Il film di DnD, intitolato Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri (in versione originale Honor Among Thieves), ha l’arduo compito di adattare per il grande schermo un’avventura ispirata all’RPG D&D, il più celebre gioco di ruolo fantasy di sempre, che recentemente sta vivendo una seconda giovinezza anche grazie all’omaggio resogli da Stranger Things e ai giocatori avvicinatisi durante la pandemia tramite servizi di gioco da remoto come Roll20. New Line Cinema ci aveva provato già nel 2000 ad adattare il brand per il grande schermo (un anno prima di portare in sala con tutt’altro esito Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello), ma il risultato era stato a dir poco disastroso. Stavolta pare che Paramount abbia invece capito quale approccio adottare.
DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI È IL PRIMO FILM DI D&D A TROVARE IL TONO GIUSTO
Il primo e più importante passo da compiere per gli studios è stato infatti trovare il giusto tono. Chi è abituato alla follia delle sessioni di gioco a DnD, rese divertentissime dall’aleatorietà dei dadi e dal cameratismo del party, sa bene che per rendere davvero lo spirito del GDR non avrebbero mai potuto funzionare né la seriosa drammaturgia della trilogia capolavoro di Peter Jackson né l’epica kitsch di Warcraft – L’Inizio di Duncan Jones. Ci voleva piuttosto una ricetta scanzonata analoga a quella del primo Guardiani della Galassia.
Per questo alla regia ma anche in scrittura (qui con la collaborazione di Michael Gilio) è stato messo il consolidato tandem composto da John Francis Daley e Jonathan Goldstein. I due, che provengono dalla commedia, avevano manifestato il loro interesse per le derive avventurose di una sessione ludica già nel loro Game Night – Indovina Chi Muore Stasera del 2018. Per Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri co-firmano una sceneggiatura che simula il gioco di squadra e riprende i personaggi, le classi e le ambientazioni di D&D, ma senza entrare troppo nei dettagli – in modo che anche lo spettatore più generalista possa divertirsi e apprezzare il viaggio del bardo e della sua compagnia.
La coppia, con crediti nello screenwriting di film di successo quali Come Ammazzare il Capo… e Vivere Felici, Spiderman: Homecoming e Come Ti Rovino le Vacanze, punta tutto su una narrazione avventuriera convenzionale, in cui un gruppo di vecchi amici si riunisce per un nobile scopo. Seppur lo script si basi su una storyline che non entra a fondo nella struttura dei personaggi, Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri non è un film superficiale ed è ben articolato per il pubblico trasversale a cui è rivolto.
LA TRAMA, IL PARTY E LE CLASSI DI DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI
Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri è calato nell’ambientazione Forgotten Realms e narra la storia del bardo Elgin (Chris Pine), un tempo membro della nobile organizzazione degli Arpisti ma che ha ormai sacrificato i suoi ideali in seguito alla morte della moglie. Dopo aver rimesso in discussione la sua vita ed esser rimasto solo con la figlia Kira, Elgin diventa compagno di scorribande di un gruppo composto dal barbaro Holga (Michelle Rodriguez), dal ladro Forge (Hugh Grant), dallo stregone Simon (Justice Smith) e dalla maga rossa Selina (Daisy Head).
Nel tentativo di compiere un furto la compagnia si divide ed Elgin perde le tracce della figlia, che è deciso a ritrovare dopo una lunga prigionia. Nella sua nuova avventura, sempre in compagnia di Holga, si aggiungono quindi il druido tiefling Doric (Sophia Lillis) e il paladino Xenk, interpretato Regé-Jean Page. Il nuovo gruppo si renderà presto conto che non bisogna sempre fidarsi dei vecchi amici e intraprenderà un cammino verso boschi impervi, sette di stregoni assetati di sangue, sottosuolo, draghi e creature fantastiche.
DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI È PIÙ UNA GIOCATA CHE UNA CAMPAGNA DI DnD
Un’immaginario che si ispira al classico gioco di ruolo e che viene riproposto con una scenografia tipica dei film fantastici degli anni ’80, con i dovuti aggiornamenti nello stile e nella scala. Il lavoro di ricerca nella regia e fotografia è evidente e i richiami all’iconografia tipica di quel periodo, di cui possiamo trovare esempi in film come La Storia Fantastica, Willow e Labyrinth sono palesi e danno l’impressione di trovarsi davanti a un tavolo con delle schede personaggio insieme ad un gruppo di amici.
L’idea di affidare al bardo la narrazione della storia è coerente con lo spirito del gioco e Chris Pine, seppur con qualche incertezza, è piuttosto in linea con il suo ruolo. La storia è convincente e la narrazione scorre in maniera molto fluida, ma ciò che manca in Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri è un vero e proprio villain, una minaccia tanto potente da diventare l’antagonista principale di una campagna D&D. La figura di un nemico di primo livello viene però probabilmente accantonata per fare spazio ad una visione adatta anche ai più piccoli e per permettere di gestire più facilmente i ritmi di quella che – con 2 ore e 14 minuti di durata – somiglia di più a una semplice sessione di gioco.
DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI E UN FANTASY LA CUI VERA ESSENZA È IL DIVERTIMENTO IN COMPAGNIA
Il maggior punto di forza di Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri sta nel sapiente uso dell’ironia che Daley e Goldstein inseriscono nel loro script. L’esperienza nella scrittura di commedie spassose, ma con un tocco di black humor, è evidente in questo lavoro, che sicuramente non ha avuto una realizzazione semplice (complici anche le lunghe beghe legali per i diritti tra Warner, hasbro e Universal) e che deve fare i conti con il rischio di tradire l’hype della fanbase.
I fan di DnD sono numerosi in tutto il mondo e il gioco è un vero e proprio cult, dunque rendere l’idea di una grande giocata sullo schermo del cinema era essenziale e il risultato è buono e convincente. Tra i personaggi più riusciti ci sono sicuramente il Forge di Hugh Grant e la tiefling Doric, protagonista di una scena molto suggestiva, mentre l’antagonista principale è decisamente sottotono e poco incisiva. Pine e Rodriguez interpretano bene i propri ruoli ma senza grandi slanci, mentre lo Xenc di Regé-Jean Page rimane un personaggio poco definito, forse in divenire. Nonostante queste criticità Dungeons & Dragons – L’Onore dei Ladri è un prodotto godibile e aperto sicuramente ad un futuro ricco di nuove avventure.
Erano tante le cose che potevano andar storte, ma l’operazione è riuscita e il film non solo supera il tiro salvezza, ma sfiora il colpo critico: l’adattamento si è preso le sue libertà, si lascia godere da un pubblico trasversale ma è anche pieno di citazioni ed easter egg che faranno felici i fan affezionati.