Air – La Storia del Grande Salto, ultima fatica da regista di Ben Affleck (Gone Baby Gone, The Town, Argo), racconta la storia vera dello storico accordo di marketing siglato nel 1984 tra Michael Jordan e la Nike ed è disponibile in streaming in Italia su Amazon Prime Video.
Affleck negli ultimi anni ha fatto parlare di sé più per la sua vita privata e per le sue vicissitudini professionali ed è quindi un piacere vedere che il suo talento dietro la macchina da presa – ampiamente dimostrato con eccellenti lavori in passato – non si sia esaurito. Il cineasta, che anche stavolta non si limita alla direzione ma sceglie di condividere la scena con il protagonista e sodale Matt Damon, mette in scena la storia di un contratto di sponsorizzazione che ha rivoluzionato non solo lo sport professionistico mondiale ma anche il marketing e la cultura pop in toto.
AIR, LA STORIA VERA DEL GRANDE ACCORDO TRA NIKE E MICHAEL JORDAN
Il protagonista di Air – La Storia del Grande Salto è Sonny Vaccaro (Matt Damon), dirigente all’inizio degli anni Ottanta della Nike allora guidata dal co-fondatore e amministratore delegato Phil Knight (Ben Affleck). Vaccaro, grande esperto di basket giovanile, ha un’intuizione: invece di spalmare il budget a disposizione della sua divisione su diversi prospetti, pensa che la cosa giusta da fare sia puntare tutto su un rookie dal grandissimo potenziale per farlo diventare l’atleta di punta dell’azienda.
La scelta ricade su Michael Jordan, guardia della squadra collegiale di North Carolina che nel 1982 ha vinto il titolo NCAA da protagonista (scelto poi nel draft NBA del 1984 dai Chicago Bulls con la scelta numero 3). Tuttavia il giovane fenomeno all’inizio decide di snobbare la Nike sentendo altre aziende (Converse e Adidas su tutte) ma Vaccaro, per spuntarla sulla concorrenza, cerca di convincere la famiglia Jordan ad accettare il contratto, facendo leva soprattutto sulla madre Deloris (Viola Davis).
NIKE AIR: IL FILM DI BEN AFFLECK, TRA BIOPIC E BUSINESS STORY, È SOLIDO E HA UN GRANDE RITMO
Reduce dal flop de La Legge della Notte e dalla travagliata esperienza con la DC (l’unico acuto recente è rappresentato da The Last Duel di Ridley Scott, di cui è co-sceneggiatore), Ben Affleck in Air – La Storia del Grande Salto cerca il suo riscatto attraverso un biopic di stampo classico ma dalla trama di grande impatto.
Come nelle sue precedenti opere, il due volte premio Oscar utilizza uno stile estremamente pulito ed asciutto nella messa in scena senza però rinunciare ad uno spiccato gusto nelle inquadrature e ad una cura dei dettagli quasi maniacale – da segnalare il grande lavoro alla fotografia di Robert Richardson, collaboratore storico di Quentin Tarantino, Oliver Stone e Martin Scorsese.
Inoltre Affleck, grazie anche alla sceneggiatura di Alex Convery, riesce a non far mai calare il ritmo lungo tutto il film: merito di dialoghi brillanti dai botta e risposta fulminanti, di un montaggio serrato ma equilibrato e della verve di un gruppo di attori in grande forma come Jason Bateman, Chris Messina e Chris Tucker.
AIR – LA STORIA DEL GRANDE SALTO E IL RUOLO DI MICHAEL JORDAN E DELLA NIKE NEL FILM
Tutto ciò che riguarda Michael Jordan ha grande appeal per il pubblico mainstream, anche vent’anni dopo dal suo ritiro da giocatore – il successo del documentario Netflix The Last Dance lo dimostra ampiamente. La sua leggenda parte proprio da quel contratto, che lo ha reso uno degli sportivi più iconici e ricchi di tutti i tempi nonché uno dei più ricchi, con un patrimonio personale di 2 miliardi di dollari.
Ben Affleck è consapevole di quanto possa essere ingombrante la figura di MJ e per questo motivo compie una scelta rischiosa ma artisticamente coerente e vincente: Air – La Storia del Grande Salto non mostra mai frontalmente il campione dei Chicago Bulls e gli riserva un minutaggio limitato, in modo tale da concentrare l’attenzione esclusivamente sugli eventi che hanno portato a definire lo storico accordo.
MICHAEL JORDAN E LE RICHIESTE ESPRESSE PER DARE IL VIA LIBERA AL FILM AIR
Come ogni prodotto che lo riguarda Jordan ha avuto voce in capitolo sulla produzione, in particolare sulla scelta dell’attrice che ha interpretato la madre (chiedendo esplicitamente che fosse Viola Davis) e sull’inserimento di un paio di personaggi importanti per la sua vita. Sicuramente Air – La Storia del Grande Salto è anche un’operazione di marketing volta ad esaltare la Nike e la sua stella più celebre; eppure il regista e attore statunitense è bravo a non esasperare i toni trionfalistici e a far emergere il lato più umano e vulnerabile dei protagonisti, in particolare del Sonny Vaccaro interpretato da uno splendido Matt Damon.
Nonostante un incasso inferiore ai 90 milioni capace di coprire a malapena il budget di produzione, Air – La Storia del Grande Salto rilancia la carriera di un filmmaker di talento. Affleck infatti, erede di un certo cinema americano che guarda a Michael Mann e a Clint Eastwood, quando lavora in condizioni produttive e personali ottimali e con un gruppo di collaboratori fidati difficilmente sbaglia.