Kick-Ass 2, cinecomic sui generis che – come il materiale d’origine – ricorre al fortunato mix tra i codici della black comedy e una violenza tutt’altro che edulcorata, è un film del 2013 sequel del Kick-Ass che nel 2010 fu un discreto successo di critica e pubblico. La pellicola scritta e diretta da Jeff Wadlow (Obbligo o Verità, Fantasy Island) porta sul grande schermo i personaggi dei fumetti di Mark Millar e John Romita, Jr. e vede il ritorno del cast composto da Aaron Taylor-Johnson (Animali Notturni), Chloë Grace Moretz (Suspiria) e Christopher Mintz Plasse (Una Donna Promettente). Notevole aggiunta un interprete come Jim Carrey (Kidding, Sonic), per cui – come poi vedremo – Kick-Ass 2 rappresenterà un punto di non ritorno nella carriera.
KICK-ASS 2, VIGILANTES E VILLAIN PROLIFERANO
Kick-Ass (Taylor-Johnson) con il suo operato da vigilante ha ispirato una moltitudine di emulatori, più o meno benintenzionati. Tra loro emerge la figura del Colonnello Stars and Stripes (Carrey), a capo della lega Justice Forever, cui si unirà anche Kick-Ass. Quando Red Mist (Mintz Plasse), ora noto come Motherfucker, a capo della sua gang di villains Toxic Megacunts darà filo da torcere alla Justice Forever, sarà Hit Girl (Moretz) a sfoderare la propria spada per rimettere i cattivi al loro posto.
I DUE CAPITOLI DI KICK-ASS E UN’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA IN PIENA TRASFORMAZIONE
A otto anni dalla sua uscita Kick-Ass 2, che ora torna disponibile in DVD e Blu-ray CG Entertainment / Universal con una moltitudine di extra, è particolarmente interessante da inquadrare nel momento cinematografico nel quale viene prodotto. Il film di Wadlow infatti si inserisce in un momento di profonda transizione per il supereroismo sul grande schermo. Il primo film, nel 2010, era la perfetta rappresentazione delle manovre di avvicinamento di un certo cinema indipendente ai fumetti intesi finalmente come un prodotto per adulti. Risalgono ad allora ottimi titoli come Defendor, Scott Pilgrim Vs The World e Super. Sempre nel 2010 però il MCU per come lo conosciamo oggi muoveva i suoi primissimi passi in direzione di una coralità ancora acerba, con un Iron Man 2 che solo 2 anni dopo, nel 2012, avrebbe portato al primo Avengers. Intanto nel 2011 la saga degli X-Men girava a vuoto con il dimenticabilissimo X-Men: l’Inizio, e i toni da cinecomic radicato nella realtà e crudo della serie Netflix Daredevil sarebbero arrivati solo nel 2015. Se il primo Kick-Ass è stata la quintessenza dello zeitgeist di quegli anni, quando nel 2013 arriva il momento del sequel il mondo dell’intrattenimento è cambiato e con esso l’attitudine del pubblico.
KICK-ASS 2, LE SCHOOL SHOOTING E IL MEA CULPA DI JIM CARREY
Tornando a Carrey, è interessante riflettere su Kick-Ass 2 non solo per il suo posto nell’evoluzione di un genere che è di fatto diventato il più importante in assoluto, commercialmente parlando. «Da grandi poteri derivano grandi responsabilità», faceva recitare Sam Raimi al suo Zio Ben, e questo discorso pare valere anche per il ruolo dell’attore, che scegliendo di incarnare un determinato personaggio sa che imporrà all’immaginario collettivo una visione del mondo che verrà fagocitata e riprocessata in quella che Debord chiamava «società dello spettacolo».
Carrey ha sempre avuto una psiche fragile e questa è l’altra faccia della medaglia – quella decisamente più affascinante – del comico costantemente gigionesco e sopra le righe. Come ci ricorda il meraviglioso documentario Jim and Andy: The Great Beyond, una volta Gondry disse con molto poco tatto all’interprete di The Truman Show: «Sei così a pezzi… Ti prego, non cambiare mai», ed effettivamente Carrey non è uno che si lascia scorrere la vita addosso. Proprio il vigilante militaresco e dal grilletto facile interpretato in Kick-Ass 2 ha segnato un punto di non ritorno nella carriera di Carrey, che dopo i 28 morti nel massacro della Sandy Hook Elementary School intervenne pubblicamente nel dibattito su violenza nei film e sue ripercussioni nella vita vera, facendo pubblicamente mea culpa. «Ho fatto Kick-Ass 2 un mese prima della tragedia alla Sandy Hook, e ora, in tutta coscienza, non posso più sdoganare quel livello di violenza. Voglio rivolgere le mie scuse a chiunque altro coinvolto nel film. Non me ne vergogno, ma gli eventi recenti hanno cambiato qualcosa nel mio cuore».
Ovviamente nulla lega direttamente quella school shooting a un film come Kick-Ass 2, eppure ancora una volta il cinema diventa una cartina di tornasole per leggere la realtà. Kick-Ass 2 è un cinecomic che intrattiene magnificamente con ironia, sangue e vigilantes in sneakers. Ma, col senno di poi, è anche una testimonianza di un momento in cui il rapporto tra cinefumetti e realtà iniziava a diventare troppo stretto e serioso, e in cui il pubblico avrebbe iniziato a cercare la ‘spensierata’ evasione decretando il successo planetario del Marvel Cinematic Universe. Il pubblico di Kick-Ass però troverà un suo spazio qualche anno dopo sul piccolo schermo. Come sempre, i film hanno da dire molto più di quanto non vogliano.