Con “appena” dodici anni di ritardo è arrivato il 1 luglio 2021 nelle sale italiane Madre (Madeo), distribuito da PFA Films ed Emme Cinematografia; semplicemente uno dei film più belli realizzati da Bong Joon-ho. Gli Oscar al miglior film e alla miglior regia per Parasite lo hanno consacrato a livello internazionale, ma il regista sudcoreano è noto ai cinefili di tutto il mondo sin dai primi lungometraggi e questo, il suo quarto, gli ha consentito più che giustamente di essere accostato a maestri della Settima arte come Hitchock e, ancor di più, Polanski.
Madre racconta la storia di Do-joon (Won Bin), un ragazzo con un deficit mentale, che vive con la mamma (Kim Hye-ja) in una piccola cittadina del Sud Corea. Un giorno il corpo di una giovane studentessa viene ritrovato senza vita su una terrazza. Le prove, scarse e confuse, portano proprio al ventisettenne e la polizia non ci pensa due volte ad accusarlo di omicidio ed a chiudere il caso. La madre del presunto colpevole, però, è convinta della sua innocenza e farà di tutto per scoprire il vero colpevole…
MADRE DI BONG JOON-HO, UN MIX DI GENERI TESO E RICCO DI SPUNTI
Come gran parte dei film di Bong Joon-ho, Madre è un mix di generi che parte dal murder mistery per poi sconfinare in altri territori. È bizzarro, teso e ricco di spunti. Il regista di Memorie di un Assassino nella prima parte della pellicola presenta i personaggi, in particolare la relazione tra madre e figlio. Nella seconda, invece, accelera, crea suspense, con colpi di scena che arrivano fitti, veloci e al momento giusto.
Madre è tutto sulle spalle di Kim Hye-ja: in un corpo minuto e fragile risiede una vera forza della natura, incarnazione di una genitrice pronta a tutto per dimostrare l’innocenza del figlio. La donna vende erbe, radici e spezie e per sbarcare il lunario pratica l’agopuntura senza licenza, ma l’unica cosa che conta per lei è il figlio. Una relazione intima, a tratti soffocante, opprimente, ma incredibilmente umana.
IN MADRE PROTAGONISTA E SPETTATORE DIVENTANO UNA COSA SOLA
Come in Memories of Murder, in Madre le forze dell’ordine non fanno un figurone e Bong Joon-ho le rende le vittime ideali del suo noto black humour. Il punto di forza del film è sicuramente la capacità del cineasta sudcoreano, tra primissimi piani e campi lunghissimi, di portare lo spettatore sullo stesso piano della protagonista. Con la ricerca di prove, indizi o riscontri, lo stupore per i colpi di scena è lo stesso sia per chi sta davanti al grande schermo che per la madre del presunto colpevole. E qui torniamo a Hitchcock, alla tensione, all’adrenalina. Degno di nota il lavoro sul suono di Lee Byeong-ha, minaccioso e più efficace di qualsivoglia brano thrilling, ma una larga fetta dei meriti dell’ottima riuscita di Madre va alla straordinaria protagonista Kim Hye-ja, “strappata” alle serie televisive per il grande pubblico e in grado di reggere il peso di un ruolo scomodo, alla portata di poche interpreti.