Communion (titolo originale Komunia) è il docu-drama del 2016 della regista polacca Anna Zamecka. Premiato per il miglior documentario agli EFA nel 2017 e presentato al Trieste Film Festival 2021, il soggetto è quello di una famiglia disfunzionale e l’obbligo di una responsabilità che arriva troppo in fretta.
COMMUNION: IL DOCU-DRAMA SULL’OBBLIGO DI UNA RESPONSABILITÀ ASINCRONA
L’ambientazione in una comunità polacca cattolica è il presupposto narrativo di una narrazione psicologicamente faticosa. La tensione tematica fra la necessità reale di crescere in fretta e i bisogni specifici dell’adolescenza conflagra nell’opera della Zamecka. Tanto reale quanto terrificante, Communion (Komunia) usa un iper-realismo per narrare la vita di Ola (Ola Kaczanowski). A soli 14 anni è obbligata a prendersi carico della propria famiglia: un padre con palese deficit cognitivo, una madre assente e un fratello con sindrome dello spettro autistico. L’obbligazione precoce e il peso di un vissuto anticipato la inducono a un palese stato di pseudo-apatia.
IL LAVORO DI ANNA ZAMECKA SU UNA TEORIA INVERTITA DELLO SVILUPPO
Communion (Komunia) propone una teoria ecologica alla Bronfenbrenner ma a caratteri invertiti. Le condizioni di vita analizzate dalla Zamecka mostrano come lo sviluppo funzioni in situazioni troppo lontane dall’idealità e dalla teoria. Così, le relazioni famigliari, estendendosi verso quelle macrosistemiche, diventano una pesante sfida, soprattutto se bisogna gestire due vite, anziché una. In Communion (Komunia) non esistono adulti che supportino lo sviluppo progressivo di abilità pro-sociali o che accompagnino una crescita graduale. Tutto questo avviene nella cornice di una rappresentazione sociale che si nutre di un continuo indottrinamento religioso.
COMMUNION E IL VALORE RETORICO DI UNA COMUNITÁ ASSENTE
In questa paradossale condizione, la religione stessa diviene un’appendice di cui può godere solo la gente felice. Communion (Komunia) non guarda al culto come possibilità di aiuto e salvezza, ma come fenomeno autoreferenziale. Gli insegnanti, le guide predicano ma appaiono cieche al bisogno individuale e al valore dell’inclusione. L’etica della cura si configura ancora di più come una responsabilità individuale, progressivamente spostata verso forme periferiche della relazionalità. La collettività integra ma non accoglie, non si pone nella condizione della comprensione del bisogno. Communion (Komunia), in questo, racconta l’esatto opposto di ciò che il significato del titolo dovrebbe portare con sé. La “comunione” è qui contestualizzata nella situazione relazionale uno a uno, dove subentra l’obbligo della cura che sconvolge la piramide dei bisogni di una precoce care-giver.
KOMUNIA INDAGA I TEMI DELLA CURA, DELLA CRESCITA E DEL BISOGNO
La cura della sorella maggiore per il fratello rievoca l’incastro esistenziale di Buon compleanno Mr. Grape. La condizione dell’esistenza non è semplicemente polarizzata tra felicità e infelicità, ma si colloca nel non-vissuto, nella mancanza. Lo sguardo della Zamecka si inserisce continuamente in quella relazione a due e ne osserva le dinamiche più complesse. Il ruolo educativo di Ola nei confronti del fratello manifesta l’intrinseca assurdità di una condizione senza scopo. Così, preparandosi a ricevere la prima comunione, il fratello offre l’ennesima prova della contraddizione esistente fra il vissuto e la sua rappresentazione. Il sociale collassa, manifestando l’impossibilità di attenzione al singolo, rivelando uno sguardo cieco nel suo processo indottrinante e de-soggettivante.
IL FILM DI ANNA ZAMECKA COME DENUNCIA SOCIALE ED ESORTAZIONE AL REALE
La visione di Komunia è quasi esasperata, supera il valore dell’immaginazione filmica e osserva le contraddizioni del reale. La categoria degli Special Educational Needs, così, sono chiamate a concretizzarsi, assumendo il loro valore estensivo. Non è solo la condizione dell’autismo che chiama in causa l’idea di bisogni educativi speciali, ma anche quella dello svantaggio culturale, famigliare, identitario in cui si trova Ola. Lo spazio del gioco e della spensieratezza scompaiono. La configurazione del ruolo sociale, nella denuncia della Zamecka, non passa da fasi simboliche o simulative. La realtà si imbatte letteralmente sulla vita di Ola, costretta a un ruolo illegittimo. Questa è la storia che racconta Komunia, offrendo la visione realista di un’adolescenza negata e arricchita solo dalla profondità etica della relazione di cura.