Chi ama il cinema, ha amato e continuerà ad amare Una Giornata Particolare, il capolavoro di Ettore Scola presentato a Cannes nel 1977 e uscito nelle sale italiane nel settembre dello stesso anno. Nel festival d’oltralpe gli fu preferito Padre Padrone, altro “colosso” del cinema italiano firmato dai fratelli Taviani, ma la pellicola di Scola ottenne un Golden Globe e due candidature agli Oscar, tra cui quella per il miglior attore a Marcello Mastroianni. Il film, dopo un lavoro certosino e molto ben riuscito di restauro da master HD, è stato omaggiato con una proiezione straordinaria alla settantunesima edizione del Festival del cinema di Venezia ed è ora disponibile in DVD e blu-ray CG Entertainment e Surf/Film.
UNA GIORNATA PARTICOLARE: ETTORE SCOLA RACCONTA DUE ‘ESCLUSI’ AL TEMPO DEL FASCISMO
Una Giornata Particolare è ambientato in un caseggiato romano il 6 maggio del 1938, giorno della storica visita di Hitler nella Capitale. La città si riversa tutta nelle strade dove il dittatore tedesco e Mussolini sfilano nel tripudio più o meno convinto della folla. Anche ad Antonietta (Sophia Loren) piacerebbe partecipare, ma il suo tempo è completamente dedicato e assorbito a soddisfare le esigenze del marito Emanuele (John Vernon), fascista della prima ora, e ad accudire i sei figli. Costretta a rinunciare e rimasta sola in un palazzo apparentemente deserto, per una mera casualità la donna farà la conoscenza di Gabriele (Marcello Mastroianni), inquilino del sesto piano.
Gabriele è un conduttore radiofonico dell’Eiar (la RAI di allora), licenziato perché omosessuale e condannato al confino. L’uomo sta pensando ad un gesto estremo al quale rinuncerà proprio perché distolto da Antonietta. Tra i due, così diversi per carattere, cultura e stato sociale, nascerà subito una tenera complice intesa. Nello spazio della sfilata organizzata per esaltare la retorica di un dittatore – che condurrà nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale quello stesso popolo che lo sta osannando – Antonietta e Gabriele, tra detto e non detto, stabiliranno un rapporto profondo che li farà sentire a loro agio nell’esprimere le loro autenticità e quindi meno soli ma che, soprattutto, accenderà una luce di speranza nelle relazioni più umane nonostante il clima torbido e repressivo della dittatura.
L’ALCHIMIA TRA I DUE INTERPRETI E I DUBBI DI SOPHIA LOREN
Sophia Loren e Marcello Mastroianni in Una Giornata Particolare fanno sfoggio di tutto il loro talento e la grande intuizione di Ettore Scola, tra le altre cose, è quella di confezionare ruoli di solitudine ed emarginazione su due attori allora vere e proprie star e simbolo di bellezza, gioventù e successo internazionale. La Loren e lo stesso Scola raccontarono poi che l’attrice in un primo momento fu assalita da forti dubbi e non si sentiva completamente in grado di accettare una ruolo così impegnativo, ma che fu lo stesso Mastroianni a incoraggiarla e poi convincerla. Un rapporto di grande stima, il loro, e una complicità che dal piano personale – come è stato poi evidente – si trasferì direttamente sul grande schermo. I due riescono perfino ad esaltare ulteriormente una sceneggiatura (firmata da Scola insieme a Maurizio Costanzo e Ruggero Maccari) già di per sé praticamente perfetta: un vero e proprio capolavoro di scrittura cinematografica.
Ma a rendere Una Giornata Particolare un grandissimo film è la regia che completa e armonizza un lavoro corale, dove i due protagonisti non potrebbero essere così ben connotati senza il racconto registico della famiglia di lei, senza «l’inquilino del sesto piano antifascista» che diventa più esattamente «il fascismo è anti inquilino del sesto piano», senza i caseggiati tipici di quella Roma e senza i preparativi della folla per andare inconsapevolmente incontro alla catastrofe.
QUELLA ‘GIORNATA PARTICOLARE’: LE FOLLE INNEGGIANTI AI DITTATORI COME SOTTOFONDO DISTANTE
I filmati d’epoca che mostrano l’arrivo di Hitler e una Roma pronta ad accoglierlo guidata dalla regia attenta e abile della propaganda fascista ci immergono subito in quel contesto che è alla base dell’efficacia della storia e che lo spettatore non perde mai di vista grazie alla radiocronaca della sfilata dei due dittatori che punteggia tutto il film e che, per contrasto, demarca ancora di più la distanza tra il rumoreggiare acritico di una massa informe le solitudini interiori dei due protagonisti.
Il film, è sempre bene ricordarlo, esce nel 1977, quando ruoli e parole legate all’omosessualità erano perlopiù riferiti ad una cinematografia comica, ironica, sarcastica. Gabriele è omosessuale ma per Ettore Scola, forse per la prima volta al cinema italiano, è innanzitutto una persona. Un taglio nuovo e originale, una visione diversa del mondo e delle relazioni fanno di Una Giornata Particolare una pellicola delicata e raffinata pur nella sua forza, potenza e a volte crudeltà di immagini e dialoghi. La stessa potenza che emerge dai movimenti di macchina e da quelli degli attori; movimenti con i quali Ettore Scola dà vita, vitalità, vivacità, dinamismo, continuità d’azione a tutto il film nonostante sia sostanzialmente ambientato quasi completamente all’interno di una casa.
IN UNA GIORNATA PARTICOLARE I PIANI SEQUENZA DANNO CICLICITÀ AL RACCONTO
Infine il piano sequenza iniziale e quello finale che impreziosiscono tutto e più di ogni altra scena restituiscono il talento registico, la creatività e la padronanza dei mezzi di Scola. Il primo dall’esterno del palazzo ci fa entrare dalla finestra dentro la cucina di Antonietta e pian piano ci porta direttamente dentro le altre stanze dove inizia la giornata del marito e dei sei figli che si preparano a riversarsi nelle strade per accogliere il Führer. Una scena di grande e rara bellezza estetica e tecnica. Infine, più breve, il piano sequenza di lei che dopo aver ignorato il marito che la chiama per andare a letto, si mette a leggere qualche riga di un libro che le aveva regalato Gabriele. Quando le luci si spengono resta la magia degli incontri che cambiano la vita. Anche al buio.