Ant-Man and the Wasp: Quantumania apre la fase 5 del Marvel Cinematic Universe, ampliando il concetto di multiverso introdotto dai precedenti Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Ant-Man, interpretato da Paul Rudd e la sua compagna The Wasp (Evangeline Lilly) si troveranno ad affrontare una nuova avventura che coinvolge la famiglia allargata dei Pym. Diretto da Peyton Reed, regista anche dei precedenti lungometraggi sull’Avenger che sfida le regole della fisica, Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uscito al cinema il 15 febbraio 2023 e sarà in streaming su Disney+ dall’8 luglio.
ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA, LA TRAMA DI UN VIAGGIO AL CENTRO DEL REGNO QUANTICO
Il mondo è cambiato dopo la sconfitta di Thanos, il blip e le conseguenze psicologiche che ha avuto sulla popolazione e sugli stessi Avengers. Scott Lang/Ant-Man nel frattempo ha consolidato la sua relazione con Hope Van Dyne/The Wasp, rinsaldato il legame con la figlia Cassie (Kathryn Newton) e scritto un libro. Tra le strade di San Francisco, Scott cerca di godersi la fama come Avenger, ma anche la tranquillità della sua nuova famiglia allargata, in cui Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) ed Hank Pym (Michael Douglas) hanno preso il ruolo di nonni adottivi di Cassie, sempre più vicina all’attivismo e con una propensione per lo studio e la ricerca dei campi quantici.
Nonostante qualcuno lo scambi per Spider-man, Scott Lang sembra aver trovato un equilibrio come uomo e come eroe, ma la curiosità della figlia spingerà il gruppo ad intraprendere una nuova avventura, quando insieme saranno catapultati a Quantumania. Janet Van Dyne, dopo 30 anni trascorsi nel “regno di sotto”, si ritroverà per ironia della sorte nuovamente nel luogo che l’ha ospitata tanto a lungo e lì dovrà tirare fuori parecchi scheletri nell’armadio.
Quantumania non è affatto disabitata ed è un microcosmo che si presenta con le stesse rappresentazioni sociali che si trovano sulla terra. In quel luogo vivono diverse popolazioni, che combattono contro un nemico particolarmente inquietante, che chiamano Kang Il Conquistatore (Jonathan Majors, già visto nella serie TV Loki). Ant-Man, The Wasp e i coniugi Pym si troveranno a dover affrontare i demoni del passato e a gettare le basi di un futuro che si avvicina sempre più al Multiverso, dove il tempo diventa un concetto teorico e relativo, mentre nel mondo tutto sembra scorrere come prima.
I PREGI DI ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA NE SONO ANCHE I LIMITI
Ant-Man è un personaggio che è entrato nel cuore del pubblico per il suo rifiuto delle regole e la sua visione del mondo, caratterizzata da un piglio sagace e irrispettoso. Decisiva in tal senso l’interpretazione di Paul Rudd, che ha accompagnato Ant-Man ad un’interessante e graduale crescita, sia nel vissuto privato che come Avenger.
In questo terzo capitolo, che porta sempre la firma di Peyton Reed alla regia, il personaggio di Scott Lang viene messo in secondo piano per privilegiare l’ensemble familiare su cui viene intessuta la sceneggiatura, che culmina con l’introduzione del nuovo villain Kang e l’inizio dell’attesissima fase 5 dell’MCU. I Lang e i Pym/Van Dyne sono coinvolti insieme in un’avventura che concede meno spazio al protagonista, complice anche l’ambientazione di Quantumania, un universo totalmente nuovo e inesplorato, in cui si svolge tutta la storia.
Quest’ambientazione rappresenta un minus piuttosto importante poiché si tende a spersonalizzare Scott Lang, eliminando quasi del tutto le strade di San Francisco (tranne nella parte iniziale), dove si svolgono i due precedenti capitoli e che creavano un collegamento con il mondo reale e con l’uomo che si cela dietro la tuta quantica di Ant-Man. Ciò che infatti ha reso l’uomo formica un personaggio tanto amato dal pubblico è proprio la sua umanità, rappresentata dalla concretezza dell’essere genitore, dal riscatto sociale e dall’impegno nella creazione di una tecnologia a servizio dell’umanità.
RICK AND MORTY, JULES VERNE E ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA
Peyton Reed e Jeff Loveness (uno degli sceneggiatori della serie di animazione cult Rick and Morty) scrivono a quattro mani la sceneggiatura di Ant-Man and the Wasp: Quantumania distaccandosi dai precedenti capitoli e approcciando un nuovo immaginario per gli eventi che seguiranno quest’ultimo capitolo dell’MCU. Lo script si mantiene piuttosto debole, con una trama che si distacca completamente dall’aspetto più ironico, dedicato al filone di Ant-Man che si inerpica sulla costruzione di un nuovo, strabordante, immaginifico scenario.
Quantumania nasce dalla penna dei due autori che inseriscono nella struttura dell’universo quantico una serie di elementi che ricordano la cultura pop, partendo dal testo di fantascienza per eccellenza, quel Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne che ha dato ispirazione a tantissimi progetti di genere, compreso l’ultimo film di animazione Disney, Strange World – Un Mondo Misterioso.
Ed è proprio da un salto nel buio che si sviluppa la narrazione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che apre le porte di questo nuovo regno, in cui troviamo creature mollicce che soffrono per non aver buchi corporei, strambi e megalomani combattenti (il cui volto sarà una piacevole sorpresa), amazzoni futuristiche e una scenografia che ricorda un’insieme di frame di elementi, tratti dagli archivi della memoria cinematografica degli ultimi 50 anni.
Nell’immaginario di Loveness e Reed si possono cercare elementi iconografici che vanno dalla taverna di Mos Eisley in Star Wars: Una Nuova Speranza ad immagini che ricordano coltivazioni batteriche al microscopio, unite insieme a tantissimi altri frame che compongono un luogo del tutto nuovo e popolato da altrettanti personaggi, talmente differenti e numerosi che rischiano di passare del tutto inosservati, pur essendo i coprotagonisti del lungometraggio. In definitiva Quantumania è un film che merita di essere visto per il suo impatto visivo del tutto non convenzionale, ma la poca introspezione dei personaggi e uno script che non lascia spazio a ramificazioni della trama rende il primo film della fase 5 monotono e tendenzialmente al di sotto delle aspettative.