Locked Down è il nuovo film di Doug Liman (Edge of Tomorrow, The Bourne Identity) e scritto da Steven Knight (sceneggiatore noto soprattutto per aver creato Peaky Blinders). Rilasciato il 14 gennaio su HBO Max negli Stati Uniti, il film arriva il 16 Aprile con Warner Italia sulle principali piattaforme VOD. Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor – insieme ad apparizioni come quelle di Ben Stiller e Ben Kingsley – sono i protagonisti di una combinazione fra romantic comedy e heist movie.
IL FILM DI DOUG LIMAN TRA LOCKDOWN E “COLPO GROSSO”
Interamente finanziato e scritto durante la pandemia, Locked Down di Liman risulta, tuttavia, privo di rilevanti aspirazioni. Il film dipinge la storia di Paxton (Chiwetel Ejiofor) e Linda (Anne Hathaway), coppia insoddisfatta, che vive l’obbligante confinamento nelle mura domestiche durante la pandemia. Nell’intreccio narrativo che dà loro la possibilità di un riscatto economico grazie a un “colpo grosso”, la vita dei due si riconfigura sulla base di una adrenalinica esperienza comune.
LOCKED DOWN E LA CONTAMINAZIONE TRA GENERI
Il film di Liman che, di certo, mostra audacia per l’ambientazione e il breve periodo di svolgimento delle riprese, mira a raccontare il lockdown e le sue dinamiche, combinandosi con un genere da intrattenimento. Forse questo tono di leggerezza conferito dalla heist comedy destruttura dall’interno lo script. Di fatto, non si comprendere se l’idea sia meta-referenziale, ossia la rappresentazione di uno specifico genere nel contesto pandemico, o se l’intreccio multi-tematico serva a stemperare la difficoltà intrinseca nel raccontare le dinamiche dei rapporti durante il lockdown, quindi snervando il tono da psico-dramma.
DOUG LIMAN, UNA COMMEDIA ROMANTICA PER RACCONTARE LE CONSEGUENZE DEL LOCKDOWN
Locked Down, nonostante questo pericolo dello slittamento di genere, riesce a non annichilire totalmente il suo valore drammatico, nonostante le improprie contaminazioni. Lo fa dipingendo un contesto realisticamente vissuto e legato ai danni socio-economici prodotti dalla pandemia. Licenziamenti, destrutturazione dei rapporti interni ed esterni alle mura di casa, la chiusura obbligata, il distanziamento hanno generato processi idiosincratici nelle relazioni inter-individuali. In Locked Down, a incrementare la descrizione dell’ultimo anno vissuto e con annesso utilizzo delle riprese da webcam, sono le continue incursioni nello spazio privato da parte della videocamera. Questa diventa l’occhio invadente dell’altro, palesando un voyerismo disturbante. Un tale assottigliamento fra il privato e il pubblico costituisce, infatti, uno degli elementi più destabilizzanti dell’esistenza individuale nell’era della pandemia da Covid-19.
LOCKED DOWN E MR. & MRS. SMITH: COPPIE IN CRISI ED ESPERIENZE ADRENALINICHE
Mentre Paxton è sempre più in uno stretto confronto con il suo passato, Linda è costretta a essere mandante diretto dei primi licenziamenti. È obbligata a una funzione a-morale, soffocando le relazioni di amicizia. Questa potentissima stretta etica, i problemi che esplodono intra moenia si esplicano cosi nella verbosità incessante della Hathaway. Infatti, dopo 10 anni di vita insieme, proprio durante (o a causa) del lockdown la coppia implode. Nella fase più acuta del contrasto, Malcom (Ben Kingsley), il capo di Paxton, per riaverlo con sé è obbligato a fornirgli una falsa identità. In questo esatto punto della narrazione, Locked Down curva verso la commedia. Qui, il recupero dei toni di Mr. and Mrs. Smith diventa evidente. Il film del 2005 è infatti dello stesso Liman e presenta sempre una crisi di coppia che fa confluire nell’azione estrema e nella condivisione di scopi la possibilità risolutiva del disfacimento della relazione.
ECHI DAL LOCKDOWN NEL FILM DI DOUG LIMAN
La convivenza forzata, la possibilità della separazione, l’idea del colpo grosso da Harrods messo in atto dalla coppia neo-criminale e gli scontri interni alla coppia, di fronte a tutto questo il prolungamento del lockdown diventa una risoluzione/opportunità di riabilitazione. Per questo, il film di Liman opera un parziale recupero. Lo fa proprio quando, sul finale, palesa la contraddizione della relazione più intima: quella che guarda all’altro come estraneo, sottolineando l’ambivalenza dei rapporti umani. Locked Down tende così a velare con la narrazione il senso della precarietà che – anche in riferimento ad altre dimensioni propriamente antropiche – è stato tragicamente riportato dalla pandemia sul piano insindacabile dell’evidenza empirica.