Inserito nella shortlist dei film candidati a rappresentare la Spagna agli Oscar del prossimo anno (nella lista sono presenti Madres Paralelas di Pedro Almodóvar e The Good Boss di Fernando León de Aranoa), Open Arms – La Legge del Mare di Marcel Barrena (titolo originale Mediterráneo) è uno dei film presenti nella selezione ufficiale della 16. edizione della Festa del Cinema di Roma. La pellicola, presentata al Festival di San Sebastian, ricostruisce in un lungometraggio di finzione la storia vera della fondazione di Proactiva Open Arms, organizzazione no profit fondata nel 2015 da Òscar Camps balzata agli onori della cronaca qualche anno fa.
OPEN ARMS – LA LEGGE DEL MARE: LA STORIA VERA DI ÒSCAR CAMPS
Open Arms – La Legge del Mare racconta quasi come un biopic il percorso del bagnino spagnolo Òscar (Eduard Fernández) che nel 2015, dopo aver visto la straziante foto di un bambino siriano annegato nel Mediterraneo, assieme al collega Gerard (Dani Rovira) decide di partire per l’isola greca di Lesbo per offrire volontariamente il suo contributo per il soccorso dei profughi in cerca di rifugio in Europa. I due però si renderanno presto conto che non solo il fenomeno migratorio ha proporzioni epocali e che oltre a salvare vite dovranno confrontarsi con l’immobilismo o l’ostilità delle autorità nazionali.
FILM DI IMPEGNO CIVILE, OPEN ARMS – LA LEGGE DEL MARE RIESCE A CENTRARE IL SUO OBIETTIVO
Al suo quarto lungometraggio da regista, il catalano Marcel Barrena si cimenta con il cinema civile attraverso il racconto di una storia vera che tocca un tema estremamente spinoso, lontano da una risoluzione definitiva.
Open Arms – La Legge del Mare punta a sensibilizzare il grande pubblico con una scrittura semplice ma efficace e una regia quadrata capace di coinvolgere dal primo istante. Anche se in alcuni frangenti è la retorica a fare da padrona e, a livello narrativo, sono necessarie diverse scelte forzate per portare avanti la trama, la forza della parabola personale di Òscar Camps e l’impatto delle scene più drammatiche sono talmente dirompenti che è impossibile rimanere indifferenti davanti allo schermo (merito anche della bravura del protagonista, Eduard Fernández, e di tutto il supporting cast).
NON ASPETTATEVI LO ‘SCONTRO’ TRA OPEN ARMS E MATTEO SALVINI: IL RACCONTO DEL FILM SI FERMA PRIMA
Tuttavia non è tutto ora quello che luccica: purtroppo Open Arms – La Legge del Mare è un film che gioca troppo sul sicuro, nonostante i suoi nobili intenti. Il lungometraggio racconta infatti solo un breve arco di tempo, prima della nascita dell’organizzazione, ma non affronta i momenti più discussi della sua breve storia, come quello dello scontro tra la ONG e lo Stato Italiano, nella persona dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini (il caso giudiziario Open Arms è una sua diretta conseguenza). Se, da un lato, questa omissione è stata una deliberata scelta produttiva per evitare problemi legali e distributivi, dall’altro è come se mancasse un tassello fondamentale per completare un mosaico complesso.
Rimane però l’importante messaggio di fondo: la solidarietà è un valore imprescindibile per la nostra società, nonostante governi ed unioni politiche sovranazionali (il ruolo della UE, secondo la tesi del film, è stato centrale nella cattiva gestione dell’emergenza migranti) a volte non la considerino una priorità. Open Arms – La Città del Mare, grazie alla capacità della Settima Arte di scuotere le coscienze, ce lo ricorda in maniera netta, affinché non si ripetano più tragedie come quelle avvenute nell’isola di Lesbo.