Due Donne – Passing, esordio alla regia dell’attrice britannica Rebecca Hall (The Town, Vicky Cristina Barcelona), ha avuto il suo debutto italiano alla Festa del Cinema di Roma dopo aver impressionato pubblico e critica al Sundance Film Festival. Adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Nella Larsen, il film – disponibile su Netflix dal 10 novembre 2021 – è un viaggio intenso ed elegante all’interno di un rapporto estremamente complesso.
DUE DONNE – PASSING E L’AMERICA DEGLI ANNI VENTI ATTRAVERSO UN’AMICIZIA SPECIALE
Due Donne – Passing è ambientato a New York alla fine degli anni Venti: Irene Redfield (Tessa Thompson), donna afroamericana capace di farsi passare per bianca, incontra per caso dopo tanti anni in un caffè Clare Kendry (Ruth Negga), una sua vecchia amica d’infanzia. Clare, sposata con un ricco bianco razzista inconsapevole delle origini della moglie, comincia ad insinuarsi sempre di più nella vita di Irene: frequenta sempre di più la sua casa, si attira le simpatie del marito dell’amica ed entra sempre più nel suo cerchio sociale. Tuttavia il microcosmo della nostra protagonista viene totalmente sconvolto.
IL PRIMO FILM DI REBECCA HALL MOSTRA DA SUBITO IL TALENTO DI UN’AUTRICE EMERGENTE
Non è facile per un autore emergente (o, come in questo caso, un’autrice) realizzare un’opera prima matura sia nei contenuti che nella forma ma Rebecca Hall riesce nell’impresa di mettere al servizio di una storia affascinante una regia consapevole ed esteticamente ricercata.
Girato in bianco e nero in formato 4:3, Due Donne – Passing è un film che fa del contrasto il suo tratto distintivo: grazie al grande lavoro svolto dal direttore della fotografia Eduard Grau (A Single Man, Boy Erased), la scelta di non utilizzare il colore è fondamentale per evidenziare al meglio, dal punto di vista visivo, le contraddizioni non solo della società americana di quel tempo ma anche del legame tra Irene e Clare.
L’attrice/regista britannica inoltre, sia nella costruzione delle inquadrature che nei movimenti di macchina, non lascia nulla al caso, ogni soluzione adottata è funzionale al racconto nel suo complesso (anche nella gestione del ritmo narrativo).
DUE DONNE – PASSING RIESCE A RISULTARE ORIGINALE PUR TRATTANDO UNA QUESTIONE TRISTEMENTE ALL’ORDINE DEL GIORNO COME IL RAZZISMO
La Hall, che di Due Donne – Passing è sceneggiatrice, prende spunto dal romanzo della Larsen per porre una discussione seria sul razzismo. Qui, a differenza di molte pellicole recenti in cui è più importante cavalcare la tematica del momento rispetto alla buona riuscita del film stesso, è il travagliato rapporto tra le due protagoniste ad essere al centro della scena. Lo spettatore si affeziona fin dal primo frame a Irene e Clare, la chimica tra di loro è pazzesca (qui, in maniera velata, viene fatto intendere un passato da amanti) e, nel momento in cui la piaga dell’odio razziale emerge prepotentemente, la distruzione di tutto ciò che le circonda diventa inevitabile.
Per ottenere il coinvolgimento del pubblico la regista sa che la scelta degli attori è cruciale: Tessa Thompson e Ruth Negga sono semplicemente perfette nei loro ruoli e, grazie anche alle interpretazioni dei loro colleghi (Bill Camp, André Holland e Alexander Skarsgård su tutti), il film acquisisce uno spessore artistico significativo.
In un periodo storico dove le autrici ottengono riconoscimenti sempre più importanti (come Chloé Zhao agli Oscar con Nomadland, Julia Ducournau a Cannes con Titane e Audrey Diwan a Venezia con La Scelta di Anne – L’Événement), l’arrivo di una nuova regista di talento non può che fare bene all’industria cinematografica e Due Donne – Passing è un biglietto da visita che crea grandi aspettative per il suo futuro da cineasta.