Presentato in concorso alla 76. Mostra del Cinema di Venezia e distribuito in sala da Movies Inspired dal 13 maggio, Babyteeth si inserisce nello sterminato filone delle storie sulla malattia, e più precisamente in quello del sick romance. Anche se il paradigma cinematografico tendenzialmente molto poco originale lascia poco spazio d’azione, la regista australiana Shannon Murphy cerca di portare un po’ di freschezza con la contaminazione di dramma e commedia, pur tenendosi lontana dalla deriva young adult.
BABYTEETH: LA STORIA D’AMORE DI UNA RAGAZZA GRAVEMENTE MALATA
Milla Finlay (Eliza Scanlen), adolescente che lotta contro una terribile malattia, si innamora di Moses (Toby Wallace), un piccolo spacciatore ripudiato dalla sua famiglia. I genitori di Milla, l’ex musicista Anna (Essie Davis) e lo psichiatra Henry (Ben Mendelsohn), vedono di cattivo occhio il rapporto che sta nascendo tra i due giovani ma, per amore di Milla, lasciano che la figlia possa godersi con spensieratezza gli ultimi istanti della sua vita.
BABYTEETH È LA DIFFICOLTÀ DI TROVARE UN EQUILIBRIO
L’ambizione dell’esordiente Shannon Murphy, che ha fatto tanta gavetta in televisione, è sicuramente apprezzabile: benché l’esercizio di alleggerire una tematica pietosa come la malattia terminale con elementi di commedia non sia certo inedito, richiede sempre grande accortezza e sensibilità. Tuttavia l’esperimento è riuscito solo a metà: la giovane regista infatti non riesce a trovare l’equilibrio necessario per poter rendere il lungometraggio convincente, e molti elementi sembrano accostati in modo forzato.
A livello registico il film non presenta difetti di forma: la Murphy sa come utilizzare la macchina da presa e il suo stile costruito sulla camera a mano ricorda molto l’approccio indie tipico di festival come il Sundance. Il problema della pellicola sta però principalmente nella sceneggiatura, giacché lo script di Rita Kalnejais cerca di inserire più momenti leggeri possibili all’interno di Babyteeth e, soprattutto nella seconda parte, non evita la deriva melodrammatica tipica dell’illness drama. Anche nella caratterizzazione dei personaggi il lungometraggio presenta diverse pecche, in particolar modo per quanto concerne i dimenticabili ruoli secondari, e l’evoluzione dei quattro protagonisti non sempre è coerente con lo sviluppo narrativo. Cosa più grave, il pubblico non viene del tutto coinvolto nella tragedia vissuta da Milla.
Nonostante un cast di indubbio valore composto da bravi attori come Eliza Scanlen (Sharp Objects), Ben Mendelsohn (Bloodline, Animal Kingdom, Rogue One), Essie Davis (Babadook, Game Of Thrones) e Toby Wallace (The Society), Babyteeth non porta mai lo spettatore ad empatizzare fino in fondo con i personaggi, dal momento che il suo lato più spensierato disinnesca gran parte della potenza drammaturgica. Il primo lavoro di Shannon Murphy è sostanzialmente un’occasione persa, ma non si può dire che non abbia osato.