Chi ama l’horror d’autore non può di sicuro perdersi Il Colore Venuto dallo Spazio (Color Out of Space il titolo originale), adattamento cinematografico dell’omonimo racconto del maestro dell’orrore cosmico letterario Howard Phillips Lovecraft risalente al 1927, appena un anno prima della nascita dell’iconico Cthulhu. Il film, disponibile in DVD, Blu-ray e streaming con Adler / CG Entertainment, vede dietro la macchina da presa Richard Stanley, che torna alla guida di un progetto di una certa rilevanza dopo quasi un quarto di secolo di documentari e cinema indipendenti seguiti all’inferno produttivo de L’Isola Perduta – dal quale fu licenziato senza ottenere nemmeno i crediti.
Il Colore Venuto dallo Spazio e le tinte indefinibili dell’orrore cosmico di H.P. Lovecraft
Nathan Gardner si trasferisce insieme a moglie e figli in una isolata fattoria del New England, dove si dedica ad allevare alpaca. Quella dei Gardner è una famiglia in ‘fuga’ dalla vita frenetica della città e individua la nuova dimora come il luogo ideale per riappropriarsi del piacere del quotidiano ma anche per riportare su binari meno conflittuali le relazioni tra i membri del nucleo familiare.
Una scelta radicale, fatta però non senza la consapevolezza da parte di Nathan e della moglie Theresa di andare incontro ad un futuro impegnativo e in qualche misura incognito, ma soprattutto una scelta subita dai tre figli, in particolare da Lavinia, la più grande. Un’adolescente in cerca di sé stessa e nella quale le spinte, le pulsioni e il proprio personale processo cognitivo e di crescita mal si raccordano con la pressoché inesistenza di stimoli esterni. In un contesto di ricostruzione, sia pratico che metaforico, nel bel mezzo di una notte un meteorite si abbatte nel giardino davanti casa.
Lo strano oggetto extraterrestre ha colori accesi, un aspetto che lo rende forse meno inquietante, ma un odore nauseabondo. Il fatto mette in allerta le autorità del posto e attrae l’attenzione dei media. Ma una volta che tutto sembra sotto controllo e viene ricondotto ad un “semplice” evento eccezionale non pericoloso, i membri della famiglia Gardner cominciano ad avere strani cambiamenti, a fare e dire cose fino ad allora impensabili. Nello stesso tempo Ward Phillips, un idrologo amico di Lavinia, scopre qualcosa nell’acqua potabile.
Ne Il Colore Venuto dallo Spazio Nicholas Cage si produce in un’interpretazione alla Nicholas Cage
Dopo trenta anni da Hardware – Metallo Letale (e a 28 dal suo ultimo lungometraggio di finzione, Demoniaca) Richard Stanley si cimenta in un nuovo fanta-horror. Ne Il Colore Venuto dallo Spazio il pericolo è extraterrestre ma la tesi è sempre la stessa: la manipolazione dell’ambiente, soprattutto attraverso le tecnologie più spinte e incontrollabili, può causare gravissimi rischi per le persone e per il pianeta.
Dal punto di vista cinematografico il film funziona praticamente su ogni fronte, ma deve inevitabilmente fare i conti con un protagonista che è croce e delizia per definizione: il sempre eccessivo e fuori contesto Nicholas Cage. Si sa, i tempi di Via da Las Vegas e Il Ladro di Orchidee sono lontanissimi e, facendo di necessità virtù, l’attore nipote di Francis Ford Coppola negli anni ha imparato a trasformare il suo sempre più ingestibile gigionismo in un marchio di fabbrica. È chiaro quindi che chiunque si accinga a vedere un film con l’interprete di Mandy (il cui successo viene qui cavalcato senza mistero) sa bene a cosa andrà incontro, e deve accettare tutto il pacchetto anche se, probabilmente, un altro interprete come protagonista avrebbe certamente fatto fare a Il Colore Venuto dallo Spazio un ulteriore salto di qualità.
A parte questo ‘dettaglio’, il regista sudafricano ha messo in piedi un ottimo show, dove tutti gli altri personaggi sono molto ben caratterizzati e decisamente a loro agio nel mettersi a disposizione della storia. Ma i veri punti di forza sono la scelta dei colori, una scala cromatica domina un suggestivo viola-neon, i suoni e le musiche insieme a inquadrature velocemente zoommate e in dissolvenza per non svelare anzitempo nulla che possa togliere suspense. Scelte registiche, queste, che tengono alta la tensione dello spettatore fino ai “fuochi d’artificio” finali. Il cast si completa con Joely Richardson, Madeleine Arthur, Brendan Meyer, Julian Hilliard e Elliot Knight. In un mondo dove tutto, almeno secondo la visione di Richard Stanley, sembra auto fagocitarsi, Il Colore Venuto dallo Spazio avrà lunga vita nel panorama dei film di genere anche se purtroppo la trilogia lovecraftiana che avrebbe dovuto inaugurare (sarebbe seguito un adattamento de L’Orrore di Dunwich) non vedrà mai la luce a causa della bufera seguita alle accuse di violenza domestica da parte dell’ex compagna del regista, la co-sceneggiatrice de Il Colore Venuto dallo Spazio Scarlett Amaris.