È atterrato su Prime Video Chaos Walking, l’ultimo film di Doug Liman con Daisy Ridley, Tom Holland, Mads Mikkelsen e Nick Jonas. Il risultato, nonostante le ottime premesse e il coinvolgimento di nomi di spicco, è purtroppo un fallimento – come preannunciato dall’inferno produttivo attraversato dal film.
CHAOS WALKING: TOM HOLLAND IN UN PIANETA ALIENO IN CUI NON CI SONO DONNE E SI PUÒ VEDERE IL PENSIERO
Chaos Walking è ambientato nel 2257 sul pianeta Nuovo Mondo, dove un gruppo di coloni terrestri ha ricreato le stesse condizioni di vita della Terra. Sul pianeta c’è però una differenza fondamentale: non esistono più donne, poiché sono state tutte sterminate dai nativi di Nuovo Mondo. Gli uomini soli, i maschi, sono inoltre condannati a vivere con il Rumore: una specie di malattia che consiste nell’esternazione visibile e udibile dei loro pensieri.
Tom Holland veste i panni del protagonista Todd, un ragazzo che non ha la benché minima idea di come sia fatta una donna ma che si ritroverà ad un certo punto ad incontrare Viola (Daisy Ridley), una sopravvissuta dell’atterraggio d’emergenza di una navicella proveniente dalla Terra. Ça va sans dire, lui si innamorerà di lei che, all’inizio, non ricambierà. Per salvarsi dalla furia degli uomini, i due decideranno comunque di scappare dall’insediamento in cui si trovano e di andare a scoprire la verità sullo sterminio delle donne. Le risposte che si paleseranno davanti agli occhi di Todd saranno ben diverse da quelle che gli sono sempre state raccontate e, in aggiunta, le trame dell’antagonista Prentiss (Mads Mikkelsen) e la continua e obbligata esternazione dei suoi pensieri, non gli renderanno facile instaurare una relazione con Viola.
CHARLIE KAUMAN STAVA PENSANDO DI FINIRLA QUI?
Chaos Walking è uno sci-fi dai toni un po’ distopici e un po’ western, che però non riesce a soddisfare nessuno dei paradigmi minimi dei generi in cui vorrebbe rientrare. Partito da una prima sceneggiatura scritta nel 2016 dal Re Mida del cinema contemporaneo Charlie Kaufman (Sto Pensando di Finirla Qui, Anomalisa), e basata sul romanzo del 2008 di Patrick Ness Chaos – La Fuga, il film ha poi subito varie riscritture passate per ben 12 mani diverse. Basti pensare che, dopo la conclusione delle riprese nel 2017 e dei test screening dai quali il campione di pubblico era uscito senza aver capito nulla della trama, la produzione ha deciso di investire altri 15 milioni di dollari – in aggiunta ad un budget già vicino agli 85 milioni – per realizzare delle riprese di pick-up nel 2019. Insomma, un progetto nato sotto una cattiva stella che alla fine non è stata in grado di brillare e che è inesorabilmente collassato su se stesso.
CHAOS WALKING È UN FILM SENZA CARATTERE E, NONOSTANTE LE PREMESSE, SENZA IDEE
Eppure Chaos Walking partiva da un’idea di sceneggiatura molto interessante e potenzialmente al passo coi tempi, che di rimaneggiamento in rimaneggiamento ha probabilmente visto i problemi aumentare anziché risolversi. La scrittura progressiva della storia, un cast eterogeno senza nessuna amalgama, un set design totalmente anacronistico (non capiremo mai perché nel 2257 si vedano ancora persone utilizzare i cavalli per spostarsi e vivere in case come capanne), la volontà di inserirsi a gamba tesa nel genere dello sci-fi distopico senza riuscirci minimamente e una produzione iniziata, terminata, ricominciata e terminata di nuovo hanno contribuito a trasformare la pellicola in un pot-pourri letale per lo spettatore, che rischia di rinunciare alla visione del film dopo i soli primi venti minuti.
Come se non bastasse, l’ultima fatica di Liman si rivela un film in grado di far leva solamente sui sentimenti più scontati della natura umana: si veda qui l’unica scena di opinabile impatto emotivo, ovvero quella in cui Todd ripensa alla madre scomparsa. Chaos Walking è in sostanza un ottimo esempio di occasione persa, una pellicola con poche pretese e senza alcun spessore – né intellettuale, né emotivo, né tecnico. Un film che, purtroppo, non parte mai e non arriva proprio da nessuna parte.