Finale a Sorpresa è l’ultimo film di Mariano Cohn e Gastón Duprat (Il Mio Capolavoro), che ritornano dietro la macchina da presa, raccontando, con l’irriverenza che li contraddistingue, le manie e la vanità dei protagonisti dell’ambiente cinematografico. Presentato in concorso alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Finale a Sorpresa – Competencia Oficial è arrivato nelle sale italiane il 21 aprile, distribuito da Lucky Red.
Dopo i film, acclamati dalla critica, Il Cittadino Illustre (2016) e L’Artista (2008), il sodalizio tra i fratelli Duprat (Gastón alla regia e Andres alla sceneggiatura) e Mariano Cohn continua con la dissacrazione della settima arte. Dopo aver messo in discussione un premio Nobel e un pittore, gli argentini stavolta se la prendono con una coppia di attori e una regista sulla cresta dell’onda. Protagonista è un trio dalla rara alchimia scenica: Penelope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martinez.
Una competizione tra caratteri opposti alla base della trama di Finale a Sorpresa
Lo script di Finale a Sorpresa si concentra sulla lavorazione di un film, commissionato da un egocentrico imprenditore all’artista più in voga nell’ambiente d’essai, la regista Lola Cueves (Penelope Cruz). Deciso a lasciare una memoria significativa del suo passaggio sulla terra, il milionario chiede esplicitamente un cast d’eccellenza per il suo film, ma sfortunatamente gli attori più quotati sulla scena sono agli antipodi.
Felix Riviero (Antonio Banderas) è il classico divo di Hollywood, narcisista, passionale ed estremamente piacente, mentre Iván Torre (Oscar Martinez) l’attore teatrale impegnato e di cultura, politicamente attivo e piuttosto snob. La competizione di cui parla il titolo è dunque tra i due attori, entrambi con spiccate capacità recitative ma con un ego difficile da dominare.
La regista, altrettanto bizzarra e narcisista, dovrà mettere i due attori sullo stesso piano, trovando le strade migliori per misurarsi con loro e realizzare il suo film. Tra prove che richiamano happening e improvvisazione, metodi radical chic e molta ironia, l’acclamata Lola Cueves dovrà infine portare a termine il suo compito esponendosi in primo piano.
In Finale a Sorpresa Cohn e Duprat si misurano per la prima volta con delle vere star
I registi per la prima volta girano al di fuori dell’Argentina, sempre in lingua spagnola, ma cambiando completamente ambiente. Finale a Sorpresa è meno articolato rispetto ai precedenti ma presenta caratterizzazioni più intimiste e profonde. I protagonisti sono ben tre e affidati a interpreti d’eccellenza. Il rodato duo Cruz e Banderas, in particolare, ha lavorato insieme in diverse occasioni, in particolare con Pedro Almodovar, mentre Martinez ha vinto la Coppa Volpi nel 2016 per la sua interpretazione ne Il Cittadino Illustre. Insieme il trio funziona molto bene, lavorando attraverso metodi che privilegiano l’autoironia e rimettendo alla mercé del pubblico in sala la capacità di lavorare su vizi e virtù, in un mestiere dove l’ego è preponderante.
Il cinema visto dal cinema, ma con poca autoreferenzialità
I registi argentini hanno scelto l’Europa per rappresentare la loro personalissima versione della satira sull’arte, portando avanti un progetto di narrazione dell’arte che caratterizza da sempre la loro produzione e che è connotato da una feroce, quanto sottile, critica alle vanesie contraddizioni e alla mercificazione dell’arte contemporanea.
In Finale a Sorpresa scelgono di mostrare il dietro le quinte della rappresentazione cinematografica, evitando di mostrare il prodotto finale o le sue derivazioni (trailer, spezzoni). Il rischio autoreferenzialità, altissimo in questo caso, è arginato probabilmente dagli stessi attori protagonisti, che consapevolmente o meno si saranno trovati, almeno una volta nella loro lunga carriera, in qualcuna delle situazioni paradossali che Cohn e Duprat descrivono.
Il film è divertente ma soprattutto intelligente, proprio perché evita di prendersi troppo sul serio. In un momento storico in cui provocare per il gusto di farlo, senza mostrare alcuna sostanza, Finale a Sorpresa riporta con i piedi per terra un settore che spesso si dimentica di essere formato da maestranze, composte prevalentemente da operai e persone “comuni”. Capricci e stravaganze dei divi di un tempo, oggi possono essere smontati, analizzati, dissacrati e come il pubblico, certamente avvezzo a questo genere cinematografico, possa divertirsi, senza obbligatoriamente spegnere il cervello.