Bones and All, nuovo film in cui Timothée Chalamet interpreta un cannibale, è un coming of age dalle tinte horror su due adolescenti problematici che si trovano ad intraprendere un viaggio nell’America più profonda. La pellicola di Luca Guadagnino è stata presentata alla 79 Mostra di Arte Cinematografica di Venezia, dove il regista di Chiamami col Tuo Nome (qui la nostra recensione) ha vinto il Leone d’Argento alla regia e Taylor Russell il premio Mastroianni come migliore attrice emergente. Tratto dall’omonimo romanzo di Camille De Angelis, Fino all’Osso, Bones and All esce nelle sale italiane dal 23 novembre 2022 distribuito da Vision Distribution.
LA TRAMA DI BONES AND ALL: TIMOTHÉE CHALAMET CANNIBALE NEL NUOVO FILM DI GUADAGNINO
Bones and All racconta il percorso on the road di due anime solitarie, che si incontrano nella sconfinata provincia americana nel pieno degli anni ’80. Maren (Russell) e Lee (Chalamet) sono ragazzi di provincia costretti a convivere con un segreto che li opprime e li sovrasta. Se lei, prima di intraprendere un viaggio in solitaria alla scoperta delle sue radici, viveva nell’apparenza di una vita tranquilla, lui ha scoperto prematuramente il suo lato oscuro, scontrandosi con la diffidenza e il giudizio degli altri.
Entrambi sono cannibali in cerca di un posto nel mondo, quell’ideale di luogo sicuro che anche i predatori più feroci ricercano in natura. Maren e Lee, in viaggio sulle strade dell’America rurale, dovranno trovare la propria ‘tana’ in loro stessi, imparando ad amare e ad amarsi. Un’intensa e controversa storia di formazione, fatta di condivisione dei sentimenti ma anche dei propri oscuri appetiti, che li porterà a confrontarsi con le bellezze e i pericoli del mondo che li circonda.
LA SPIEGAZIONE DEL SIGNIFICATO FINALE DI BONES AND ALL, TRA L’ALLEGORIA DELLE MINORANZE MULTIPLE E JAMES JOYCE
Il film di Luca Guadagnino è ricco di metafore e simbolismi che raccontano in controluce le contraddizioni della società americana. Il cannibalismo, più che come espediente horror, è usato come allegoria di un ‘appetito per la vita’ che impone di fuggire dal conformismo e al contempo di fare i conti con la propria identità. La sceneggiatura di David Kajganich (qui la nostra intervista), autore già al fianco di Guadagnino nel meraviglioso remake di Suspiria e in A Bigger Splash, introduce la riflessione nel pubblico citando una copia di Gente di Dublino di James Joyce.
Quando Maren incontra il il bizzarro Sully (Mark Rylance), primo cannibale dei tanti che successivamente troverà sul suo cammino, lo sguardo della camera insiste sul libro di Joyce, anticipando i temi portanti del film e il suo andamento, tra fermezza o fuga, stabilità fisica ed emotiva o avventura.
Bones and All, che mette al centro della propria lente letture non banali della solitudine e della diversità, si approccia per allegoria al concetto delle cosiddette ‘minoranze multiple’. Il film infatti descrive la realtà come una rete di mondi chiusi, ognuno rappresentativo di determinate specificità umane e con i propri codici e valori, ma ognuno al contempo destinato a collidere con le peculiarità dell’individuo. Maren e Lee, eroi ed antieroi di questa tragedia contemporanea, si renderanno presto conto che anche la comunità del cannibalismo risente degli stessi limiti della società “ordinaria” e che libertà e felicità sono concetti più vicini al sogno che alla realtà.
BONES AND ALL DI LUCA GUADAGNINO SI SVILUPPA NELLO SPAZIO TRA VITALITÀ, MALINCONIA E TENEBRA
Bones and All è un film che non lascia troppo spazio alla sperimentazione, e questo è uno dei suoi maggiori punti di forza. Guadagnino lavora su temi intimi e profondi, mettendo in scena un’immaginario in cui il legame con il sangue non è spaventoso né orrorifico ma, anzi, vicino a una condizione di dipendenza di cui vergognarsi. Insieme a quello dei protagonisti Taylor Russell e Timothée Chalamet, un contributo fondamentale è dato dal grande attore britannico Mark Rylance, che offre una performance impeccabile nei panni di un lupo solitario che si offre di insegnare all’acerba Maren i segreti per scovare facilmente le prede e placare la sua fame. In scena anche Michael Stuhlbarg, David Gordon-Green (regista della nuova saga di Halloween), Chloë Sevigny, André Holland e Jessica Harper; un cast folto ma asservito a una precisa visione autoriale che si regge su una coralità di ruoli ben cesellati.
La precisione di Luca Guadagnino è infatti evidente anche in Bones and All, dove ogni aspetto della confezione filmica si innesta a perfezione in un world building nitido e senza esitazioni. Un mondo che ha il respiro dei campi lunghi e lunghissimi sulle sconfinate praterie del Midwest mentre indaga i cuori di tenebra di una storia quasi conradiana. Nel rendere pulsante la banalità di un’umanità dagli appetiti selvaggi è indispensabile anche la cupa e immersiva colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, che amplifica con efficacia le emozioni di Maren e Lee lasciando allo spettatore un’ombra di tristezza ma anche un barlume di speranza. In conclusione è proprio su questo contrasto di vitalità e malinconica violenza che si regge Bones and All; un film intenso, in cui il cannibalismo è una coloritura di cinema di genere che dà freschezza a un affresco sulle contraddizioni di una società sempre più ricca di sfumature e sulle emozioni e la scoperta tipiche dell’adolescenza.