Si sa, per amore si fanno le cose più coraggiose ma anche quelle più tremendamente stupide. Su questo piccolo postulato di saggezza popolare prende il via Love and Monsters, film che porta la regia di Michael Matthews ed ennesimo caso di release cinematografica falcidiata dai continui rinvii dell’era pandemica.
Arriva quindi direttamente in streaming su Netflix e in questo caso più che in altri è davvero un peccato dettato in particolar modo dall’ottima fattura visiva di un film amabile e divertente.
La fine del mondo secondo Love and Monsters
Le premesse sono semplici e affidate a un’intro a mo’ di quadernino disegnato che già ci piace: indefiniti sette anni fa il meteorite 616 Agatha è in rotta di collisione con la Terra. L’umanità risponde nel modo che conosce meglio, quello dello sfogo armato, lanciando contro questa enorme roccia spaziale una quantità spropositata di razzi. Quando il pericolo sembra scampato, le sostanze chimiche sprigionate dalla distruzione del meteorite ricadono sul pianeta e portano alla mutazione della stragrande maggioranza della fauna a sangue freddo, che finisce per sterminare il 95% della popolazione e ricacciare i superstiti dentro bunker chiamati colonie.
In una di queste vive Joel (Dylan O’Brien), puppy del gruppo e del quale è l’unico single. Joel è però riuscito a contattare un’altra colonia dove ha ritrovato la sua ex ragazza Aimee (Jessica Henwick) che non vede dall’inizio dell’apocalisse. Decide quindi di abbandonare la sicurezza relativa di quella che ora è la sua casa e di mettersi in marcia per raggiungere il suo amore mai eclissato. Ecco, questo definisce la prima parte del titolo del film, Love, ma evidentemente ce n’è una seconda altrettanto importante, i Monsters.
Non bisogna farsi ingannare dal primo sguardo lanciato al di fuori del bunker dove la natura che si è riappropriata dei propri spazi sembra tratteggiare i contorni di un paradiso perduto. Solitudine, quarantena forzata, tornare all’aria aperta, ci ricorda qualcosa? Se si scruta meglio, infatti, si scorgono i primi segnali di un luogo popolato da ostilità di ogni tipo, dalle bacche succose ma letali, fino agli insetti divenuti colossali e pure quelli estremamente letali (guardateli però prima negli occhi).
Joel porta il nome del protagonista del pluripremiato videogioco The Last of Us – per quanto riguarda l’ambientazione siamo da quelle parti – ma di certo non ne incarna al meglio lo stesso spirito. Spaesato, timoroso, sconsolato e per questo viene in aiuto l’incontro fortuito prima con il cane Boy (finemente caratterizzato) e poi con il navigato Clyde (Michael Rooker) e la piccola ma determinata Minnow (la favorita del film, Ariana Greenblatt), trio con il quale Joel viaggia per un po’ e che rende chiaro come lo humour di un cult come Zombieland abbia già fatto scuola.
Love and Monsters, un mondo ostile ma tra ironia e leggerezza
L’ironia è infatti chiave di tutto Love and Monsters, dosata con cura dalla coppia in sceneggiatura Brian Duffield e Matthew Robinson, capace di mettere i paletti utili a un ragionamento che i due fanno in ottica di mitopoiesi e di creazione di un piccolo cosmo originale che sicuramente vale la pena esplorare a fondo. Il film è ricco di dettagli e sfumature funzionali al processo di immersione in questo mondo ostile ma vivido, dal quaderno di sopravvivenza che Joel disegna a mano all’unità robotica Mav1s che è un portale sul passato che ritorna fugacemente e mai in maniera tediosa.
Nel film le strade si intrecciano e si dividono di continuo (siamo sull’ora e cinquanta di durata che fila via che è un piacere), ed è davvero buono il modo in cui gli insegnamenti acquisiti da una parte, o gli affetti lasciati da un’altra, tornino a echeggiare creando una tela narrativa semplice ma non per questo meno soddisfacente, anzi.
Ultimi ma non ultimi gli effetti speciali e visivi di Love and Monsters: se c’è un valore aggiunto del film questo è senza ombra di dubbio quello legato all’ottimo lavoro fatto sui mostri e sullo scenario, curati dal gruppetto Matt Sloan, Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox tutti candidati agli Oscar 2021 in un anno dove latitano le grandi produzioni del settore come quelle della Marvel.
Insomma, Love and Monsters funziona ed è sicuramente un primo capitolo sul quale andare a impiantare un nuovo e fresco franchise che siamo certi non tarderà troppo ad arrivare. Speriamo di poterne godere il prima possibile e al cinema, luogo dove film come questo appartengono nel cuore e nell’anima.