Scissione (titolo originale Severance) è una serie TV straordinaria, che unisce suggestioni da show come Black Mirror di Brooker e Homecoming di Esmail a influenze dal cinema ipnotico e perturbante della coppia Lanthimos/Filippou, per un risultato finale comunque del tutto originale. Distribuita su Apple TV+, piattaforma streaming sottoscrivibile da chiunque crei un ID apple a prescindere che possieda o meno un prodotto dell’azienda di Steve Jobs, la serie si muove tra il distopico e il thriller psicologico e segna il folgorante esordio di Dan Erickson nel ruolo di sceneggiatore e showrunner.
A condividere i crediti per una regia di altissimo livello troviamo Ben Stiller e Aoife MacArdle. Il primo, noto soprattutto come attore e autore comico, in realtà vanta considerevoli precedenti registici – dalla miniserie Escape at Dannemora a film come I Sogni Segreti di Walter Mitty o Tropic Thunder – mentre la seconda ha un background di tutto rispetto soprattuto nel mondo dei videoclip musicali e della pubblicità – con all’attivo video per U2 e Coldplay e spot del Super Bowl per Audi e Toyota.
Decisivo anche il contributo a Scissione (Severance) di un cast eccellente e in stato di grazia. Il protagonista, interpretato da Adam Scott (conosciuto prevalentemente per la serie comedy cult Parks & Recreation e per la miniserie thriller drama Big Little Lies), è affiancato da mostri sacri come John Turturro (volto ricorrente nel cinema dei Fratelli Coen, visto di recente anche in The Batman) e Christopher Walken (in capolavori come Il Cacciatore e Pulp Fiction), nonché da una gelida e irascibile Patricia Arquette (premio Oscar per Boyhood di Richard Linklater). Ottime anche le meno celebri Britt Lower (High Maintenance) e Dichen Lachman (Altered Carbon, Shameless).
Rinnovata per una seconda stagione, Scissione (Severance) ha ricevuto ben sette candidature agli Emmy Award 2022.
DI COSA PARLA SCISSIONE (SEVERANCE)? LA TRAMA
Mark (Adam Scott) lavora presso la Lumon Industries, azienda che utilizza una procedura tecnologica di scissione identitaria per i suoi dipendenti. Ognuna delle due vite, lavorativa e privata, è totalmente inconsapevole dell’altra. L’equilibrio di Mark e dei suoi colleghi si incrina con l’arrivo di Helly (Britt Lower) e quando gli intenti poco chiari della Lumon iniziano a suscitare qualche dubbio etico sulla proceduta di scissione.
UN CONCEPT GENIALE PORTATO AVANTI CON ELEGANTE MINIMALISMO
Scissione (Severance) è un perfetto esempio di script high-concept, cioè parte da un’idea forte che da sola è capace di reggere tutto l’impalcato narrativo. È uno sviluppo misurato quello dato allo script, che svia il pericolo di ipertrofia tematica e narrativa rendendo così giustizia a un’idea di partenza tanto folgorante. Certamente, non mancano gli incroci fra diversi temi e storie, come quelle che vedono le coppie attoriali Turturro-Walken e Scott-Lower, ma sono sempre riferite a un’unità definita di spazio e tempo.
Quello di Erickson è un prodotto raffinato e che sfrutta il minimalismo estetico. Questo emerge con chiarezza nella scenografia e nell’architettura degli spazi, caratterizzati da un sapore vintage che stempera le suggestioni più fantascientifiche, e nella fotografia come nel sonoro.
La stessa sigla è una piccola opera d’arte, nonché chiave di accesso al tema di Scissione (Severance), mostrando la tensione fra le due esistenze del protagonista alla disperata ricerca di un equilibrio tra lavoro e vita privata. L’ideazione e realizzazione dei titoli di testa è opera del 3D artist berlinese Extraweg, al secolo Oliver Latta; specializzato nella modellazione di corpi ‘gommosi’ in CGI e la cui opera Human Paste divenne virale sui social non molto tempo fa.
IL SIGNIFICATO DEL LAVORARE SENZA SCOPO: L’ALIENAZIONE IN SCISSIONE (SEVERANCE)
Partendo dalla sigla, dunque, la malleabilità è una caratteristica di Scissione (Severance). Una plasticità in negativo e che riesce letteralmente a fare dei personaggi ciò che l’azienda vuole. Per questo, la serie di Erickson regala un affresco sull’alienazione giocata sul doppio livello del lavoro e dell’identità.
I personaggi, in quanto dipendenti, non sanno chi sono nella vita privata e non conoscono gli scopi dell’azienda. Lavorano e sono lì per dimenticare chi sono fuori. È di sicuro il caso di Mark, che decide di lavorare per la Lumon allo scopo di non soffrire più dopo la morte della moglie. In Scissione (Severance) la dissociazione ha quindi un duplice scopo: uno palliativo per le sofferenze emotive del mondo che sta fuori e uno produttivo che permette di aumentare l’efficienza lavorativa.
SCISSIONE (SEVERANCE) È DEBITRICE VERSO UNA LEGGENDA METROPOLITANA NATA SU 4CHAN
Un progetto sperimentale allettante, quello della Lumon, ma non privo di problemi da contenere. Il primo è che i dipendenti tendono a ricreare le relazioni proprio come fanno all’esterno. Il secondo è che iniziano ad avvertire un’assenza di scopo nel loro lavoro. Le domande su cosa voglia fare la Lumon, su quali siano gli obiettivi – al di là dei numeri che devono controllare sullo schermo del loro computer – diventa incessante.
È qui che l’architettura degli spazi, così come la fotografia e la scenografia di Scissione (Severance) svolgono un ruolo cruciale. La serie si regge sull’estetica perturbante di Backrooms. Le backroom sono le aree riservate di un ambiente pubblico, tendenzialmente lavorativo, e il riferimento specifico è all’omonimo creepypasta nato sul sito imageboard 4chan e incentrato sui corridoi senza fine di un ufficio, con svolte che conducono verso luoghi simili e che ripetono ossessivamente la stessa configurazione architettonica. Un labirinto inquietante e interminabile.
LA SPIEGAZIONE DEI CORRIDOI COME LUOGHI ‘RASSICURANTI’: L’IMPREVEDIBILITÀ IN SCISSIONE (SEVERANCE)
Tuttavia, il problema delle backroom non è lo straniamento che esse suscitano nella ripetizione incessante. Anzi, si potrebbe dire che il valore perturbante delle backroom risiede, paradossalmente, nel suo contrario. Infatti, quello che angoscia non è l’ordine ripetuto e continuo, quanto la possibilità del disordine. Svoltare l’angolo è vedere che qualcosa cambia.
Da qui, l’inserimento di figure mostruose e il jump scare tipico dell’horror o, nel caso di Scissione (Severance), di altre figure che cambiano la configurazione della Lumon. Altri reparti, altri dipendenti che lavorano a settori specifici spuntano nei corridoio alimentando il senso di sospetto e alienazione.
SCISSIONE (SEVERANCE) E LA PSICOANALISI: IL LABIRINTO DELLA MENTE
La vera paura che suscitano le backroom non è dunque quella di perdersi, quanto la sensazione latente che qualcosa possa stravolgere l’ordine. In senso più ampio (e psicoanalitico), la diversità rompe l’ordine. E queste diversità è principalmente la forza emergente dell’inconscio.
È l’altra identità, quella che sappiamo esistere e che spinge per tornare in superficie. Proprio come succede per i protagonisti di Scissione (Severance). Scelgono la Lumon per controllare e obliare una componente della loro psiche, un ricordo doloroso o, in generale, qualcosa che li sconvolge emotivamente.
SCISSIONE (SEVERANCE) E LA CRITICA DEL CAPITALISMO COME CONTROLLO SOCIALE
La Lumon evita questa emersione delle emozioni primarie, delle forze inconsce, creando un sistema ordinato e rigoroso. Ognuno è chiamato a stare al proprio posto, ognuno deve svolgere il proprio lavoro. Come l’operaio che lavora ma senza conoscere il prodotto finale. In Scissione (Severance) emerge con chiarezza il tema sociale del rapporto fra lavoro e alienazione, qui reso attraverso la sperimentazione estrema della scissione identitaria.
Se qualcosa va fuori posto (rottura d’ordine delle backroom), il sistema si sconvolge e la catena produttiva collassa. Questo pericolo latente giustifica la scissione: tenere fuori l’elemento emotivo, circoscrivere il lavoro a un “io” che sia controllabile.
LA RICERCA DI UNO SCOPO È IL SIGNIFICATO FINALE DI SCISSIONE (SEVERANCE)
Il problema rimane l’illusione del controllo che la Lumon presume di poter ottenere sui propri dipendenti. La serie mostra con chiarezza come l’io sia un sistema dinamico, non facilmente controllabile. Ogni personaggio di Scissione (Severance) tenta di ricreare continuamente qualcosa che è nella vita privata, disegnando una prospettiva di senso, prefiggendosi uno scopo, dandosi delle coordinate. E così i protagonisti, anche nella dimensione lavorativa, tendono a ricostruire il sistema di relazioni, a provare emozioni, a desiderare altro, a conoscere lo scopo delle loro azioni.
Scissione (Severance) è per questo un lavoro delicato e complesso. Un’interpretazione del significato dello show non può prescindere dal mettere insieme alienazione capitalistica e psicoanalisi. Per farlo, la serie usa un’estetica rigida, pericolosa, perturbante. Gli spazi omologati in cui lo spettatore si trova diventano parte integrante del linguaggio della serie.
SCISSIONE (SEVERANCE) È UNA DELLE MIGLIORI SERIE TV DEL 2022
Dan Erickson, insieme alla direzione di Stiller e MacArdle, ha creato un’opera raffinata, forte, delicata. Scissione (Severance) arriva a essere una sperimentazione psicologica, sociale, politica. Una narrazione che racconta una possibilità non lontana, perché troppo vicina ai nostri desideri.
La scissione è insieme possibilità e rischio, in quanto muove sul confine labile tra memoria e identità. Di questo discorso sulla separazione della coscienza non mancano predecessori, da Se Mi Lasci Ti Cancello Eternal Sunshine of the Spotless Mind ad Atto di Forza – per citare due esempi molto distanti tra loro – ma ovviamente, come già detto, la Black Mirror di Charlie Brooker rimane il rimando più naturale. Nonostante ciò, lo show Apple TV+ rimane un capitolo di prima importanza tra le produzioni per il piccolo schermo, nonché senza dubbio una delle migliori serie TV del 2022.
Scissione (Severance) non si esime dal regalare allo spettatore un mondo possibile. Una realtà che forse viviamo già o che vorremmo vivere. È facile perdersi nelle backroom della Lumon, ma è anche bello il modo in cui la forza delle relazioni supera la paura dello spaesamento. Il lavoro di Erickson dispensa brividi (in positivo e in negativo). In Scissione (Severance) si intravede una rara impronta di autorialità che non punta all’esuberanza, ma utilizza una sobrietà stilistica che rinfranca lo spirito e piace anche agli occhi.