Uno dei primi regali del 2021 della distribuzione Netflix è la miniserie diretta da Martin Scorsese Fran Lebowitz – Una vita a New York. Divisa in sette episodi tra il biografico e il documentario, Pretend It’s a City (questo il titolo originale) è in streaming dall’8 gennaio.
FRAN LEBOWITZ – UNA VITA A NEW YORK (PRETEND IT’S A CITY): STORIA DI UNA CITTÁ E DI UNO SGUARDO INTELLETTUALE
La serie firmata da Scorsese è un inno all’irriverenza di una scrittrice che trasforma la vita in un indispettito anticonformismo. Soggetto specifico di Fran Lebowitz – Una vita a New York (Pretend It’s a City) è un dialogo disteso e umoristico su New York. Lo sguardo penetrante della scrittrice è quello di una consapevolezza sicura e forte, rivolto a un collasso che è incarnazione delle contraddizioni socio-antropologiche di una città contorta. New York è un melting pot culturale, vive di un’identità ibrida, universale e individuale allo stesso tempo. Nelle pieghe di questa dicotomia, si scorge il riflesso di una decadenza. Dai taxi alle persone attaccate allo smartphone che rischiano di investire i pedoni, Lebowitz prende una città vissuta, amata e odiata, e la espone comicamente alla berlina.
FRAN LEBOWITZ: LA FORZA INTELLETTUALE DI UNA COMICITÁ ANTICONFORMISTA
Dissenso, lesbismo, umorismo, contraddizione. Gli occhiali tartarugati, il vestiario maschile con immancabili stivaletti e jeans firmati Levi’s. Sguardo profondo, spesso corrucciato e passo goffo, un po’ attempato. Non è milionaria, non porta con sé un cellulare, vive nella sua casa con una biblioteca da diecimila volumi e ha un blocco dello scrittore che dura da almeno dieci anni – ironicamente reso nella crasi linguistica “blockade”. Questi sono tutti elementi che permettono di tratteggiare il profilo di una figura tanto geniale quanto disturbante. Quell’equivocità di un apparire secondo i propri canoni estetici è la rappresentazione della rottura dello stereotipo, lontano dall’idea stessa di “moda”. Classe anni ‘50, arrivata a New York con solo 200 miseri dollari in tasca, Lebowitz è un’icona della comicità sana, una grande scrittrice non scrivente. Non è di tendenza, ma rappresenta se stessa, il proprio stile, la propria visione.
MARTIN SCORSESE E LEBOWITZ IN UN DIALOGO SU NEW YORK, TRA COMICITÁ E DISSENSO
Fran Lebowitz – Una vita a New York (Pretend It’s a City) non è la prima collaborazione fra Scorsese e Lebowitz. Nel 2010, infatti, il regista la rendeva già protagonista del suo documentario per HBO: Public Speaking. Tre anni dopo Fran Lebowitz torna in un cameo in The Wolf of Wall Street. Nel nuovo documentario, Scorsese ne offre uno splendido ritratto. Entra nella prospettiva di un’ umorista geniale e sempre in controtendenza che incarna l’arte della contraddizione. Insieme alla Lebowitz, New York diventa indiscussa protagonista. Una città non-luogo, che vive di frenesia, continue pulsioni, movimenti incontrollati, fratture sociali. Qui, Fran Lebowitz manifesta senza mezzi termini il suo forte rigetto per i turisti, da cui il titolo originale. “Fai conto che sia una città” urlerebbe ai turisti che credono di visitare un parco divertimenti, più che una metropoli.
FRAN LEBOWITZ – UNA VITA A NEW YORK (PRETEND IT’S A CITY): UNIVERSALE E INDIVUALE NELLA CITTÁ GLOBALE.
Così, il lavoro di Scorsese aiuta non solo a conoscere un interessante profilo intellettuale, ma soprattutto a entrare nel suo punto di vista, osservando New York attraverso il suo sguardo. Nella Lebowitz esiste la consapevolezza di giudizio criticamente costruito, nutrito di varie esperienze della città. Un giudizio che, nella sua pungente comicità, mostra la verità su un luogo che condensa una serie stratificata di significati. New York è di certo un emblema e nei suoi movimenti complessivi la Lebowitz riesce a raccontarla. Scorsese, così, la insegue con la macchina da presa mentre cammina sul The Panorama of The City of New York. La bigature del Queens Museum of Art diventa simbolo di una visione articolata che regge insieme il microcosmo e il macrocosmo nel giudizio della speaker statunitense.
IL TRAGICO SGUARDO DEL DISSENSO NELLA MINISERIE NETFLIX DI SCORSESE
Dalle biblioteche alla sanità, dalla metropolitana ai turisti, Fran Lebowitz – Una vita a New York (Pretend It’s a City) racconta la visione complessa e la vita tragica di un’intellettuale. Di certo, Scorsese non poteva farlo se non mediante una delle figure più iconiche della New York del dissenso. Se quello della Lebowitz è un umorismo continuo, non esiste battuta che non sia un riflesso di criticismo e verità. Per questo, forse, in quella comicità esiste una sofferenza celata. Il dolore intellettuale della consapevolezza per essere superato ha bisogno di incarnarsi nella suprema arte della commedia. La Lebowitz, con la sua estetica e la sua etica, mette attivamente in scena tutto questo, vestendo i panni di un giullare contemporaneo.