Mademoiselle (The Handmaiden), ultimo film diretto da Park Chan-wook (Old Boy e Lady Vendetta, giusto per citare un paio di titoli), non ha avuto vita facile con la distribuzione italiana: presentato al Festival di Cannes in concorso nel 2016, la pellicola ha fatto il suo debutto nelle sale nostrane solo nell’agosto del 2019 (incassando meno di 100.000 euro, a fronte di un risultato a livello globale di quasi 40 milioni di dollari). Tuttavia, per la gioia di collezionisti ed appassionati, CG Entertainment e Mustang rendono finalmente disponibile nel nostro paese l’edizione in home video del capolavoro di uno dei cineasti più influenti e visionari degli ultimi vent’anni.
MADEMOISELLE (THE HANDMAIDEN) METTE IN SCENA UN INTRIGO A TRE NELLA COREA DEGLI ANNI TRENTA
Ambientato nel periodo dell’occupazione giapponese in Corea, Mademoiselle (The Handmaiden) racconta le vicende di Lady Hideko (Kim Min-hee), una ricca ereditiera imprigionata dal dispotico zio Kouzuki (Jo Jin-woong) che vorrebbe impadronirsi del suo patrimonio. Il destino della donna però si incrocia con quello di altri due personaggi, il conte Fujiwara (Ha Jung-woo) e la domestica Sook-Hee (Kim Tae-ri): i due, che in realtà sono dei truffatori, cercano di sedurre l’inconsapevole vittima per derubarla e poi rinchiuderla in un manicomio. Ma le apparenze, a volte, possono ingannare.
MADEMOISELLE (THE HANDMAIDEN) È L’ESALTAZIONE IN COSTUME DELLA POETICA DI PARK CHAN-WOOK
Con Mademoiselle (The Handmaiden), riadattamento del romanzo inglese di Sarah Waters Ladra, Park Chan-wook realizza lo splendido affresco di un periodo molto particolare della Corea attraverso l’unione di generi (il dramma storico, l’erotico e il thriller) che solo un maestro come il regista della Trilogia della Vendetta può riuscire a gestire in maniera perfetta.
La trama del film si sviluppa, tra flashback e storylines parallele, in tre atti: i primi due raccontano, attraverso punti di vista diversi, il percorso delle due protagoniste, per confluire in un’intensa parte finale dove lo script trova il suo compimento ideale. Grazie ai molteplici colpi di scena con doppi e tripli giochi, capaci di portare lo spettatore esattamente dove il cineasta di Seul desidera, Mademoiselle (The Handmaiden) non solo delinea uno spaccato sociale dove il conflitto tra classi è feroce, ma stigmatizza un becero maschilismo insito nella cultura coreana e giapponese in cui solo l’atto di ribellione di Lady Hideko e di Sook-Hee, amanti e sempre un passo avanti rispetto agli uomini nella capacità di andare oltre al proprio istinto o al proprio interesse, è in grado di scombinare lo status quo.
A fronte di una complessa impalcatura narrativa è impresa ardua trovare il trait d’union tra accessibilità al grande pubblico e ricerca autoriale, tipica di un grande autore; tuttavia Park Chan-wook, con una regia mai così sontuosa, ci regala una delle opere più mature della sua filmografia.
Uno degli elementi che più salta all’occhio in Mademoiselle (The Handmaiden) è la capacità, da parte del filmmaker di Old Boy, di coniugare movimenti di macchina articolatissimi (non un virtuosismo fine a se stesso perché la tecnica è sempre al servizio della storia) e rigore scenico degno del miglior Kurosawa (nel modo in cui esalta lo spazio, le geometrie degli interni e i costumi come parte integrante della narrazione). Impressionante anche come il cineasta sudcoreano riesca a cambiare stile a seconda di ciò che vuole trasmettere, sia nei momenti in cui vuole amplificare l’attrazione tra le due protagoniste (il suo sguardo erotico è passionale e raffinato allo stesso tempo) sia quando emerge il dramma umano dei personaggi (con le loro contraddizioni e i loro impulsi).
Il cinema di Park Chan-wook ha spesso trattato i temi del doppio e della maschera e Mademoiselle non fa eccezione: dietro al trucco e agli abiti meravigliosi, le protagoniste femminili nascondono una personalità estremamente complessa; l’amore stravolge tutte le certezze delle due donne e apre uno squarcio profondo sui loro preconcetti e sulle loro ipocrisie. La scelta delle interpreti, per ruoli così difficili, è fondamentale e per questo motivo il casting di due attrici talentuose come Kim Min-hee e Kim Tae-ri è la ciliegina sulla torta di una pellicola impeccabile sotto tutti i punti di vista.
In attesa di vedere Decision To Leave, il nuovo progetto del regista sudcoreano per il grande schermo (dopo la parentesi televisiva con la miniserie AMC/BBC La Tamburina), Mademoiselle (The Handmaiden) può essere già considerato un classico contemporaneo, altro straordinario capitolo di un artista che con il suo contributo ha trasformato l’industria audiovisiva del suo paese in una delle più dinamiche a livello globale (l’Oscar a Parasite è solo il punto di arrivo di un percorso che, grazie anche a Park Chan-wook, a Kim Ki-duk e alla produttrice Miki Lee ha reso popolare il cinema coreano nel mondo).