Freak Show, un titolo che potrebbe rimandare a tante tematiche e che già è stato utilizzato da Ryan Murphy per dare forma ad uno dei tanti suoi incubi manifestati nella saga American Horror Story.
Trudie Styler, presente in sala alla presentazione del film in quel di Alice nella Città, dà un’accezione positiva alla parola “freak” (fenomeno da baraccone) utilizzandola come segno distintivo del giovane protagonista Billy Bloom (Alex Lawter) per raccontare una storia a sfondo LGBT che vuole dare voce a tutti coloro che si sentono degli outsider.
Affermare la propria identità nella provincia americana
Cresciuto con la madre Muv (Bette Midler) una donna eccentrica ed egoista ma dal fascino senza tempo, Billy è costretto a trasferirsi dal padre, in una cittadina della più profonda provincia americana.
Billy, che proviene da una delle famiglie più ricche e rispettabili della città, è diverso dai suoi compagni di scuola, omologati e con una spiccata fede cristiana. Tra quarterback e cheerleaders Billy si distingue ogni giorno per i suoi abiti eccentrici e le sue performance artistiche.
Nonostante i primi giorni l’impatto con gli studenti non sia stato dei migliori, Billy non si piega al volere della massa e decide di esprimere tutta la sua personalità, sia nel modo di parlare che di vestire. La personalità di Billy in città come New York o Los Angeles è del tutto normale ma nella provincia, dove il protagonista è stato catapultato appare come provocatoria, scandalosa e persino oltraggiosa.
Oggetto di scherno e preso di mira dai compagni più forti, Billy dopo un crudele episodio di bullismo, decide che affermare la propria diversità debba diventare una vera e propria missione.
Combattere i pregiudizi con la fantasia
Aiutato da un gruppetto di oustider, capeggiati da Blah Blah Blah (Annasophia Robb) chiacchierona ma al fianco di Billy dal primo giorno, il protagonista decide di candidarsi come reginetta della scuola, sfidando la perfida Lynette (Abigail Breslin) creando l’evento più sfarzoso e divertente di tutti i tempi.
Un esempio di coraggio che spingerà i ragazzi che vivono la propria diversità all’ombra degli altri ad esprimere la propria personalità, anche se è la strada più difficile da percorrere.
Produttrice di film cult come Moon e Snatch, Trudie Styler firma la sua prima regia
Trudie Styler, moglie di Sting e produttrice di molti film indipendenti tra cui Snatch di Guy Ritchie, per la sua prima regia sceglie l’adattamento dell’omonimo libro cult di James St. James, scrittore, influencer e performer famoso per la sua personalità e le sue esperienze nel campo della televisione e della moda.
Presentato al Berlin Film Festival 2017 Freak Show è un lavoro ben realizzato da Trudie Styler, che sceglie un direttore della fotografia come Dante Spinotti (candidato due volte all’Oscar) per conferire al film un’atmosfera particolare, il protagonista sembra costantemente immerso in un fascio di luce che lo pone al centro dell’attenzione, come una stella che brilla di luce propria.
La caratteristica di Freak Show è non cedere alla classificazione del film nell’universo delle tematiche LGBT ma raccontare una storia comune a tutti gli adolescenti liberi di esprimere la propria personalità al di là delle convenzioni che un gruppo di persone cerca di imporre.
Diversità fisica, culturale, sessuale o caratteriale che rende le persone uniche e che un film come Freak Show vuole esaltare, dimostrando che un mondo fatto di omologazione e pensiero a senso unico sia la strada sbagliata da percorrere e anche la più noiosa.
Un film che pur essendo ambientato a scuola e avendo come protagonista un adolescente non si classifica nel genere young adult ma abbraccia tutte le categorie. Un film per tutti con un magnifico protagonista e un divertente cameo di Laverne Cox, la Sophia Burcet di Orange is the New Black, prima attrice transessuale ad essere candidata ad un Emmy e attivista per i diritti LGBT.
Una buona opera prima per Trudie Styler, capace di scavalcare il concetto di genere raccontando una storia che colpisce con fermezza senza cedere a facili interpretazioni.