Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, nuovo cinecomic del Marvel Cinematic Universe al cinema dal 3 settembre 2021, segna il ritorno dei The Walt Disney Studios alla distribuzione esclusivamente in sala, con una finestra ridotta di 45 giorni che lo porterà in streaming su Disney+ il 18 ottobre. Diretto da Destin Daniel Cretton (Il diritto di opporsi, 2019), vede come attore protagonista Simu Liu, fino ad ora incontrato solo in ruoli perlopiù secondari in una moltitudine di serie TV. Il giovane interprete è affiancato dalla ben più celebre Awkwafina (Between two ferns, 2019; Jumanji – The Next Level, 2019, Raya e l’ultimo drago, 2021) e da due leggende del cinema asiatico: l’hongkonghese Tony Leung (In The Mood for Love) e la sino-malese Michelle Yeoh (La Tigre e il Dragone) .
DI COSA PARLA SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI? LA TRAMA DEL FILM
Shang-Chi (Simu Liu) è un ragazzo che vive facendo il parcheggiatore insieme alla sua amica Katy (Awkwafina). Il padre del ragazzo (Tony Leung), immortale detentore del potere dei dieci anelli, reclama Shang per liberare l’anima della defunta madre. Insieme alla ritrovata e rancorosa sorella (Meng’er Zhang), i due dovranno spingersi in un antico villaggio, fronteggiare un temibile potere e convertire la cecità e la follia paterna.
QUALE DOVEVA ESSERE IL PRIMO FILM SU SHANG-CHI? UNA STORIA, MOLTI “LEE”
Procediamo con ordine. Innanzitutto, Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli non è un’idea fresca. Erano gli anni ’80, infatti, quando al compianto Stan Lee venne in mente di portare il personaggio fumettistico sullo schermo. Allora ne parlò con Brandon Lee, in quanto il defunto padre (Bruce Lee) servì da ispirazione per disegnare il personaggio di Shang-Chi negli anni ’70. Da allora il progetto ebbe vicende alterne, passando anche per le mani di un altro Lee – Ang in questo caso – per arrivare al 2018. Nel dicembre dello stesso anno, l’idea definitiva è proprio di introdurre nel MCU un protagonista asiatico. Nei tempi di una maggiore attenzione all’inclusività e (soprattutto) al mercato asiatico, l’idea di ripescare quel bel personaggio ispirato a Bruce Lee era obiettivamente troppo allettante e calzante.
UNO SCENEGGIATORE DAL ‘TRASCORSO FILMOGRAFICO VIOLENTO’ PER SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI
E così anche la sceneggiatura viene affidata al cinese-americano David Callaham. Questi non è l’ultimo degli arrivati dati i suoi lavori precedenti come sceneggiatore o co-sceneggiatore: I mercenari (Stallone, 2010), Godzilla (Gareth Edwards, 2014), Zombieland – Doppio colpo (Fleischer, 2019), Wonder Woman – 1984 (Jenkins, 2020), Mortal Kombat (McQuoid, 2021). Insomma, il curriculum filmografico di Callaham provoca un occhio nero solo leggendolo. Nonostante uno script di cui conosciamo bene la struttura, in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli la narrazione mantiene alto il tono.
IL PLOT FUNZIONA, MA A VOLTE RALLENTA TROPPO
L’intreccio di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli è essenzialmente derivato dall’impianto narratologico marveliano. Tipico anche l’elemento umoristico che spezza di colpo il picco adrenalinico o drammatico. Questi momenti, in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, arrivano a essere più brutali del solito e aiutano a mantenere il tono della narrazione, limitando le eccedenze ora dell’action ora del drama.
SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI REGALA LO SPETTACOLARE CHE IL MCU PROMETTE
Il turning point della storia arriva molto tardi e tutto il resto è legato a un lungo processo di identificazione. Tuttavia, la seconda parte del film (se proporzionalmente si può parlare di seconda parte) riesce a sollevare il tono, rendendo il tutto meno introspettivo. Come sempre, al netto del film, il bilanciamento tra profondità tematica (famiglia, rapporto con il padre, ricongiungimento) e azione si regge bene, anche grazie a quell’abuso di CGI che spettacolarizza il film di Cretton. Certo, alcuni flashback potevano essere abbreviati. Tuttavia, lo spostamento della storia verso l’elemento action permette di evitare che le incursioni analettiche condizionino negativamente il flusso narrativo – anche se, torniamo a ripetere, tendono a rallentarlo.
UN NUOVO EROE PER IL MCU
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli è un film Marvel, dunque, a tutti gli effetti. C’è la cornice che serve al franchise – compresa la scena post-titoli di coda. Nonostante la palese confusione su quale sia il tema portante (ricongiungersi con il padre, annientarlo, salvare il villaggio materno, riscoprire le proprie origini), il film di Cretton regge la prova. E lo fa perché ha dietro una tradizione da cui trarre ispirazione.