Corpus Christi (titolo originale Boze Cialo), film diretto da Jan Komasa e ottimamente scritto da Mateusz Pacewicz, è stato presentato nei festival di Venezia e Toronto nel 2019 e candidato agli Oscar come miglior film straniero nel 2020. Dopo aver conquistato un impressionante palmarès di cinquantacinque riconoscimenti, è ora disponibile in DVD Wanted – CG Entertainment e in streaming sulla piattaforma CG Digital.
La storia è quella di Daniel (Bartosz Bielenia), un ventenne che sta scontando una pena in riformatorio per aver ucciso un suo coetaneo durante un litigio. Il ragazzo avrebbe voluto fare il prete ma il seminario non consente a persone con precedenti penali di intraprendere il percorso sacerdotale. Oltretutto anche in riformatorio ha partecipato ad aggressioni verso altri ospiti della struttura detentiva; almeno prima di assumere la buona condotta che gli varrà la libertà vigilata e l’impiego in una segheria.
Ma quando dovrebbe iniziare il nuovo lavoro che lo potrebbe mettere in condizione di conquistare progressivamente altre e nuove libertà, Daniel non si presenta e raggiunge un paesino vicino alla segheria dove finge di essere un prete. Le sue abilità oratorie e la sua vocazione faranno sì che la piccola comunità gli creda e che, per una serie di circostanze casuali, sostituisca di fatto il vecchio parroco.
CORPUS CHRISTI, IN FUGA DALL’IDENTITÀ
Dirottando il suo destino verso un altro luogo che non fosse quello della segheria dove invece sarebbe dovuto andare, Daniel dovrà confrontarsi con il suo alter ego, padre Tomasz – nome con cui si presenta in paese – scoprendo che in realtà le sue due personalità, pur essendo in qualche modo complementari, non saranno sufficienti per “rappresentarlo” ed avrà quindi la necessità di cercare altre strade, forse altre “vie di fuga” e darsi una terza possibilità.
Ma prima di tutto Daniel-padre Tomasz dovrà gestire l’ostilità più o meno latente dei membri di una comunità segnata da un grave fatto luttuoso, l’ostilità del sindaco che è anche il proprietario della segheria in cui il ragazzo sarebbe dovuto andare a lavorare ma anche il rapporto affettivo con una giovane donna che troverà in lui un orizzonte più ampio rispetto a quello ristretto e opprimente del piccolo ambiente in cui vive.
CORPUS CHRISTI TRA CONTRADDIZIONI INTIME E COLLETTIVE
In Corpus Christi la religione ha un ruolo centrale ed è declinata nel modo contraddittorio con il quale spesso viene vissuta da molti. Il senso di colpa sembra essere connaturato agli uomini, capace di ripresentarsi in mille forme, tanto che forse non vale neanche la pena di lottare. Una visione del mondo, questa, che secondo il regista polacco sembrerebbe quasi “vitale”, ancorché effimera, precaria e provvisoria come tutte le azioni e le scelte.
L’uso del proprio credo come reazione al lutto e le esigenze personali che piagano la religione Cattolica sono tra gli altri temi portati in scena da Jan Komasa. Regista che si conferma tra i più ispirati, in particolare su un tema come quello della religione, che nella sua Polonia ha un’importanza strutturale ma che non sembra sia elaborata e vissuta per aprirsi al mondo, al nuovo, al diverso.
Un lavoro organico, quello di Komasa, tratto da una storia vera, ben equilibrato e supportato da una sceneggiatura molto solida e molto bene interpretata da un ottimo cast, nel quale brilla l’interprete principale: dà prova di grande talento, e se altri registi gli daranno la possibilità di esprimersi sentiremo di sicuro parlare ancora di lui.