Ghostbusters – Minaccia glaciale è l’ultimo film della leggendaria saga sugli acchiappafantasmi, che vede come nuovi protagonisti Paul Rudd, McKenna Grace, Finn Wolfhard e Carrie Coon – membri dell’allargata famiglia Spengler. Eredi di Egon, lo scienziato interpretato da Harold Ramis, dovranno affrontare una seria minaccia che rischia di distruggere New York. La regia è di Gil Kenan, già sceneggiatore e produttore insieme a Jason Reitman anche del precedente Ghostbusters Legacy (2021).
I Ghostbusters tornano in città: riecco la caserma dei pompieri
Dalle campagne dell’Oklahoma gli Spengler hanno fatto molti passi avanti, con il professor Grooberson (Paul Rudd) che ora è parte integrante della famiglia. Dopo l’incontro con Venkman (Bill Murray), Stantz (Dan Aykroyd) e Zeddemore (Ernie Hudson), Callie Spengler (Carrie Coon) e i suoi figli Phoebe (McKenna Grace) e Trevor (Finn Wolfhard) hanno preso in mano le redini degli Acchiappafantasmi. La scena iniziale si apre con l’iconica Ecto-1 e un adrenalinico inseguimento per le strade di New York, con Phoebe che imbraccia un fucile protonico a tutta velocità.
Sempre più concentrata nel seguire le orme del nonno, la giovane co-protagonista dovrà vedersela con le restrizioni imposte dal sindaco Peck (William Atherton), che memore delle imprese distruttive della vecchia brigata impone alla quindicenne di non partecipare all’attività di famiglia. Trasferiti nella caserma dei pompieri, simbolo degli Acchiappafantasmi, gli Spengler devono fare i conti con un edificio malandato e con le crisi adolescenziali di Phoebe, combattuta tra il rispetto e l’evasione delle regole.
Ghostbusters – Minaccia Glaciale si regge sull’affiancamento della vecchia generazione di acchiappafantasmi alla nuova
Mentre gli Spangler si sistemano nella caserma, Ray Stantz (Dan Aykroyd), che ha un negozio di antiquariato, si ritrova in possesso di un antico manufatto, venduto da un uomo che lo ha ricevuto in eredità. Il manufatto è un globo che racchiude una seria minaccia per l’umanità. Compresa la gravità della situazione, gli Acchiappafantasmi in pensione dovranno collaborare con i nuovi, insieme al proprietario Nadeem (Kumail Nanjiani). Si scoprirà che Stantz, Zeddemore (che è diventato un ricco imprenditore) e Venkman hanno continuato nel tempo le loro ricerche sui fantasmi e che per sconfiggere il nuovo nemico servirà l’aiuto di tutti, compresa Phoebe. Il regista pone qui il punto d’incontro tra tre generazioni di Acchiappafantasmi: padri, figli e nipoti. Rispetto al film precedente in Ghostbusters – Minaccia glaciale la vecchia generazione diventa coprotagonista della storia, riallacciando il legame con la City e con le atmosfere originali.
Ghostbusters – Minaccia glaciale: un po’ di tutto per piacere a tutti
Tutto è iniziato nel 1984 con Ghostbusters – Acchiappafantasmi di Ivan Reitman. Un cult che a 40 anni di distanza non ha perso lo smalto iniziale e per questa ragione la genesi dei nuovi reboot/sequel oscilla costantemente tra il puro fanservice e la volontà di avvicinarsi ad un pubblico che abbraccia teenagers e genitori. Ghostbusters – Minaccia glaciale si concentra su un dualismo narrativo, che oscilla su due piani, quello dell’avventura e quello del coming of age di Phoebe e del nuovo rapporto con la famiglia e con il padre adottivo Gary (Paul Rudd). Uno spazio del tutto nuovo nell’universo Ghostbusters e tipico della narrazione di Jason Reitman.
L’impostazione che rimanda ad un certo tipo di cinema è chiarissima, così come anche il richiamo alle atmosfere autentiche del primo film della saga. Questo secondo passo verso il nuovo livello del franchise risulta dunque celebrativo e anche questa volta nostalgico, ma rispetto al precedente aumenta il livello dell’introspezione dei personaggi principali, in particolare di Phoebe. Si rivolge dunque ad una tipologia di pubblico variabile, che vira dalla generazione dei millennial, cresciuta con l’iconografia pop, ma anche con l’attenzione per il cinema più moderatamente autoriale, che come quello di Reitman, si concentra sulle relazioni umane. Allo stesso tempo si rivolge ad un target prettamente preadolescenziale, lasciando ampio spazio alla commedia e all’azione, pur non andando a scomodare lati tradizionalmente legati alla cultura horror.
Di “spaventoso” in effetti Ghostbusters- Minaccia glaciale non ha proprio nulla, nemmeno il villain, che se ben costruito e correttamente legato alla storyline principale, non inquieta né disturba il pubblico. La coppia Reitman-Kenan, che abbiamo già sperimentato nel precedente Ghostbusters – Legacy (dove Reitman era alla regia), funziona con un prodotto ben costruito, che non può e non deve emulare l’originale ma che si adatta ai tempi e alle generazioni. Manca la satira graffiante dato che tutto è politically correct e manca anche quella dose di horror e fantastico che funzionava benissimo nella cinematografia degli anni ’80 e che oggi si ritrova in serie come Stranger Things. Gil Kenan e Jason Reitman non spingono troppo sull’acceleratore, confezionando un film adatto a tutti, piacevole e divertente, con tanti easter egg e richiami al film originale, dalla presenza del sindaco, alle battute di Bill Murray. Ghostbusters – Minaccia glaciale, nonostante i dubbi iniziali, alla fine convince, accendendo nuovamente l’attenzione sul franchise degli Acchiappafantasmi.