Ridley Scott ritorna al film in costume e dopo I Duellanti (cult del 1977) propone una nuova visione del duello, che ambienta nel Basso Medioevo, trasponendo la storia dal romanzo storico di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France. The Last Duel, dopo il passaggio fuori concorso alla 78 Mostra del Cinema di Venezia, arriva nelle sale italiane il 14 ottobre 2021 distribuito da The Walt Disney Company Italia. Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck: il regista britannico ha chiamato un grande cast ad interpretare i protagonisti della storia vera che ha decretato la fine dei cosiddetti “duelli di Dio” in Francia.
Ben Affleck e Matt Damon ritornano insieme dietro la macchina da presa e firmano la sceneggiatura di The Last Duel
Colleghi e amici, Matt Damon e Ben Affleck continuano il loro sodalizio, iniziato nel 1998 con Will Hunting – Genio Ribelle di Gus Van Sant che gli è valso un meritato Oscar, con la scrittura di The Last Duel, insieme a Nicole Holofcener. Eric Jager non è l’unico scrittore che ha tratto ispirazione dalla storia vera dei cavalieri Jean de Carrouges e Jacques Le Gris, protagonisti di un celebre episodio storico, avvenuto alla corte di Carlo VI, durante la Guerra dei Cent’anni tra Francia e Inghilterra.
A narrare le peculiarità e le difficoltà d’interpretazione de “l’ultimo duello” ci sono stati numerosi autori, tra cui Voltaire. Interpretati da Matt Damon e Adam Driver, i due sir normanni, si sfidarono in un cruento duello all’ultimo sangue, autorizzato dal Parlamento dopo la denuncia di Carrouge contro il compagno di battaglia Le Gris, accusato di stupro ai danni della nobildonna Marguerite de Thiboville (Jodie Comer), moglie di Carrouge.
In The Last Duel Ridley Scott trasforma l’episodio storico in un dramma contemporaneo
La maestria di un regista come Ridley Scott sta nel trasformare le parole in immagini, e qui Scott sulla base di una buona sceneggiatura offre una visione contemporanea della realtà storica, analizzando i tre punti di vista che compongono la storia e sfruttando l’iter narrativo arriva alla conclusione con la risoluzione finale: il duello su cui si stratifica tutta la messa in scena. Il cuore della storia non è lo scontro in sè, ma l’episodio di violenza sessuale e le conseguenze del potere e della prepotenza dell’uomo, in un’epoca in cui alle donne, seppur vittime, non era consentito potersi difendere da sole.
Il regista aggiunge alle narrazioni dei tre protagonisti una quarta, l’opinione della maggioranza dei nobili sul caso, con la figura del conte Pierre d’Alençon (Ben Affleck). La modernità del linguaggio e della ripresa offre un bel contrasto con l’accuratezza della ricostruzione storica, scenica e dei costumi. La curata fotografia del candidato all’Oscar Dariusz Wolski esalta i toni caldi dei tessuti, della luce delle candele e dei camini, rendendo la resa filmica coerente con la vision del film, enfatizzando la divisione tra ciò che accade tra le mura dei castelli e alla luce del pallido sole normanno.
Un cast eccellente e un maestro della regia non bastano per gridare al capolavoro
The Last Duel ha tutte le caratteristiche per entrare di diritto nella classifica dei migliori film in costume degli ultimi anni, in primis il cast. La talentuosa Jodie Comer conferma le sue qualità offrendo un’interpretazione di Marguerite de Thiboville mai fuori posto. Amata dal pubblico delle serie per la sua interpretazione nell’acclamato Killing Eve, l’abbiamo vista recentemente nella commedia con Ryan Reynolds Free Guy – Eroe per gioco. Matt Damon e Adam Driver lavorano sull’interpretazione di personaggi caratterizzati dal loro tempo, più che dalla loro tempra, da cui si evince l’attaccamento ai ruoli statici che l’epoca imponeva.
Forse questo è il minus più grande di The Last Duel, la poca scelta che si offre ai protagonisti di cambiare il proprio ruolo e così quel destino decretato direttamente da Dio. Nonostante Ridley Scott offra le occasioni per raccontare la storia, che viene resettata e riavviata per tre volte, il tempo di approfondire la vera natura dei personaggi manca e anche se l’argomento è particolarmente attuale, non riesce ad attraversare il tempo e arrivare allo spettatore di oggi. La psicologia dei personaggi rivela senza mezzi termini le due facce dei protagonisti maschili, accomunati dalla brutalità della guerra, ma profondamente diversi per educazione e stili di vita. Entrambi concorrono per l’esaltazione dell’ego maschile, turbato dal diritto di una donna a voler avere la giustizia che merita. Il coraggio della protagonista femminile è l’evidente luce in fondo al tunnel, che porta speranza in un mondo buio.