The Flash è il tredicesimo film del DCEU (DC Extended Universe) nonché il primo stand-alone sul Velocista Scarlatto, interpretato da Ezra Miller. Diretto da Andy Muschietti, che ritorna alla regia dopo l’ottimo lavoro fatto con il riadattamento di IT, è scritto da Christina Hodson, sceneggiatrice dell’ottavo film del DCEU Harley Quinn: Birds of Prey. The Flash è un film di passaggio, che approfondisce il Multiverso DC, permettendo il ritorno di personaggi presenti in altre dimensioni come il Batman di Michael Keaton, il Generale Zod di Michael Shannon, Supergirl (Sasha Calle) e altri eroi conosciuti o meno, provenienti da timeline differenti e universi paralleli.
THE FLASH, BATMAN, I VIAGGI NEL TEMPO E IL MULTIVERSO: LA TRAMA DEL FILM
Dopo i fatti di Justice League ritroviamo Barry Allen/The Flash (Ezra Miller) al lavoro come investigatore forense per la polizia di Central City. Sempre in ritardo per qualche motivo, Barry sembra aver messo in stand by la sua vita personale, ma dopo aver sventato una rapina insieme a Wonder Woman (Gal Gadot) e Batman (Ben Affleck) il suo passato riemerge prepotentemente, insieme alla scoperta di un nuovo potere legato alla supervelocità: quello di alterare il tempo.
Barry realizza che le sue capacità potrebbero cambiare un tragico evento del passato, la morte di sua madre, ma non senza interrogarsi sulle conseguenze che potrebbero derivarne. Nonostante il suo amico Bruce Wayne sconsigli al giovane investigatore di cimentarsi in un’avventura più grande di lui, Barry Allen tenta il tutto per tutto, ritrovandosi catapultato in punto dello spazio-tempo che diventa una realtà parallela.
Il Barry contemporaneo incontrerà il suo ‘specchio’ in una dimensione alternativa che vive di vita propria, in cui Bruce Wayne ha un altro volto. Parliamo ovviamente di quello del burtoniano Michael Keaton, che ormai ha una certa età e dopo aver sistemato per sempre Gotham City è andato in pensione. Superman non è lo stesso, mentre alcune storie ed elementi ricorrono costantemente in tutte le dimensioni, come i temibili kryptoniani, che guidati dal Generale Zod, vogliono conquistare la terra. The Flash e Barry Allen dovranno comportarsi come gemelli e come specchio l’uno dell’altro, unendo le loro forze fisiche ed interiori per salvare l’umanità e con essa loro stessi.
THE FLASH, BATMAN E IL DUALISMO DELL’EROE
Con The Flash, Muschietti e Hodson chiudono un capitolo stilistico in casa DC-Warner e ne aprono uno tutto nuovo, concedendo spessore al plot e al protagonista, che Ezra Miller interpreta egregiamente – nonostante le sue beghe personali. Le grandi battaglie della Justice League lasciano il campo alla personalità di Barry Allen, che dagli ultimi fatti ha tratto grande insegnamento, lavorando su se stesso e sulla sua capacità di alterare il tempo. Questo è il primo punto di contatto tra protagonista e spettatore, che la sceneggiatura contribuisce ad innescare. Un’empatia che nasce dall’umanità di un protagonista “normale”. Un lavoratore un pò nerd, introverso ma non cupo, con una storia triste alle spalle e un destino da eroe che accetta con positività, pur senza dimenticare il suo passato e il suo grandissimo desiderio che una sliding door appaia all’improvviso per modificare ciò che è immodificabile.
The Flash rispecchia il dualismo tra uomo ed eroe, una tematica tanto cara ai comics marchiati DC, esplorata soprattutto con il personaggio di Batman, in film che non fanno parte dell’ormai defunto (o quasi) progetto dell’DCEU ma che hanno in passato rinnovato l’interesse per l’uomo pipistrello, dal Batman di Tim Burton con Micheal Keaton, che qui ritorna in grande spolvero e con un personaggio ben stratificato, alle rivisitazioni più “intellettuali” di Nolan, fino all’ultimo lavoro di Matt Reeves con Robert Pattinson. Il confronto tra The Flash e Batman è lapalissiano, sono entrambi umani, hanno in comune un’infanzia triste e sono perennemente combattuti tra ciò che è giusto e ciò che dovrebbe esserlo.
THE FLASH È RICCO DI SPUNTI MA TRAGHETTA VERSO UN FUTURO DA CUI È GIÀ TROPPO DISTANTE
The Flash apre ad una visione del mondo che lascia aperte riflessioni significative in un film abbastanza strutturato, che sicuramente sale di livello rispetto ai lavori più squisitamente d’intrattenimento che DC ha portato avanti con il suo universo cinematografico. In The Flash appare chiaro, sin da subito, un bilanciamento tra introspezione del personaggio e ruolo da eroe, con un dualismo che alterna dramma e commedia nei tempi giusti.
Muschietti lavora toccando le giuste corde e soprattutto al momento giusto, non dimenticando il suo stile narrativo, dominato da una tensione costante. Il villain di turno (Zod – Michael Shannon) viene così spodestato da un fil rouge che lega l’amore materno ai valori del mondo e il vuoto interiore, causato dalla sofferenza, come spinta per accettarsi come essere umano. Queste tematiche, che rispecchiano la filosofia alla base di moltissimi eroi contemporanei, sono state in buona parte trascurate nel DCEU, a favore di pretesti più commerciali e poco credibili, ma il film di Muschietti potrebbe rappresentare una rottura e traghettare i progetti DC verso la nuova direzione di James Gunn.
Passato da Marvel a DC, il regista di Guardiani della Galassia Vol III, sta lavorando al reset dell’universo DC con nuovi progetti sui supereroi più famosi, con una vision unica che dovrebbe unire i vari elementi della major, dalle serie TV ai progetti paralleli, come The Batman II (seguito del The Batman con Robert Pattinson) e Joker – Folies à Deux (sequel del Joker con Joaquin Phoenix). Intanto Muschietti lo rivedremo dietro la macchina da presa a dirigere le avventure di una nuova incarnazione del Crociato di Gotham e di Robin in The Brave and the Bold.