In concorso al Trieste Film Festival 2022, Murina è l’interessante esordio della regista croata Antoneta Alamat Kusijanovic. Presentato in anteprima a Cannes all’interno della Quinzaine des Réalisateurs, il film, prodotto da Martin Scorsese, ha vinto il prestigioso premio Camera d’Or come miglior opera prima del festival mostrando le qualità di un talento dal futuro promettente.
LA PROTAGONISTA DI MURINA È UNA GIOVANE IRREQUIETA CHE VUOLE CAMBIARE RADICALMENTE LA SUA VITA
Murina è la storia di Julija (Gracija Filipovic), un’adolescente irrequieta che ha un rapporto molto difficile con il padre Ante (Leon Lucev). L’arrivo di un ricco amico di famiglia, Javier (Cliff Curtis), crea maggiore tensione tra il violento Ante e la figlia, che in questa occasione comincia a pregustare una vita diversa da quella oppressiva vissuta fino a quel momento.
MURINA È UN’OPERA PRIMA CONVINCENTE CHE FA DELLA REGIA E DELLE PROVE ATTORIALI I SUOI PUNTI DI FORZA
Alla prima esperienza con il lungometraggio, Antoneta Alamat Kusijanovic realizza un’opera davvero convincente per forma e tematiche trattate. Murina è girato con mano sicura dalla regista, capace di adattare il suo stile a seconda delle esigenze del film (all’interno sono presenti anche alcune scene subacquee). La Kusijanovic rimane incollata ai suoi protagonisti, vero fulcro della pellicola: le dinamiche tra i personaggi e la loro evoluzione psicologica, scritte e messe in scena con grande cura, sono in grado di coinvolgere dall’inizio alla fine.
Sempre più frequentemente nel cinema contemporaneo c’è la tendenza di cadere, quando si racconta una storia al femminile, nella mera retorica: la giovane autrice croata classe 1985 non commette però questo errore in Murina, mostrando al pubblico, con un dramma familiare, non solo come il tema del maschilismo sia tremendamente attuale ma anche la forza da parte delle nuove generazioni di reagire e voltare pagina, pure a costo di affondare. È emblematico, in questo caso, il confronto tra Julija e la madre Nela: se la donna ormai è soggiogata alla prepotenza del marito Ante, la giovane figlia, anche attraverso la sottile seduzione nei confronti dell’ambiguo Javier, è disposta a tutto pur di scappare dal tiranno. La bravura degli attori poi fa il resto: dallo spaventoso Leon Lucev alla adorabile Gracija Filipovic, tutti gli interpreti sono riusciti a dare ai loro personaggi profondità e carattere.
Al netto di una struttura narrativa estremamente esile (il lungometraggio dura solo un’ora e mezza), Murina lascia intravedere le potenzialità di una cineasta emergente che, tramite la rappresentazione di un microcosmo familiare, fa luce su alcuni aspetti oscuri della società odierna.