Spider-Man: Across The Spider-Verse è il sequel del film d’animazione di grandissimo successo del 2018 Spider-Man: Un Nuovo Universo (titolo italiano per Spider-man: Into The Spider-verse). Il capitolo precedente introdusse per la prima volta sul grande schermo un celebre alter-ego alternativo dell’Uomo Ragno fumettistico, il quindicenne afroamericano Miles Morales, e soprattutto vinse il premio Oscar 2019 per le tecniche d’animazione decisamente fantasiose e innovative. Se nel primo film Miles scopriva il multiverso e le innumerevoli versioni del Tessiragnatele che lo popolano, in Spider-Man: Across The Spider-Verse la storia si espande seguendo quelle premesse e preparando il terreno a un già annunciato terzo capitolo in uscita nel 2024.
LA TRAMA DI SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE
Essere adolescenti non è facile, ma diventa ancora più complicato se nel frattempo si è diventati eroi. Miles Morales trova più difficile affrontare i propri genitori che combattere contro i malviventi di turno e, elaborata la morte dello zio Aaron, è combattuto tra la vita da eroe mascherato e quella da brillante studente. Non c’è troppo tempo però per riflettere sugli equilibri familiari, perché lo strambo scienziato Jonathan Ohnn (nella versione originale con la voce di Jason Schwartzman) dopo esser finito nel flusso di energia di un acceleratore di particelle si trasforma in Macchia, antagonista che può creare portali nella materia per mettere in atto i propri piani criminali.
Miles faticherà a capire come gestire da solo la sua nuova vita, finché non si renderà conto che sta pagando il prezzo del dominio dell’ordine sul caos. Presto ritroverà di nuovo sul suo cammino Gwen Stacy/Spider-Girl (Hailee Steinfeld) e Peter B. Parker/Spider-Man (il Jake Johnson di New Girl) ma anche il controverso Michael O’Hara/Spider-Man 2099 (Oscar Isaac), insieme alle infinite varianti che compongono la Spider-Society, una sorta di grandissima squadra di cui fanno parte le ‘spider-persone’ del multiverso.
SPIDER-MAN 2099 E LA SPIDER-SOCIETY IN ACROSS THE SPIDER-VERSE
È proprio questa comunità composta da infinite declinazioni dell’Uomo Ragno a fare da fulcro dello script. Miguel O’Hara guida la suddetta lega transdimensionale con la fermezza di chi per mantenere la stabilità del multiverso è disposto a eliminare ogni ‘variabile imprevedibile’ che possa creare anomalie capaci di danneggiare l’equilibrio tra gli universi. Un meccanismo narrativo solido ma anche un’evidente metafora di quel processo di creazione di un’identità con cui relazionarsi al mondo che è l’adolescenza.
La sceneggiatura di Spider-Man: Across The Spider-Verse è concepita per essere la prima delle due parti di una storia che andrà a completare la trilogia; un arco narrativo che era troppo ricco di dettagli e storyline parallele per trovare spazio in un unico film. Questo fa quindi inevitabilmente del film sull’Uomo Ragno del 2023 un capitolo di passaggio che fa da ponte verso lo Spider-Man: Beyond the Spider-Verse che uscirà al cinema nel marzo 2024.
IN SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE ANCORA UNA VOLTA UN CALEIDOSCOPIO DI LINGUAGGI VISIVI
Il linguaggio del fumetto e quindi dell’animazione rende possibile la sperimentazione artistica, sia dal punto di vista grafico che da quello narrativo, e in tal senso la serie animata dello Spider-Verse si staglia su un livello nettamente superiore alla maggior parte dei film d’animazione degli ultimi anni, eccellendo in particolare per originalità e cura dei dettagli tecnici.
In Spider-Man: Across The Spider-Verse come nel predecessore è proprio questo linguaggio ad essere protagonista della storia, permettendo agli sceneggiatori e agli artisti che progettano e realizzano i soggetti un’espressione creativa senza eguali. Gli autori Phil Lord, Christopher Miller (tandem dietro The Lego Movie) e Dave Callaham (Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli) sfruttano in ogni modo possibile la libertà che non avrebbero con un live-action e lavorando a stretto contato con il reparto creativo affidano il racconto di stati d’animo, ritmo, pathos, genere, epoca e ogni qualsivoglia elemento dello script a un caleidoscopio di linguaggi artistici.
L’uso del colore e delle tecniche di riproduzione dell’immagine, che riprendono lo stile degli innumerevoli universi che il nostro amichevole Spider-Man di quartiere attraversa, è incredibilmente ricco di dettagli ed elementi che rimandano all’intero sviluppo dell’universo di Spider-Man, dai primissimi fumetti del 1962 all’avveniristica Terra di Spider-Man 2099 (che risale in realtà a una serie di albi del 1992).
SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE HA I SUOI LIMITI MA RIMANE ECCELLENTE
Nel vortice dei registi Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson finiscono assemblamenti di varie epoche e linguaggi, che corrispondono ad una visione caotica del multiverso. Il montaggio frenetico contribuisce quindi a rendere particolarmente tridimensionale il viaggio dello spettatore, che si troverà catapultato in un vero scenario fantastico, che non vuole riprodurre la realtà ma esplorare l’impossibile.
Spider-Man: Across The Spider-Verse chiarisce e definisce i personaggi rimasti in sospeso dal precedente Spider-Man: Un Nuovo Universo e pone le basi per la resa dei conti finale, con alcuni dei limiti che può avere un lavoro di transizione. Questo groviglio di idee che si riversano in uno stile psichedelico riesce però ad accendere le emozioni dei numerosi personaggi e a intrattenere nel miglior senso del termine, regalando allo spettatore un vero e proprio viaggio immersivo all’insegna della grande qualità creativa.