La serie Netflix The Sandman è l’adattamento dell’omonima serie a fumetti scritta da Neil Gaiman (autore anche di American Gods). La saga, originariamente uscita tra il 1989 e il 1996 per i tipi di DC, gode di una reputazione incredibilmente alta anche al di fuori degli amanti delle strips e vanta entusiasti ammiratori come Stephen King o Norman Mailer.
The Sandman è considerata da alcuni dei più grandi critici letterari come un capolavoro la cui importanza travalica il genere dei comic e sconfina nella letteratura d’autore. Per tale ragione l’attesa verso la trasposizione per il piccolo schermo era proporzionale alla paura che la celebre piattaforma streaming potesse ancora una volta produrre un live action non all’altezza del materiale di partenza.
Fortunatamente la serie TV The Sandman supera probabilmente ogni più rosea aspettativa e, anche grazie al coinvolgimento di Gaiman stesso, riesce addirittura a migliorare alcuni passaggi del fumetto.
LA TRAMA DI THE SANDMAN, LA SERIE TV NETFLIX
Morfeo (un perfetto Tom Sturridge) è il Signore dei Sogni, nonché uno dei più potenti esseri dell’universo. Veglia sul sonno dei mortali dall’inizio dei tempi, con saggezza e pugno di ferro; almeno finché l’incantesimo di un occultista non lo intrappola nel modo della veglia. Dopo oltre un secolo di prigionia, i cambiamenti che travolgeranno il mondo ‘reale’ e quello del sogno lasceranno in lui un segno indelebile.
Tali eventi lo trascineranno in un inaspettato viaggio di scoperta e crescita personale, che lo guiderà fra inferno e terra, sogno e realtà, vita e morte. Il tutto, attraverso una moltitudine di vicende che metteranno in luce lo sfaccettato rapporto tra il mondo onirico e le esistenze terrene.
THE SANDMAN, UN CAPOLAVORO A FUMETTI APPARENTEMENTE INADATTABILE
La scrittura visionaria e ambiziosa, la natura fiabesca e oscura delle invenzioni visive, i temi sociali o la cornucopia di rimandi a letteratura, mitologia e filosofia sono le ragioni per cui il fumetto di The Sandman è stato considerato come un’opera capace di rivoluzionare il proprio medium con un linguaggio del tutto inedito.
A ben vedere, però, sono esattamente questi stessi elementi che hanno fatto lungamente ritenere Sandman un’opera inadattabile per il grande schermo. Diversi i tentativi poi miseramente naufragati – l’ultimo dei quali avrebbe dovuto esser prodotto da Warner Bros con Joseph Gordon-Levitt come protagonista. Almeno fino all’annuncio della serie Netflix.
La paura di una trasposizione poco fedele fu presto fugata dal coinvolgimento dello stesso Gaiman come produttore e sceneggiatore (insieme a David S. Goyer e Allan Heinberg).
IN THE SANDMAN NEIL GAIMAN CI PORTA A SPASSO NELLE SUE VISIONI
Sin dal primo episodio di The Sandman si rendono evidenti quegli elementi che decreteranno il successo artistico del progetto: una regia solida, un ottimo cast, una sceneggiatura eccellente ed effetti visivi ben al di sopra degli standard televisivi.
Ogni puntata segue Morfeo e le vite dei sognatori portandoci in quelli che sono effettivamente contesti completamente diversi ma ugualmente affascinanti: dall’Inghilterra dei primi del ‘900 alla California moderna, dal mondo dei sogni all’inferno (regnato dall’immenso Lucifero di Gwendoline Christie). Il tutto attraverso una costruzione rapsodica che ci trasporta avanti e indietro nel tempo in un battito d’ali.
DAL TANGIBILE AL TRASCENDENTE E VICEVERSA: LO SPIRITO DI THE SANDMAN
Ognuno dei dieci capitoli dello show affronta tematiche potentissime. La penna di Gaiman, sullo schermo come faceva sulla carta, avvince per la sua capacità di rendere tangibili anche i luoghi o i personaggi più assurdi, e al contempo di dare trascendenza anche alle vicende più drammaticamente reali.
In tutto ciò The Sandman trova un suo spazio perfetto nella forma della serialità televisiva pur rispettando il materiale originale. Anzi, la serie TV di Netflix arriva addirittura ad elevare ulteriormente alcuni concetti e passaggi del fumetto, rivendicando libertà laddove il medium lo richieda.
TUTTO PERFETTO? NIENTE AFFATTO, MA LA SERIE TV DI THE SANDMAN RIMANE UN PICCOLO MIRACOLO
Superato l’impatto piacevolmente positivo dei primi quattro episodi, però, si rende autoevidente quello che è probabilmente il principale problema della versione Netflix: il ritmo. Sandman nasce come una storia sulle storie, il che significa che le sottotrame sono particolarmente eterogenee e a volte non hanno neanche lo stesso protagonista.
Per quanto lo show faccia del suo meglio per adattare il fumetto ai tempi e al linguaggio televisivo, risulta comunque lampante come le storie originali non fossero state concepite per questo. Alcune vengono accoppiate, altre divise, altre ampliate o cambiate radicalmente; il tutto spesso sapientemente. A volte, però, l’integrità e l’ambizione di partenza vengono compromesse e l’impressione è di trovarsi semplicemente davanti a una serie antologica. L’omogeneità che traspariva sulle pagine del comic, nella trasposizione per il piccolo schermo, ne esce quindi penalizzata. A complicare la questione una writing room forse troppo affollata.
THE SANDMAN E LA SPIEGAZIONE DI UN SUCCESSO CHE BRILLA DI LUCE PROPRIA
A fare da trait d’union ai vari archi narrativi rimangono alcune tematiche ricorrenti e degli interpreti in stato di grazia, alcuni dei quali tornano per molti dei 10 episodi. Nonostante le grandi performance del cast (di cui segnaliamo in particolare Boyd Holbrook, David Thewlis e Kirby Howell-Baptiste) una rumorosa minoranza del web ha protestato per il cambio di sesso o etnia che ha coinvolto un gran numero di personaggi. Tale scelta però non sembra schiava del politicamente corretto ormai imperante, quanto la naturale conseguenza di un cambio di iconografia che risonasse meglio con la contemporaneità.
In conclusione, The Sandman è un adattamento incredibile e che vive di vita propria, distaccandosi dalla sua opera madre quanto basta per non esserne un mero scimmiottamento. Un’opera estremamente consapevole del cambio di linguaggio necessario per diventare una grande serie, ma al tempo stesso abbastanza fedele da rendere giustizia alla creatività e alla magnifica scrittura dell’originale. Alcune parti avrebbero forse beneficiato di uno spirito più sperimentale, sia visivamente che narrativamente, ma il risultato nel complesso rimane un gioiello di bellezza rara, che sta registrando l’apprezzamento del pubblico di tutto il mondo.