbilanciare comicità e componente narrativa. Verdone aveva vissuto con grande ansia tutta la produzione, consapevole dell’impatto che il film avrebbe potuto avere sulla sua carriera, e, quando cominciò a realizzare che l’accoglienza del pubblico era entusiastica, capì che quella formula lo avrebbe potuto accompagnare per tutta la carriera – e così è stato.
BOROTALCO, QUEL TITOLO COSÌ IMPORTANTE
Il titolo del film, Borotalco, non mancò di creare problemi, eppure col senno di poi è la quintessenza della cifra stilistica che ha caratterizzato la maggior parte della filmografia del regista, sceneggiatore e attore romano.
Quando Verdone lo scelse, era convinto che fosse il nome comune di un prodotto chimico e non un marchio registrato. Per questa ragione, il giorno in cui uno dei produttori del film gli mostrò la lettera di uno studio legale che per conto del gruppo Manetti&Roberts minacciava guerra in tribunale, vide immediatamente insidiato tutto il rinnovato ‘potere contrattuale’ con il quale era certo di poter approcciare al lavoro successivo. In realtà la vicenda si risolse rapidamente con un semplice confronto tra la Cecchi Gori e l’azienda produttrice, nel quale fu reso evidente che lo straordinario successo del film poteva essere solo una grande opportunità commerciale, una pubblicità involontaria e gratuita.
LA LEGGEREZZA DEL BOROTALCO PER SEGNARE IL CINEMA DI CARLO VERDONE
A prescindere dal suddetto aneddoto, quel che conta è il senso dietro quel titolo. Verdone pensò a Borotalco quasi come a una dichiarazione programmatica della propria idea di cinema. La motivazione con la quale egli stesso ricorda che lo spiegò a Eleonora Giorgi è in tal senso illuminante: «il film è leggero, come una nuvola».
A caratterizzare Borotalco infatti è quel senso di incosciente tenerezza del protagonista; un misto tra azzardo e insicurezza, avventatezza e candore. Caratteristiche essenziali del protagonista Sergio, sono in realtà anche un perfetto ritratto di quella gioventù dei primi anni ’80, nel fiore degli anni in un periodo di ottimismo e benessere, con i decenni delle contestazioni e del terrorismo dietro le spalle e il crollo della globalizzazione ancora lontano dal venire.
Borotalco è per l’appunto un film leggero nel senso migliore, una divertente storia nella quale sono poche le cose che vanno come ci si aspetterebbe e che, pur con quella vena di malinconia che è propria di Carlo Verdone, ben rappresenta lo spaccato di un preciso momento del cinema e della società italiana.