Presentato nella selezione ufficiale del Festival di Venezia 2020 e ora disponibile in streaming su Netflix, E Domani il Mondo Intero (titolo internazionale And Tomorrow The Entire World, titolo originale Und morgen die ganze Welt) affonda nel dramma politico che esplora gli orizzonti della militanza vissuta negli occhi di una gioventù in cerca di appartenenza sociale.
E Domani il Mondo Intero (And Tomorrow The Entire World) e la lotta politica nella Germania di oggi
La regista Julia von Heinz, che mette la firma anche alla sceneggiatura con l’aiuto di John Quester, osserva la lacerata fibra di un contesto sociale piagato dalla crescente diffusione dei rigurgiti sovranisti che spesso nascondono sotto la superficie di facciata una tendenza alla sistematicità dell’odio xenofobo e razziale. La von Heinz guarda a un clima sempre più in fibrillazione decidendo di partire dalla base della piramide dell’impegno politico, nell’impulso all’attivismo che contraddistingue la giovane studente universitaria Luisa, di agiata estrazione borghese e interpretata da Mala Emde, che decide di andare a vivere all’interno di una comune autogestita da un centro sociale.
Il gruppo è occupato in prima linea nella lotta al movimento neonazista in rapida crescita di consensi, contrastato in maniera anche dura con linee di intervento che non sempre trovano d’accordo tutti i membri del gruppo. Alla testa della frangia più estrema c’è Alfa (Noha Saavedra), il virile e focoso “capobrando” affrontato spesso e volentieri dal più temperato Lenor (Tonio Schneider), in quella che sarà una repentina escalation di eventi che porteranno al circolo vizioso di una violenza che chiama violenza e all’interno della quale i frequentatori della comune rischiano di venire fatalmente risucchiati.
E Domani il Mondo Intero riesce infatti a ben porre sul tavolo quelle che sono le spinte di un’azione militante tramite i manifesti degli stordimenti tipici che caratterizzano i ventenni messi su schermo tra una attività sportiva e un’altra di protesta, tesi alla volontà di trovare un posto nel mondo che rifletta la necessità di un contrasto all’autorità genitoriale, agli insuccessi accademici, alla mancanza di un amore. Luisa e i suoi compagni non sono diversi dagli altri loro coetanei, che tolta l’irruenza di un impegno politico non per questo meno genuino, rimangono evidenziati dalla luce di fondo di quei tratteggi universali del desiderio sessuale, del consumo e abuso di alcol e droghe, dei problemi di cuore nello sforzo di far colpo sul ragazzo oggetto di interesse.
E Domani il Mondo Intero, il mondo Antifascista, quello dei Neo-Nazisti e la caduta degli ideali
Perfetto ago della bilancia del film è quello di Dietmar (un puntuale Andreas Lust), ex attivista oramai “in pensione” che dopo un lungo periodo di impegno politico culminato con la carcerazione ora è l’adeguata rappresentazione della caduta degli ideali, della sfumatura del bianco e del nero nella zona grigia dell’impatto con il passare degli anni che mettono di fronte alla realtà di un’età adulta costellata magari non di rimpianti, ma certamente di terra bruciata sparsa tutta intorno.
Sia chiaro, in E Domani il Mondo Intero la von Heinz non accantona in un angolo la condanna e nemmeno per un istante si tira indietro dal demonizzare gli atteggiamenti criminali e di odio propri degli esponenti di una violenta estrema destra, mai considerati come possessori di uno sguardo legittimo attraverso il quale osservare. Allo stesso tempo la denuncia sociale passa anche dalle contraddizioni fisiologiche interne a gruppi sfumati e dalla differente nervatura, tra gli abbagli e le aspirazioni di cui solo in forza alla gioventù ci si può tingere.