Mr. Robot è una delle serie di maggior successo degli ultimi anni: ha raggiunto questo invidiabile status fin dal suo esordio, nel 2015, sul canale americano USA Network. Il suo creatore, Sam Esmail, ha dichiarato di averla realizzata in risposta alla fasulla rappresentazione hollywoodiana della cultura hacker: siamo infatti abituati a vedere gli informatici sul grande schermo come una sorta di maghi capaci di qualsiasi cosa con un computer o uno smartphone tra le mani ma la realtà è ben diversa perché nel mondo reale l’hacking è una pratica complessa e con meno appeal di quanto possa sembrare.
Il regista e sceneggiatore inoltre ha più volte sostenuto che un’altra fonte di ispirazione di Mr. Robot sono stati i tumulti della primavera araba che hanno rovesciato i governi di molti paesi del Nordafrica, dal momento che a portare avanti quelle rivolte sono stati giovani ragazzi mossi da grandi ideali per migliorare la propria condizione (la famiglia di Esmail è originaria dell’Egitto).
Mr. Robot narra la storia di Elliot Alderson (Rami Malek), giovane impiegato di un’agenzia di cyber security schivo e solitario in cura presso una psicologa per alcuni disturbi mentali; il ragazzo è anche un hacker che agisce come una sorta di giustiziere informatico. Elliot ha un’unica amica, Angela (Portia Doubleday). Angela ed Elliot si conoscono da quando erano bambini e sono legati da un tragico passato che li ha visti perdere i genitori a causa di un disastro ambientale causato dalla E Corp, una potentissima multinazionale che opera in molti settori dell’economia. Per ironia della sorte la AllSafe, l’agenzia dove lavora Elliot, è l’azienda incaricata della protezione informatica della E Corp. Mentre la sua stabilità mentale peggiora progressivamente, Elliot viene avvicinato da un personaggio misterioso che si fa chiamare Mr. Robot (Christian Slater); Mr. Robot è il leader di un gruppo di hacker chiamato fsociety che ha un progetto ambizioso: pianificare un attacco informatico alla E Corp per distruggerla dall’interno e rendere così i cittadini finalmente liberi dal controllo della multinazionale e dai debiti contratti con le sue filiali bancarie.
Mr. Robot vuole smontare il complesso di stereotipi e cliché che circonda questo particolare mondo restituendoci un’immagine più fedele alla realtà, nonostante gli informatici siano inevitabilmente circondati in questo periodo storico da un’aura di onnipotenza. Non sono dei superuomini ma al giorno d’oggi rappresentano una risorsa così preziosa che spesso quando uno di loro viene arrestato dalle agenzie di intelligence viene automaticamente assoldato per mettere le proprie capacità al loro servizio nella lotta ai crimini informatici. Mr. Robot spiega esattamente la situazione odierna: Elliot, la fsociety tutta e anche la E Corp hanno il pieno controllo dei dispositivi di uso comune per le persone (senza che se ne possano rendere conto), pieni zeppe di informazioni sensibili.
Tutto questo va ad intrecciarsi con la figura di Elliot, un vero e proprio outsider sociopatico che, di punto in bianco, si convince di poter distruggere il più grande impero tecnocratico del mondo operando nell’ombra. Elliot è però tormentato da un enorme dubbio: distruggere la E Corp significa davvero liberare le persone comuni? Per quanto essa rappresenti il male assoluto e sia il simbolo più evidente di un sistema estremamente gerarchizzato che sfrutta il cittadino medio, l’azienda fornisce allo stesso ogni tipo di servizio “ordinario”. Distruggere la E Corp significherebbe anche distruggere tutto il fondamento della moderna società civile. Elliot non riesce a fidarsi di se stesso e non è nemmeno in grado di fidarsi di Mr. Robot e dei suoi piani, portandolo in uno stato paranoico che peggiora il proprio stato mentale già fragile.
Esmail, che della serie è anche il regista principale, ha concepito un’opera stilisticamente riconoscibile fin dalla prima inquadratura. Si nota fin da subito in Mr. Robot l’approccio maniacale in fase di scrittura e il lavoro chirurgico dietro alla macchina da presa per la grandissima cura dei dettagli, paragonabile al cinema per attitudine e resa finale.
Oltre all’aspetto informatico della vicenda, l’elemento vincente in Mr. Robot è la rappresentazione della condizione psichica di Elliot e degli altri personaggi, portata sul piccolo schermo in maniera convincente e credibile. Certo, per certi versi lo show di USA Network riporta alla mente Fight Club ma si tratta comunque di un’opera autonoma in grado di reggersi sulle proprie gambe grazie al ritratto fedele della realtà contemporanea. È molto facile leggere una critica (per nulla velata) al mondo delle multinazionali dell’informatica, basti pensare al potere mondiale di conglomerati come Apple, Amazon e Google.
Un’ultima nota di merito va riservata alla prestazione di tutto il cast: Rami Malek è semplicemente incredibile nei panni di Elliot, capace di infondergli una personalità estremamente sfaccettata e di rendere alla perfezione l’enorme spettro di disagi e disfunzioni varie che lo caratterizzano, così come sono straordinari Christian Slater nei panni di Mr. Robot e Carly Chaikin in quelli di Darlene.
La prima stagione di Mr. Robot è disponibile in cofanetto home video Universal Pictures Home Entertainment Italia.