Anatomia di uno Scandalo (Anatomy of a Scandal), miniserie legal-drama in 8 episodi diretta da S. J. Clarkson, è tratta dall’omonimo romanzo del 2018 dell’autrice anglosassone Sarah Vaughn. Prodotta e distribuita da Netflix, vede nel cast Sienna Miller (American Sniper, 2014), Rupert Friend (Van Gogh, sulla soglia dell’eternità, 2018; Obi-Wan Kenobi, 2022), Michelle Dockery (Downton Abbey, 2010-2015), Naomi Scott (Aladdin, 2019).
DI COSA PARLA ANATOMIA DI UNO SCANDALO? LA TRAMA DELLA MINISERIE
Il parlamentare britannico James Whitehouse (Rupert Friend) è nel mirino mediatico, a causa di una relazione con la sua assistente (Naomi Scott). La moglie (Sienna Miller) deve affrontare la tragica realtà del tradimento, riconfigurando la propria vita pubblica e privata. La situazione precipita quando la stessa assistente accuserà Whitehouse di averla stuprata.
ANATOMIA DI UNO SCANDALO: UN’APERTA DENUNCIA CONTRO LO STUPRO, MA NON SOLO
Anatomia di uno Scandalo non usa mezzi termini. Va dritta al punto della questione, con esplicita sensibilizzazione contro lo stupro a ogni fine puntata. La serie di Clarkson è a suo modo contorta e non fatica a criticare il sistema giudiziario. La verità si manipola, si stravolge e si disperde tra le aule di tribunale, tra l’influenza politica e mediatica, con un legame morboso tra giustizia e opinione pubblica che ricorda la grande visibilità avuta da tutta la vicenda legale Depp-Heard – già soggetto di una imminente docuserie.
INCROCI NARRATIVI E TEMPORALI NELLA MINISERIE DI CLARKSON
In Anatomia di uno Scandalo, l’impianto narrativo rende sempre più evidenti i paradossi del sistema di giustizia. Certo, non siamo al livello di The People v. O. J. Simpson di Ryan Murphy (American Horror Story, 2011-in corso, Ratched, 2020-in corso). Quella assumeva come soggetto un caso reale e, anche se nella serie di Clarkson il caso è frutto dell’invenzione dell’autrice, il lavoro è assolutamente ben congegnato tanto da renderlo più che verosimile.
Anatomia di uno Scandalo intrappola intellettualmente ed emotivamente lo spettatore attraverso un accurato ricamo sulle sequenze in cui i flashback incrociano gli avvenimenti del presente, arrivando a un’inquietante livello di sovrapposizione. Infatti, notiamo come la storia dei personaggi si stratifica e si articola anche su piani temporalmente distanti l’uno dall’altro.
LA VERTIGINE FOTOGRAFICA IN ANATOMIA DI UNO SCANDALO
Anatomia di uno Scandalo è il sintomo evidente di un certo modo di guardare alla serialità, che dosa bene la sceneggiatura ma che è anche in grado di lavorare meticolosamente sul prodotto finale nel suo insieme. La fotografia e la regia vertiginose riflettono lo stato di confusione del personaggio di Sienna Miller, a volte capovolgendo completamente le inquadrature. Così, l’occhio della camera ama stringersi e sostare sui protagonisti durante il processo. Lo sguardo di Clarkson inquisisce, seguendo le tempestanti domande dell’accusa nel tentativo di indurre il crollo psichico dei testimoni.
SCANDALO E PARADOSSO IN ANATOMIA DI UNO SCANDALO
Anatomia di uno Scandalo regala allo spettatore un senso di spaesamento e di claustrofobia. Una miniserie labirintica e spigolosa nonostante la struttura lineare dello script. È contorta, tuttavia, per il tema che tocca: un sistema giuridico che è scandaloso e paradossale insieme.
Nell’ottica del genere legal, Anatomia di uno Scandalo contribuisce a rendere il confine fra colpevolezza e innocenza sempre più labile. Una narrazione che, in sostanza, vuole mostrare come la verità non sia alla portata della giustizia.
LO SGUARDO DELLA DISPERAZIONE E LA FREDDEZZA DI DOWNTOWN ABBEY
Tutto questo impianto di Anatomia di uno Scandalo è arricchito dalle ottime interpretazioni. Rupert Friend è ambivalente nel ruolo del ministro. La moglie (Sienna Miller) non è in grado di comprendere dove stia la verità, tanta è la capacità di dissimulazione del marito.
Allo stesso modo, avvertiamo un senso di perdizione generale. Prima siamo travolti e sconvolti dalla verità del tradimento – per cui, torniamo a ripetere, fotografia e regia hanno un ruolo essenziale destrutturando l’orientamento dello sguardo. Poi arrivano gli sguardi della Miller che instillano paura e confusione. Non riusciamo a capire dove stia la verità. Il terreno delle certezze crolla continuamente sotto i nostri piedi.
Per concludere assistiamo alla lotta della granitica e fragile avvocatessa Kate che sa dove sta la verità, ma non riesce a farla trionfare. A interpretarla Michelle Dockery direttamente dal set Downton Abbey, da cui ha ben appresso lo stile recitativo di un’incrollabile freddezza tutta british. È al suo personaggio che è affidato il plot twist della serie.
ANATOMIA DI UNO SCANDALO: UN TEMA SCOTTANTE MA TRATTATO SENZA MORALISMI
Anatomia di uno Scandalo è un labirinto morale. È uno sconvolgimento del concetto di giustizia, qui messa a nudo nella sua essenza manipolabile. È la crisi fra moralità e legalità. È anche una denuncia esplicita al sistema, tanto quanto allo stupro e al modo sottile in cui questo può essere consumato senza apparire platealmente come tale. Anatomia di uno Scandalo merita attenzione, non fosse altro che per l’atto etico di cui si fa carico, senza sconfinare in un blando moralismo.