John Wick 4 è uguale al capitolo precedente, ma con più azione, un budget superiore e sviluppi della trama ancor più ridotti all’osso. Ogni dialogo, parola e scambio serve semplicemente a preparare una battaglia tra il protagonista e decine di antagonisti di varia natura, e probabilmente è proprio questo che buona parte del pubblico si aspetta.
JOHN WICK 4: LA TRAMA
John Wick è diventato un contenitore collaudato all’interno del quale si può mettere qualsiasi materiale o suggestione e ottenere comunque qualcosa di buono. Il quarto installment della saga è però anche fondamentalmente stanco, come il suo protagonista. Il “Baba Jaga” – uno dei soprannomi di John Wick – è ancora una volta inseguito dalla Grande Tavola, dagli assassini, dal sistema che lo ha cresciuto e dal quale era stato fra i pochi a uscire. La taglia sulla sua testa è sempre più alta ma il sicario una volta in pensione non si tira indietro e anzi decide di affrontare in giro per il mondo le più importanti figure di questa ‘massoneria’ criminale.
JOHN WICK 4 E L’ERA DEI ‘VIDEOGIOCHI NON INTERATTIVI’
I paragoni tra la saga con Keanu Reeves e il mondo dei videogiochi non sono certo cosa nuova, ma non si può fare a meno di notare come in John Wick 4 i meccanismi videoludici sembrino fin troppo sfruttati; per la quantità di orde che combattono contro un singolo e per la semplicità con cui quel singolo se ne sbarazza. Intrattenimento puro, insomma, e la formula ha dimostrato fin qui di funzionare.
Nessun film negli ultimi anni ha mutuato così tanto dai games come la saga di John Wick: dal Continental Hotel – classico checkpoint dove riposarsi, crescere di livello e cambiare equipaggiamento – alla struttura per livelli e agli “aiutanti” che si uniscono per un lasso di tempo limitato al “party” del protagonista. John Wick 4 contiene persino uno stupendo combattimento – il momento più alto del film – ambientato in una discoteca nella quale la pista è ripresa come se fosse una folla che assiste allo scontro di un picchiaduro: figure bidimensionali che non interagiscono con la battaglia eppure sembrano perfettamente a conoscenza di ciò che sta succedendo davanti a loro. C’è persino un momento di sparatorie ripreso dall’alto come se fosse uno sparatutto in 2d.
SE LA SCALA DEGLI SCONTRI DIVENTA IRRILEVANTE
Non solo: John Wick è la messa in pratica di una idea molto precisa di azione che Chad Stahelski – regista della saga – sta imponendo a Hollywood. Si tratta di un format che si regge sulla portata degli scontri (tanto in termini di screen time quanto di scala) e in cui però ogni minimo evento sullo schermo segue evidentemente coreografie studiate al millimetro; in cui tutto si incastra sempre alla perfezione. Un’idea di dinamismo che si avvicina molto – sotto steroidi – ai ceselli virtuosistici studiati da Nick Gillard per i duelli della trilogia prequel di Star Wars, ponendosi al contempo in totale contrapposizione con gli sconti ‘sporchi’ e gli imprevedibili continui deragliamenti del Mad Max: Fury Road di George Miller (che preferiamo).
La cura e l’attenzione che Stahelski mette nella componente spettacolare del suo film risultano così a volte un po’ fredde, ma non sono comuni né facilmente riproducibili senza avere prima di tutto una forma di ossessione verso l’action. Si combatte per il gusto di farlo, con tutte le armi a disposizioni: spade, coltelli, archi, pistole e addirittura veicoli. A livello di sviluppo del racconto non cambierebbe nulla se ci fossero cento avversari o mille; quasi come ci trovassimo in un film di Matrix in cui i nemici appaiono dal nulla a ondate – e non a caso Stahelski fu stunt coordinator proprio di Matrix Reloaded e Matrix Revolutions.
JOHN WICK 4: CI POSSIAMO FAR BASTARE LA MIGLIORE AZIONE DI HOLLYWOOD?
Questo cinema senza compromessi, che come idea di fruizione si avvicina molto più alle generazioni cresciute guardando passivamente i gameplay su YouTube che alle avventure di celluloide costruite sul modello vogleriano, fa di John Wick 4 è il capitolo più oltranzista e costoso dell’intera saga.
Nei primi trenta minuti di film si pongono tutte le basi necessarie a costruire una sorta di intreccio, per lasciare le successive due ore e spicci appannaggio dell’azione in un’opera dalla durata mastodontica di 169 minuti ma in linea con i nuovi “grandi” titoli che sono usciti in sala negli ultimi mesi.
Questo fa di John Wick 4 un’opera vivacissima sullo schermo ma affaticata da una mancanza di avanzamento e sviluppo dei personaggi, della trama o di qualsivoglia elemento che aggiunga realmente qualcosa a ciò che abbiamo visto in passato. Vero, non è ciò che il film vuole fare, eppure i combattimenti sono in fondo degli scontri fra personaggi, e senza un build-up sensato che li ponga in un contesto e dia loro un peso drammaturgico anche un’azione che è tra le migliori del cinema americano contemporaneo potrebbe stancare.