Dopo il film Our Souls At Night e i primi, attesissimi episodi di Suburra – La Serie, è stato presentato alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia un altro prodotto estremamente interessante targato Netflix: si tratta infatti della miniserie in sei episodi Wormwood, con il grande documentarista americano Errol Morris dietro la macchina da presa (nel 2004 vinse l’Oscar per il film The Fog of War: La Guerra secondo Robert McNamara). Le sei puntate verranno rilasciate dalla piattaforma streaming il 15 dicembre.
Wormwood è un prodotto a metà tra la finzione e il documentario.
Lo show parla della storia vera della misteriosa morte dello scienziato dell’esercito americano Frank Olson (interpretato da Peter Sarsgaard) e degli incessanti sforzi di suo figlio per portare a galla la verità: nel 1953 infatti Olson fu reclutato dalla CIA per far parte di un programma militare segreto conosciuto come Progetto MKUltra.
La miniserie Netflix rientra pienamente nella categoria della docufiction, genere che in televisione sta spopolando negli ultimi anni.
Wormwood è un’opera che fa parte di un filone sempre più sfruttato dal piccolo schermo, grazie al successo di prodotti come Making A Murderer, The Keepers e soprattutto The Jinx. Il pilot della creatura dei due showrunner Molly Rokosz e Steven Hathaway mette subito in chiaro la natura ibrida di questo nuovo progetto Netflix: Wormwood infatti, oltre alle immagini di repertorio e alle interviste di rito delle persone coinvolte nel caso (in primis il figlio dello scienziato), propone una ricostruzione della vicenda servendosi di attori professionisti per coinvolgere maggiormente lo spettatore. Il tema principale della miniserie è fare luce su uno degli scandali più eclatanti che vede coinvolta la CIA, quel famigerato Progetto MKUltra che, secondo le intenzioni dell’agenzia di spionaggio più famosa al mondo, avrebbe dovuto manipolare le menti (anche attraverso l’utilizzo di droghe) delle persone sottoposte al trattamento per agevolare le confessioni (combinando questa pratica con la tortura). Il problema è che furono usate come cavie individui inconsapevoli tra cui il professor Olsen, che fece uso a sua insaputa di LSD morendo in circostanze misteriose il 28 novembre 1953 a seguito di una caduta da una finestra di un albergo di New York. La docufiction inoltre racconta tutti i tentativi di insabbiamento operati sia dai servizi segreti che dalle alte sfere della politica: ai familiari fu vietato di vedere il corpo dell’uomo e, a vent’anni di distanza dal terribile evento, si mosse anche la Casa Bianca per evitare che il caso diventasse troppo mediatico. Morris riesce benissimo a far coesistere le sequenze recitate con il documentario vero e proprio in maniera armoniosa, senza alcuna forzatura; oltre a questo, Wormwood può vantare un cast di grande livello, con un Peter Sarsgaard sugli scudi e bravi interpreti come Molly Parker (la Jackie Sharp di House Of Cards), Tim Blake Nelson e Bob Balaban a supportarlo.
L’episodio pilota, data la sua natura introduttiva, non svela tutti i lati oscuri di una pagina triste della recente storia americana; tuttavia Wormwood dimostra già di essere l’ennesimo show di grande qualità concepito dal web service di Los Gatos, sempre più protagonista all’interno dell’industria audiovisiva mondiale.