Ci sono alcune tipologie di film che gli statunitensi dimostrano ogni volta di poter girare a occhi chiusi, quasi avessero un talento atavico nel creare prodotti di puro intrattenimento che non hanno bisogno di un sotto-testo troppo criptico per funzionare. L’inserimento di una retorica più o meno nazionalista all’interno di uno sfondo geopolitico contemporaneo – nello specifico quello della proliferazione nucleare e la guerra al terrore – è un altro di quegli esercizi nei quali Oltreoceano sono maestri, e se poi al tutto viene aggiunta una buona dose di action chiassoso e fracassone, come avviene nel caso di American Assassin, si può star certi che la pellicola non brillerà per originalità ma, nel solco di un modello ben rodato, saprà offrire un paio d’ore di ottimo intrattenimento per un’ampia platea di estimatori del genere.
Se non fosse ancora chiaro, la pellicola di Michael Cuesta (che è tratta da un romanzo di Vince Flynn, già consulente per 24), si insinua perfettamente nel già folto filone spy action a stelle e strisce, senza avere l’ambizione di contribuirvi in modo sostanziale. La storia ruota intorno alla figura di Mitch Rapp (Dylan O’Brien), un promettente atleta statunitense in vacanza a Ibiza con la fidanzata, che si trova coinvolto in un attacco terroristico (largamente ispirato alla strage di Hammamet, in Tunisia, nel 2015) dove la sua compagna viene uccisa. Dopo essersi addestrato da solo per un anno e mezzo, viene reclutato dalla CIA e affidato alla divisione ORION, una squadra operativa in situazioni ad alto rischio comandata da Stan Hurley (Michael Keaton), inflessibile veterano della guerra fredda.
Nonostante il materiale originale offrisse spunti interessanti, spostando in alcuni momenti il focus dal protagonista statunitense alla prospettiva del terrorista che vede casa sua invasa, American Assassin è una pellicola incentrata sui soli protagonisti a stelle e strisce, operando una divisione manichea fra il giusto e lo sbagliato, non lasciando spazio per nessuna zona grigia. I personaggi sono stereotipati e bidimensionali, figli di una sceneggiatura essenziale e a tratti scontata e banale, salvabile solo alla luce di un paio di colpi di scena ben inseriti all’interno della narrazione.
Cionnonostante, Dylan O’Brien è semplicemente poco credibile nei panni di un James Bond in modalità revenge; non ha il carisma né la fisicità adatta all’interpretazione del ruolo, ma fortunatamente lo screen time è parimente diviso con quello che dovrebbe essere un comprimario, e cioè Michael Keaton. Il Batman di Tim Burton sta vivendo una seconda carriera dopo Birdman ed è in uno stato di forma tale che risulterebbe convincente anche interpretando una patata. Sebbene la scrittura del personaggio lasci poco spazio di manovra, Keaton riesce a renderlo interessante sfruttando la sua caratteristica ironia asciutta e completando il lavoro sul suo fisico già cominciato in Spiderman: Homecoming, mostrando una ecletticità che pochi attori al momento possono vantare.
Michael Cuesta si era già cimentato con il genere dirigendo alcune puntate di Homeland, e si conferma come un regista preparato e competente che può, e dovrà, dare un contributo importante a un genere che ultimamente sembra soffrire un po’ di stanchezza. La sua regia è sempre pulita e ordinata, con almeno un paio di scene ottime, come ad esempio l’attacco sulla spiaggia girato in piano sequenza, in cui risalta la capacità del regista di spezzare improvvisamente sia la quotidianità che la tensione create precedentemente.
Nella sua visione “l’esplosione va guadagnata”, e in American Assassin il cineasta tiene fede al suo credo alternando scene ferme in cui la tensione viene fatta crescere fino a deflagrare in sequenze action. Le scene di combattimento sono ben coreografate (merito anche dell’ottima crew di stuntman) mostrando la giusta dose di violenza e non risultando mai caotiche, grazie anche al lavoro in sala di montaggio di Conrad Buff, già premio Oscar per Titanic.
Anche la scelta delle location gioca a favore della riuscita del film: ci si sposta dai boschi della Virginia a Roma, passando anche per Istanbul, e regalando allo spettatore inseguimenti suggestivi in luoghi facilmente riconoscibili. American Assassin non sarà ricordato come il miglior film action della storia del cinema, ma è sicuramente un buon modo per passare un paio d’ore di puro intrattenimento. In sala dal 23 novembre con 01 Distribuzione.