Sembra una fiaba la storia vera raccontata dal documentarista Tim Wardle in Tre Identici Sconosciuti (titolo originale Three Identical Strangers), ma come tutte le favole che si rispettino include un lato oscuro. Il bellissimo lungometraggio del 2018, passato in sordina al RFF13 ma vincitore di numerosi premi sin dal suo debutto al Sundance Film Festival, è disponibile in streaming su Netflix.
TRE IDENTICI SCONOSCIUTI (THREE IDENTICAL STRANGERS), UNA STORIA VERA COSÌ ASSURDA DA SUPERARE OGNI FINZIONE
La vicenda, documentata da un’attenta regia, ha dell’incredibile. In primo piano l’intervista a uno dei protagonisti, Bobby Shafran, che conduce lo spettatore nella gioia di tre ragazzi, poco più che adolescenti, che si conoscono per caso scoprendo un’incredibile somiglianza e legando immediatamente. Un vero e proprio parco giochi, ricco di emozioni positive, che nasce da una banale coincidenza, quando Bobby, al primo anno di college, viene presentato a un suo sosia, Eddy Galland. I due sono increduli della loro somiglianza, ma quando un tale David Kellman, vedendoli sul giornale, li contatterà asserendo di essere identico a loro, prenderà le mosse una storia tanto improbabile, entusiasmante, inquietante e ricca di continui colpi di scena da superare la più ardita finzione.
TRE IDENTICI SCONOSCIUTI E UNA NARRAZIONE AL CARDIOPALMA CHE PASSA DALLA GIOIA ALL’OSCURITÀ
L’occhio del regista, esperto documentarista, divide la narrazione in due parti, creando nello spettatore un dislivello emotivo. Nella prima trovano spazio i sentimenti positivi: gioia, condivisione e soprattutto la sorpresa dell’incontro con l’altro. Tra show televisivi, nottate in discoteca e comparsate nel cinema, i tre protagonisti scorrazzano tra le strade della New York degli anni ’80, non facendosi mancare nessuna esperienza. Il gruppo stabilisce un legame che sembra inossidabile. Wardle, che ha indagato nel profondo della storia dei giovani, sa dall’inizio che non tutto è come sembra, ma la sua bravura sta nel non fare piombare la storia nel solo racconto dei fatti e così introduce la seconda parte di Tre Identici Sconosciuti (Three Identical Strangers) come un vero e proprio giallo. Una tensione palpabile cala sulla storia di Bobby, Eddy e David, decretando l’inizio della fine di un’avventura troppo bella per essere vera.
TRE IDENTICI SCONOSCIUTI È TRA I MIGLIORI DOCUMENTARI DEGLI ULTIMI ANNI
Nella categoria della non-fiction il documentario occupa da sempre uno dei posti di rilievo, ma spesso gli autori, giornalisti e non, si concentrano su ciò che accade lontano dal loro mondo. La crudezza visiva delle immagini girate nelle zone di guerra è spesso oggetto delle attenzioni dei documentaristi, ma in questo caso è l’indagine ad andare molto oltre l’estetica e la crudezza dell’animo umano si ritrova nel cuore della civiltà americana. Con il linguaggio semplice e i colori caldi dei filmati di famiglia, girati con la Super 8, il regista lavora molto coerentemente con l’alternanza della rigidità delle interviste in prima persona. Tre Identici Sconosciuti (titolo originale Three Identical Strangers) è un piccolo gioiello della tecnica documentaristica, da vedere tutto d’un fiato e che difficilmente dimenticherete.