Nominato per due Golden Globe e snobbato agli Oscar, Boy Erased – Vite Cancellate, dramma di denuncia sociale scritto e diretto da Joel Edgerton, è disponibile in DVD e Blu-ray con CG Entertainment / Universal.
I coniugi Marshall e Nancy Eamons (Russell Crowe e Nicole Kidman) vivono in una tranquilla e assopita cittadina dell’Arkansas. Marshall, oltre a essere un commerciante di automobili, è un pastore battista. La coppia ha un figlio: il diciannovenne Jared (Lucas Hedges di Manchester By The Sea), che un giorno turberà la pace domestica con il proprio coming out. Per riportare la “normalità” in casa Eamons, i due genitori gli imporranno di partecipare a una terapia riparativa, ovvero una pratica il cui fine è quello di sopprimere i desideri omosessuali dell’individuo “problematico”, avvicinandolo a un orientamento eterosessuale. Per tale ragione, Jared inizierà uno straziante percorso all’interno del programma di recupero Love in Action, capitanato dall’inquietante figura di Victor Sykes (il regista e sceneggiatore Joel Edgerton).
BOY ERASED NON È UN SOLO UN FILM SULL’OMOSESSUALITÀ, MA ANCHE SU UN’IDEA MALATA DI RELIGIOSITÀ
A distanza di tre anni dal suo ultimo film, Joel Edgerton torna dietro la macchina da presa per lavorare alla trasposizione di un libro di memorie scritto da Garrard Conley nel 2016, in cui l’autore ha testimoniato le numerose violenze psicologiche realmente subite all’interno di una struttura di recupero regolata da un ottuso fanatismo religioso. Un’esperienza alla quale è sopravvissuto senza farsi fare il ‘lavaggio del cervello’ e che anzi lo ha convinto a diventare un coraggioso attivista per i diritti degli omosessuali.
Com’è prevedibile Boy Erased – Vite Cancellate si rivela fin da subito una denuncia verso l’omofobia, ma è soprattutto una dichiarazione di guerra ai pregiudizi e alle ipocrisie che si celano dietro a un cieco percorso di fede. Bastano poche lapidarie parole pronunciate durante la presentazione del progetto Love in Action per toccarne l’essenza: l’omosessualità viene menzionata – assieme alle droghe, il gioco d’azzardo e l’alcolismo – tra i peccati responsabili dell’allontanamento da Dio.
UNA SCENEGGIATURA CHE SEGUE UN PERCORSO DI CAPOVOLGIMENTO PER ARRIVARE A RASSICURARCI
Gli ospiti del centro sono pazienti da ‘curare’ e convertire con ogni mezzo possibile, ma anche strumenti per ripulire i portafogli dei loro genitori – carnefici a loro volta, eppure anche vittime di un’idea farisaica della fede. Nonostante l’impatto durissimo della terapia di Victor Sykes, però, persino all’interno di un luogo negativo come il Love in Action sembra possibile la nascita di qualcosa di nuovo; qualcosa di buono e sincero; qualcosa di distante dalla corruzione ideologica che caratterizza l’istituto. Gli incontri con gli altri ragazzi del centro, anche loro costretti a dover affrontare gli stessi fantasmi, saranno infatti lo spunto da cui la sceneggiatura svilupperà un percorso di autocoscienza del protagonista, da cui poi partirà la rinascita raccontata tanto bene nel libro di Conley. È così che paradossalmente un luogo di repressione e mistificazione si trasformerà per eterogenesi dei fini in una culla di verità. Una parabola consolatoria e rassicurante che finisce per preferire la strada dei buoni sentimenti a quella dell’amarezza.
UN GRANDE CAST COMPENSA UNA REALIZZAZIONE TECNICA MANCHEVOLE
Il soggetto del secondo lungometraggio dietro la macchina da presa per Edgerton è potenzialmente interessante ma anche a grande rischio di scadere nel retorico, e purtroppo la mano ancora acerba del regista non riesce a trovare una personalità sufficiente per portare il film in direzioni minimamente inaspettate. Il comparto tecnico contribuisce a collocare il film nel solco del già visto, e se la scelta di costruire la storia con un montaggio intessuto di continui salti temporali – ma incapace di impartire un ritmo adeguato – finisce per depotenziare il climax narrativo, la fotografia dalle tonalità cupe sembra voler insistentemente ricreare un’atmosfera tragica, risultando a lungo andare fastidiosa.
A tenere a galla il film ci pensa la splendida prestazione del cast, forte tanto dell’esperienza della coppia di veterani Crowe-Kidman quanto del talento cristallino del giovane Lucas Hedges, toccante e sincero. Joel Edgerton dà forse qui il suo meglio proprio come attore, e ad arricchire l’insieme ci pensano un paio di cammei di assoluta importanza: quello di Flea, storico bassista e cofondatore dei Red Hot Chili Peppers, e quello di Xavier Dolan, che riesce a brillare anche se presente sulle scene per pochi minuti.