Il Risveglio di Neo, che trascina le sue strabordanti stratificazioni allegoriche dallo straordinario Matrix del 1999 al ben più modesto Matrix Resurrections del 2021, torna a destare l’interesse di Paolo Riberi, già autore quattro anni fa dell’eccellente Pillola Rossa o Loggia Nera?. Il saggista, cinefilo e studioso di filologia, letteratura antica e storia delle religioni, torna a misurarsi con ancor più attenzione col percorso del personaggio creato dagli allora fratelli Wachowski, in un viaggio erudito ma scritto con esemplare chiarezza sugli affascinanti mondi filosofici che soggiacciono al celebre franchise d’azione.
È così che il suo Il Risveglio di Neo – Mitologia, gnosi, massoneria e metaverso da «The Matrix» a «Resurrections» (questo il titolo completo), edito da Lindau, diventa una sorta di lettura ipertestuale che scava oltre il testo cinematografico e la quale, partendo dagli eventi della saga filmica con Keanu Reeves, ci trascina con agilità tra le radici della nostra cultura e il futuro del post-umano.
IL RISVEGLIO DI NEO: QUANDO PRENDERE SUL SERIO LE AMERICANATE È UN GRANDE ESERCIZIO CULTURALE
Tanto per iniziare, il grande merito di Riberi è quello saper cavar sangue da una rapa – citando il detto popolare – e di partire da una sarabanda dalla confusionaria e maldestra ambizione come Matrix Resurrections per intessere un discorso culturale di grande valore.
Martin Scorsese, non proprio il più generoso estimatore dei blockbuster statunitensi, ebbe a dire che «nel XX secolo il Cinema è una forma d’arte americana, come il jazz». Sorvolando sull’inaspettata ingratitudine verso cinematografie fertili di capolavori come quella italiana o quella francese, va riconosciuto che effettivamente il modello del cinema americano è stato quello che ha colonizzato ogni fronte e ovunque si è imposto.
Succede così che l’americanata (termine ben più antico di quanto si pensi, tanto che ne disquisiva già Giuseppe Sormani nel suo libro Eco d’America nel 1888) sia diventata nel bene e nel male un paradigma; lo stampo per eccellenza dell’immaginario collettivo. Se a volte quel gusto per l’eccesso partorisce scintillanti connubi tra arte e intrattenimento (proprio come il capostipite della saga sopra citata), altre volte gli esiti sono più infausti. Eppure il saggio di Riberi ci ricorda che i blockbuster possono e devono essere presi sul serio.
NE IL RISVEGLIO DI NEO PAOLO RIBERI ESPONE L’ALTO PARTENDO DAL POP
È facile associare immediatamente la saga di Matrix ad avveniristici concetti di fantascienza. D’altronde tra robot senzienti e universi digitali, la prospettiva del futuribile è quella più autoevidente. L’operazione condotta da Riberi ne Il Risveglio di Neo però è di segno opposto e, pur senza sottrarsi a riflessioni sul senso delle nuove tecnologie appena albeggianti, scava nel passato remoto.
Partendo da un’introduzione che passa per l’eterno ritorno dell’eroe vogleriano, Riberi presto si addentra nei meandri della galleria di personaggi delle Wachowski – con particolare attenzione a Matrix Resurrections – e mostra come dietro ognuno di essi si staglino archetipi con i quali ci misuriamo da millenni, in un’operazione che indirettamente finisce anche per chiarire la trama del film, benché l’obiettivo sia ovviamente più nobile.
Tra suggestioni più assodate e spunti estremamente freschi, Il Risveglio di Neo stimola continuamente il lettore
La gnoseologia, cioè l’indagine filosofica della conoscenza, è un terreno su cui l’autore si muove con sicurezza e che ha già esplorato ripetutamente in passato. È proprio dal senso del conoscere che però continuano a svilupparsi alcune delle sue riflessioni più interessanti. D’altronde, come sottolinea il titolo, è proprio il risveglio, cioè la presa di coscienza di un mondo più ampio, ad essere il fulcro dell’opera.
Spaziando dallo schopenhaueriano velo di Maya dell’Induismo all’esoterismo iniziatico della massoneria, Riberi procede in modo erratico ma stimolante lungo un percorso sì, arbitrario e personale, ma sempre inappuntabile. Non manca un furbo ammiccamento alla grande fuffa del momento, il metaverso, che però diventa pretesto per ragionare della realtà come proiezione, come qualcosa che si allontana in una rappresentazione – con grande coerenza rispetto all’oggetto di indagine del saggio.
In conclusione Il Risveglio di Neo – Mitologia, gnosi, massoneria e metaverso da «The Matrix» a «Resurrections» è una continua digressione, rapsodica ed eclettica, che muove dal terreno comune della celluloide per accompagnare il lettore in una dotta dissertazione dalla quale non si può che uscire più ricchi. Non possiamo che consigliarvene la lettura.