Freaky, nuovo horror della Blumhouse Pictures con Vince Vaughn distribuito nelle sale italiane dal 27 maggio, si ispira al romanzo del 1972 A ciascuno il suo corpo di Mary Rodgers. Scritto e diretto da Cristopher Landon – che esce dalla direzione di horror-comedy come Manuale scout per l’apocalisse Zombie (2015), Auguri per la tua morte (2017) e Ancora auguri per la tua morte (2019) – Freaky mette in scena un lavoro che ridicolizza il tropo del serial killer psicopatico rileggendo il sottogenere della body-swap comedy. A dare valore a questa operazione altamente sarcastica è proprio Vince Vaughn che offre una mimica attoriale non indifferente – tanto da essersi aggiudicato il Critic’s Choice Super Award 2021 come miglior attore in un film horror.
VINCE VAUGHN IN FREAKY: IL SERIAL KILLER CHE SCAMBIA IL PROPRIO CORPO CON QUELLO DI UN’ADOLESCENTE
Vaughn se lo è giustamente meritato il premio. Non solo per quella espressione instupidita, spesso commista a dei cali drammatici, quanto perché si trova a dover interpretare un’adolescente (Kathryn Newton) intrappolata nel corpo di un serial-killer. In Freaky, la scena di apertura si presenta come un ridicolissimo splatter. Il succo è sempre identico: sesso, violenza e sangue in un horror adolescenziale. Qui, però, l’idea di Vince Vaughn come omicida produce una stramba dissonanza: è l’espressività comica per un personaggio pazzo e violento. Così il modello produttivo vincente della Blumhouse di Jason Blum – di cui vi abbiamo già parlato qui – ci regala uno dei pochi film a risultare quantomeno profittevoli nonostante una distribuzione limitatissima avvenuta in piena pandemia, offrendo sempre nuove opportunità al genere horror.
LANDON E QUELLE INATTESE CONTAMINAZIONI FRA GENERI
In Freaky, lo sfondo narrativo rimane assolutamente tipico. Questo implica (nell’ordine): festini, adolescenti disadattati, sesso, leggende su un serial killer, proibizioni violate, sangue e violenza. Aggiungendo quello scatto realistico in cui il mito diventa storia incarnata, il gioco è fatto ma è anche noiosamente visto e rivisto. Poi, però, l’interessante svolta narrativa che capovolge la sceneggiatura (letteralmente): lo scambio di corpi tra il serial killer e la vittima protagonista. Freaky, così, inscena un dèplacement interessante. La commedia mielosa di madre e figlia sull’interscambio somatico, Tutto Accadde un Venerdì con Jodie Foster (1976), è infatti innestata in una sceneggiatura horror in stile Halloween-La notte delle streghe (1978) o Scream (1996). A vincere su tutto però, rimane l’interpretazione effeminata di Vaughn.
FREAKY: L’HORROR-COMEDY CHE RIVELA IL SOLITO RIMPASTO TEMATICO
Vince Vaughn, grande interprete della commedia demenziale americana con il frat pack ma anche interprete torvo e spaventoso nel meraviglioso Brawl On Cell Block 99 di Zahler, è il fiore all’occhiello che conferisce al film lo slancio giusto. Ogni scena di Freaky in cui è assente Vincent Vaughn lascia solo attendere quella successiva in cui sarà presente, ma nonostante questo, nonostante la combinazione interessante e la vena destrutturante e ridicolizzante di Landon, Freaky non esce fuori da un circolo che ritrita le ormai desuete sgrammaticature del cinema horror. Freaky chiaramente non vezzeggia l’horror e questo conferisce già un qualche spessore metacinematografico al film, ma allo stesso tempo non racconta nulla di nuovo, denunciano la propria dichiarata natura di prodotto commerciale. Il lavoro di Landon non lo si getta dunque via, seppure rimanga un prodotto che palesa una godibilità che lo confina a una mera funzione evasiva.