One Second, distribuito nelle sale italiane il 16 dicembre 2021 da Fenix Entertainment ed Europictures, segna il ritorno dietro la macchina da presa di Zhang Yimou, uno dei più importanti registi cinesi contemporanei. Reduce da due pellicole dalle sfumature marcatamente action, Shadow e The Great Wall, l’eclettico autore di Lanterne Rosse torna a un cinema più convenzionalmente impegnato per un omaggio alla Settima Arte dal sapore malinconico ma straordinariamente intenso.
ONE SECOND È IL RACCONTO DELL’ODISSEA DI UN UOMO ALLA RICERCA DI UNA PELLICOLA PER LUI SPECIALE
One Second, ambientato nel periodo della Rivoluzione Culturale in Cina, narra le vicende di Zhang Jiusheng (Yi Zhang), un detenuto fuggito da un campo di lavoro forzato. L’uomo intraprende un lungo viaggio al suo scopo di ‘rivedere’ l’amata figlia perduta: sa infatti che in un lontano villaggio viene proiettato un cinegiornale in cui la ragazza viene inquadrata, seppur molto fugacemente. Tuttavia, prima della proiezione la pellicola verrà rubata da un’orfana, con la quale il protagonista creerà un legame tanto inaspettato quanto importante.
OSTEGGIATO DALLA CENSURA CINESE, ONE SECOND È UNO DEI LAVORI PIÙ PERSONALI DI ZHANG YIMOU
Il percorso di presentazione e distribuzione di One Second è stato piuttosto travagliato: originariamente inserito nella selezione ufficiale del Festival di Berlino nel 2019, il film è stato però tolto all’ultimo momento per “problemi tecnici”. In realtà la pellicola è passata sotto il setaccio della censura cinese, che ne ha autorizzato l’uscita solo in un secondo momento (la versione definitiva dura un minuto meno rispetto a quella di Berlino). In Italia, la prima è stata alla Festa del Cinema di Roma 2021.
Probabilmente non vedremo mai la director’s cut di Zhang Yimou ma, nonostante ciò, l’opera del regista tre volte candidato all’Oscar è uno spettacolo per gli occhi e per la mente, uno dei lavori più personali della sua filmografia. One Second mette in scena un momento di transizione cruciale per la storia recente della Cina, che presenta analogie con la situazione odierna soprattutto nell’affrontare il tema della propaganda – che rimane cruciale, a dispetto dell’intervento censorio.
Il cineasta di Hero, con la sua maestria nella costruzione scenica e nella scelta delle inquadrature, crea un mondo quasi fuori dallo spazio e dal tempo, capace di catturare lo spettatore con sequenze memorabili: la scena della preparazione della bobina per la proiezione varrebbe da sola il prezzo del biglietto. Inoltre l’ottimo mix di dramma e commedia, bilanciato perfettamente, permette alla trama di scorrere in maniera fluida e ritmata, grazie anche alla splendida dinamica padre/figlia che si crea tra i due protagonisti.
ONE SECOND, COME NUOVO CINEMA PARADISO, CELEBRA IL GRANDE SCHERMO PER IL SUO VALORE ARTISTICO E SOCIALE
Guardando One Second non si può non pensare a Nuovo Cinema Paradiso, pellicola che lo stesso Zhang Yimou ha dichiarato di amare. Proprio come accadeva nel lungometraggio premio Oscar di Giuseppe Tornatore, il regista cinese mette il cinema al centro del villaggio, guardando con nostalgia a un periodo storico in cui il grande schermo godeva di tutt’altra importanza, essendo il più delle volte l’unica fonte di ‘svago intellettuale’ per i semplici e gli umili. Se la sala era luogo di aggregazione dedito tanto all’arte filmica quanto alla divulgazione dei cinegiornali, inevitabilmente la figura del proiezionista assurgeva quindi a un ruolo di autorevolezza sociale, che non a caso diventa un ulteriore legame tra One Second e Nuovo Cinema Paradiso.
Oggi la Settima Arte ha ovviamente un peso diverso rispetto anche solo a qualche decennio fa; tuttavia il complicato processo distributivo di One Second è il segnale di come non sia affatto diminuita la magia e la forza dirompente del cinema, capace ancora di far sognare e far riflettere in maniera indistinta gli spettatori da ogni angolo del globo.