Presentato nella selezione ufficiale alla 12. Festa del Cinema di Roma Mio Figlio (titolo originale Mon Garçon) è un thriller di Christian Carion con protagonista assoluto Guillaume Canet, nel ruolo di un padre disperato alla ricerca del figlio misteriosamente scomparso.
Carion e Canet, al loro terzo film insieme, hanno deciso di sviluppare la storia lasciando l’attore libero di improvvisare. La sceneggiatura, in effetti, risulta essenziale e non accenna ad alcun intreccio, l’unico obiettivo è riportare a casa il piccolo Mathys, scomparso nel nulla mentre si trova in campeggio.
Mon Garçon è realizzato in soli sei giorni di riprese
La storia è completamente incentrata sulla figura di Julien (Canet), un geologo costretto dalla società per cui lavora a viaggiare frequentemente. A causa dei suoi impegni lavorativi Julien ha dovuto affidare in custodia il figlio Mathys all’ex moglie Marie (Mélanie Laurent) e al suo nuovo compagno Grègorie (Olivier de Benoist), che vivono nella magnifica casa di montagna progettata da Julien, sulle Alpi francesi.
Per affrontare una difficile situazione personale Marie e Grègoire decidono di mandare Mathys in un campo natura per qualche giorno, ma il bambino scompare dalla sua tenda senza lasciare tracce.
Da quel giorno parte la caccia all’uomo che Julien, in preda alla disperazione, decide di compiere andando contro ogni regola.
Un drammatico caso da risolvere
La storia si allontana sempre di più dalla semplice ricostruzione del caso di un bambino scomparso e si focalizza sul personaggio principale in un crescendo di emozioni e suspence che analizzano la figura di Julien. Campi stretti e primi piani seguono Canet in un’escalation di rabbia e violenza, che spingono il protagonista verso un pericoloso scenario. Il mite geologo così si trasforma in un vero e proprio segugio sulle tracce dei rapitori del figlio.
L’amore di un padre spinge a superare i propri limiti
Il regista vuole comunicare che l’amore paterno può indurre le persone a infrangere le regole sociali, scavalcando le autorità e arrivando all’unico obiettivo possibile, la salvezza del proprio bambino.
Carion filma un uomo che lascia i suoi costumi borghesi per diventare solo e soltanto un padre, feroce e determinato, spietato se serve. Un uomo che inizialmente sembra essere mosso dal senso di colpa per aver privilegiato il lavoro a discapito della serenità del figlio, ma questa considerazione viene meno quando il volto di Canet assume l’espressione ferma di chi ha in mente solo un obiettivo, al di là di ogni parafrasi psicologica.
Guillaume Canet si mostra sempre credibile, dimostrando ancora una volta le sue notevoli capacità recitative, soprattutto nei momenti in cui l’improvvisazione prevale sulla sceneggiatura. A proposito del suo ruolo poco definito e imprevedibile, l’attore francese ha dichiarato “Fu straordinario, proprio come un gioco di ruolo” ed effettivamente la sensazione che resta allo spettatore è la stessa, un personaggio che si muove senza sapere cosa troverà sul suo cammino.
Mélanie Laurent appare in un ruolo secondario e poco approfondito ma in ogni istante in cui è sullo schermo riesce a comunicare tutta la sofferenza di una madre impotente e ignara del destino che verrà riservato al figlio.
La sceneggiatura di Christian Carion e Laure Irrmann non lascia spazio ad ulteriori considerazioni, ma questo potrebbe esserne il punto di forza, poiché se a tratti può sembrare esageratamente essenziale, conserva la sua peculiarità non ingabbiando la storia in facili interpretazioni. Allo spettatore rimangono le considerazioni finali ma quello che realmente manca a Mon Garçon è un intreccio più coerente con la storia, che a tratti sembra approssimata e inverosimile.
Tuttavia la glacialità del paesaggio e le interpretazioni salvano la pellicola, che certamente non è tra le più riuscite di questa 12. edizione della Festa del Cinema di Roma, ma che agli amanti del thriller regala momenti di tensione uniti alle ottime interpretazioni dei due protagonisti.
Mio Figlio sarà in sala dal 27 settembre 2018 con No.Mad Entertainment.