Il Principe di Roma, nuovo film con Marco Giallini, vede l’interprete romano dismettere i panni dell’uomo contemporaneo per interpretare una commedia in costume, girata tra i vicoli di una Roma in cui aleggiano spiriti e misteri. Diretto da Edoardo Falcone e presentato alla 17a Festa del Cinema di Roma, Il Principe di Roma viene distribuito al cinema il 17 novembre 2022 da Lucky Red.
LA TRAMA DE IL PRINCIPE DI ROMA, LA STORIA DI MEO PROIETTI
Passato, presente e futuro si intrecciano ne Il Principe di Roma, in una città che freme per distaccarsi dall’abbraccio papale ma allo stesso tempo è ancorata alla tradizione, in particolare al lustro della nobiltà per nascita o per matrimonio. Nasce così la storia di Bartolomeo Proietti, detto Meo (Giallini), un uomo nato povero, anzi poverissimo, che dopo una vita passata a rincorrere beni materiali pretende un titolo nobiliare, con tutti i benefici del caso.
Sor Meo ambisce a sposare la figlia del principe Accoramboni (interpretato da Sergio Rubini) offrendo alla casata nobiliare una ricca dote. Per una serie di debiti e faccende dubbie, che la governante Teta (Giulia Bevilacqua) non manca costantemente di sottolineare, l’aspirante Principe di Roma, si troverà a dover cercare il denaro perduto. Ad indicargli la strada tre illustri spettri che animano la storia di Roma: Beatrice Cenci (Denise Tantucci), Giordano Bruno (Filippo Timi) e Papa Borgia (Giuseppe Battiston).
IL FILM CON GIALLINI, IL PRINCIPE DI ROMA, È UN PO’ IL CANTO DI NATALE DI DICKENS E UN PO’ IL MARCHESE DEL GRILLO
Il Principe di Roma è ambientato nel 1829, nella Roma trasteverina dei sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli e delle incisioni di Bartolomeo Pinelli. Il piglio strafottente e malinconico che caratterizza la loro Roma viene colto pienamente dal regista.
Il film di Edoardo Falcone sembrerebbe a tratti riportare alla memoria Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli, ma questo perché nella filmografia della commedia italiana – tanto più di ambientazione capitolina – non c’è mai stato molto spazio per i film in costume, dunque l’immaginario collettivo è ancorato alla figura di Alberto Sordi e a quella commedia all’italiana che si è evoluta in un cinema contemporaneo, dove le macchiette di un tempo lasciano spazio a personaggi meno stereotipati e più complessi.
Il Sor Meo di Marco Giallini e lo script di Edoardo Falcone e Paolo Costella sono moderni e trattano di tematiche universali, che ripercorrono la contemporaneità, benché le ambientazioni, i costumi e la storia siano riferiti alla Roma preunitaria. Gli spettri dei tre fantasmi, che vagano nelle varie epoche di Roma, riecheggiano le atmosfere descritte in Canto di Natale di Charles Dickens, mentre le ambientazioni e la sceneggiatura sembrano omaggiare la trilogia, non certamente comica, che Luigi Magni inaugurò con Nell’Anno del Signore e la sua lucida interpretazione del rapporto tra popolo e aristocrazia.
MARCO GIALLINI, IL PRINCIPE DI ROMA E UNA ROMA MALINCONICA E STRAFOTTENTE
Edoardo Falcone dirige nuovamente Marco Giallini dopo Se Dio Vuole e Io Sono Babbo Natale, ma stavolta il regista pone l’accento proprio sulla romanità che caratterizza sia lo script che il suo protagonista. È Il Principe di Roma che accompagna lo spettatore in un viaggio tra il presente e il passato del personaggio principale e della città che ospita la storia.
Giallini questa volta è il protagonista a tutto tondo, nonostante abbia un ottimo cast che contribuisce a rendere solido il film. Lo stile nella recitazione e i costumi richiamano alla commedia teatrale, mentre la scenografia è di stampo cinematografico. La base “dickensiana”, che Falcone costruisce gli permette di sviluppare una narrazione che, per bilanciare i contenuti, consente l’utilizzo del dialetto romanesco e dell’utilizzo di detti popolari, riti ancestrali e viaggi in una Roma esoterica e misteriosa.
Il Principe di Roma si basa proprio su questo equilibrio che ne è punto di forza, ma allo stesso tempo di debolezza. Gli elementi messi nel calderone delle vicende legate a Sor Meo sono veramente troppi, ma nonostante questo minus Il Principe di Roma è un prodotto interessante e godibile, soprattutto come visione natalizia.