Diorama di Demetrio Giacomelli, film presentato al Torino Film Festival 35, è l’opera premiata come miglior documentario nel concorso della sezione Italiana.doc.
Diorama mescola tre storie diverse sul rapporto tra l’uomo e l’animale selvatico in città, due poli opposti che si incontrano: un birdwatcher che osserva gli spostamenti delle rondini, un gruppo di persone che salvano i rospi nella zona del Lago di Como e la nidificazione di due cicogne in una industria farmaceutica nel milanese.
La pellicola è un’opera ricercata e dal soggetto inusuale: è infatti incentrata sul complesso legame antropologico che lega gli abitanti di una società compiutamente inurbata, avvezzi agli animali domestici, e le creature selvatiche, considerate ‘distanti’ in virtù della loro appartenenza a un contesto altro e di cui abbiamo esperienza solo marginalmente. Diorama scandaglia l’animo umano focalizzandosi su una tematica cui non siamo abituati, con Giacomelli che inquadra il susseguirsi degli eventi attraverso i gesti e le sensazioni di protagonisti sottratti alla più banale quotidianità.
I tre episodi sono amalgamati tra loro con il risultato di creare, attraverso l’intersezione delle immagini, un’atmosfera che sorprendentemente tiene incollato lo spettatore, mostrando un incontro paradossalmente inedito tra uomo civilizzato e natura. I capitoli sono rappresentati con tre approcci diversi: quello statico del birdwatcher, quello dinamico dei salvatori di rospi, e quello quasi dialettico che ritrae il confronto tra il cittadino e la cicogna. Vite umane e animali si sovrappongono ma non si mescolano, proprio come i due mari del Golfo dell’Alaska, evidenziando, in modo particolarmente significativo, il contrasto tra la dimensione dell’animale politico e quella degli animali irragionevoli.
Esteticamente Diorama è ammaliante, grazie principalmente alla fotografia di Massimo Foletti, ma in alcune scene, se consideriamo soprattutto il terzo capitolo, la messinscena emerge e i personaggi peccano di naturalezza, facendo perdere al pubblico la sensazione di realtà. Nonostante ciò, l’opera di Demetrio Giacomelli è un documentario interessante e innovativo che ha il merito di mettere in scena un percorso emotivo che riflette la società contemporanea.