Morbius, cinecomic a tinte ‘horror’ con Jared Leto diretto dal danese Daniel Espinosa, segna un’ulteriore espansione del SSU (Sony’s Spider-Man Universe), universo cinematografico legato alle proprietà intellettuali Marvel licenziate alla Sony Pictures delle quali la The Walt Disney Company non ha lo sfruttamento diretto. Se per l’Uomo Ragno di Tom Holland la Sony si era affidata a una collaborazione creativa con i Marvel Studios della Disney (complice i flop dei film con Andrew Garfield e il Sony-gate), per alcuni personaggi come Venom, Carnage e Morbius ha invece optato per una produzione interna, che resta comunque narrativamente legata al Tessiragnatele ma parallela (e solo a tratti tangente) al MCU.
MORBIUS: (BRUTTE) VIBRAZIONI ANNI ’90 PER IL CINECOMIC CON JARED LETO SUL VAMPIRO MARVEL
Considerato il livello particolarmente scadente dei precedenti film del SSU, le aspettative verso il film con Jared Leto erano particolarmente basse. Il fatto che l’arrivo nei cinema italiani il 31 marzo 2022 sia stato anticipato da un’accoglienza internazionale disastrosa, che puntava il dito contro uno script poco coerente e una CGI infantile, non ha quindi sorpreso nessuno. Morbius, come preannunciato, si conferma infatti a dir poco un’occasione mancata. Il regista del ben più riuscito Life e gli sceneggiatori del disastroso Gods of Egypt confezionano un horror all’acqua di rose e dall’estetica involontariamente datata, che sembra concepito nei peggiori anni ’90. Con la differenza che in quegli anni uscivano straordinari film sui vampiri come Dracula di Bram Stoker, Intervista col Vampiro, Dal Tramonto all’Alba o anche semplicemente l’ottimo cinecomic Blade, mentre Morbius sembra semplicemente un b-movie.
La scelta di confezionare un film attorno a uno ‘spaventoso’ vampiro incapace di provocare emozioni forti, sulla carta, poteva anche avere un senso nell’ottica di una strategia di mercato pesata sul pubblico generalista. In fin dei conti il box-office pandemico sorprendentemente positivo di un disastro di critica come Venom – La Furia di Carnage fa pensare che ci sia del metodo nella follia della Sony. I dubbi sulla riuscita del risultato finale sono però troppi, e c’è da sperare che la crescente interconnessione tra SSE e MCU (inaugurata nella scena post-crediti di Spider-Man – No Way Home e qui rafforzata) porti a un salvifico contributo creativo da parte del team che risponde a Kevin Feige. La Sony da sola sembra non potercela fare.
LA TRAMA DI MORBIUS: JARED LETO DA MEDICO A VAMPIRO
Morbius è la storia di un medico, il Dott. Michael Morbius (Jared Leto), la cui sopravvivenza è minacciata da una rara malattia sanguigna. Grazie all’invenzione del sangue artificiale, che gli è valsa persino il premio Nobel, il dott. Morbius ha salvato moltissime vite, eppure non riesce a trovare una cura per se stesso né per il suo migliore amico e compagno di sventure Milo (Matt Smith).
Per sopravvivere entrambi necessitano di continue trasfusioni, che con il tempo diventano però inefficaci. Morbius, spinto dal suo genio innato e dalla volontà di cambiare il corso della storia e della medicina, decide così di oltrepassare la barriera etica e sperimenta su di sé un siero altamente pericoloso, ricavato dal DNA dei pipistrelli vampiro del Costa Rica. Il siero però non si limiterà a guarire le cellule malate del dottore e lo trasformerà in un ibrido particolarmente aggressivo, che necessiterà di sangue umano per poter sopravvivere. Sopraffatto dalla sua nuova identità, Morbius deciderà di interrompere la sperimentazione, ma le conseguenze della sua scoperta sfuggiranno al suo controllo.
LE POTENZIALITÀ DI UN CAST SOLIDO VENGONO COMPLETAMENTE VANIFICATE DA UNO SCRIPT TERRIBILE E DA UNA DIREZIONE CONFUSA
Il pur altalenante Jared Leto e l’ottimo Matt Smith in passato hanno ampiamente dimostrato le proprie doti attoriali e, se minimamente supportati dallo script e dalla regia, avrebbero potuto funzionare bene. Il portamento vampiresco e lo sguardo malinconico di Jared Leto – vincitore nel 2014 del premio Oscar al miglior non protagonista per Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée – danno vita a un Michael Morbius oscuro, affascinante, introverso e completamente privo dell’ironia fuori luogo tipica dei film del SSU. Anche Smith, col suo atteggiamento strafottente e la fisicità longilinea, sembrerebbe aver perfettamente centrato il ruolo. È però incredibile come la totale svogliatezza della produzione non solo non valorizzi minimamente un cast solido (di cui fa parte anche l’ottimo Jared Harris, cui è assegnato un personaggio sostanzialmente inutile alla narrazione) ma contribuisca invece a sommergere ogni potenzialità sotto una montagna di scelte sbagliate.
MORBIUS: LE IDEE NON SFRUTTATE E UNA CGI IMBARAZZANTE
Il materiale di partenza avrebbe potuto suggerire una moltitudine di spunti interessanti a sceneggiatori e regista: Morbius è un personaggio intrigante, soprattutto per quel dissidio interiore che è il tratto caratterizzanti di alcuni dei migliori personaggi della letteratura fumettistica; antieroi sul filo della morale, carichi di un peso psicologico che riporta il supereroismo al lato più puramente umano.
La chiarezza con cui Roy Thomas ha scritto il personaggio di Morbius nel 1971 per la collana The Amazing Spiderman non è stata accolta dagli sceneggiatori Matt Sazama e Burk Sharpless, che sono andati totalmente fuori corsia, in particolare nella seconda parte del film, dove effetti visivi oltremodo scadenti e una scrittura sconcertante convergono in un pastone che culmina con le scene post credit. Un esempio su tutti è proprio quello del sangue, elemento che fa da fil rouge a tutta la storia e ha in sé tantissimi significati, come la vita, la scienza, l’immortalità e in questo caso anche il legame tra i due protagonisti; ma a parte la citazione cine-vampiresca che si coglie in una scena del film, la sceneggiatura non è stata nemmeno in grado di enfatizzare questo elemento fondamentale.
MORBIUS, TRA RIMANEGGIAMENTI E PEZZE, NON HA NEMMENO UNA SUA IDENTITÀ VISIVA
Non è dato sapere chi sia il principale colpevole di questo disastro, fatto sta che Morbius è un film diviso in due parti, dove le non-scelte si concretizzano davanti agli occhi dello spettatore in una CGI da brividi (e non brividi di paura). L’identità visiva del film appare anch’essa bipolare, con incoerenze nel tono e nei cromatismi. Basti pensare che mentre nei titoli di coda e di testa appare una grafica geometrica piuttosto elegante e con una palette di colori ben lontana dai cliché vampireschi – probabilmente frutto di un tentativo di salvataggio in extremis da parte del dipartimento marketing – la trasformazione dei personaggi nelle maschere mostruose è grossolana e carica di tinte cupe.
Anche in questo caso, come per la sceneggiatura, se il concept è volutamente andato in questa direzione, forse l’errore di decodifica è di chi si aspettava qualcosa di differente. Come per il concept di Venom – La Furia di Carnage, dello stesso filone e tenore, anche in Morbius vengono enfatizzate le scene di lotta, stavolta tra il protagonista e il suo antagonista in volo e con una slow motion continua, che alterna momenti di stallo a vertiginose cadute libere dai grattacieli di New York. I post-credit sono anch’essi posticci e lasciano parecchi interrogativi; vedere per credere.
In conclusione Morbius è un film che farà sicuramente parlare molto di sé (in termini negativi), e se il personaggio potrebbe avere del potenziale il lancio non è tuttavia dei migliori. Il finale apre a ulteriori intrecci con proprietà ben più interessanti di casa Marvel; vedremo quali saranno gli sviluppi futuri.